Firenze – Tutta colpa dell'Europa? Nonostante moltissime forze politiche indichino l'Unione Europea come l'origine di tutti i mali che affliggono il proprio Paese, il 60% dei cittadini europei continua a sostenere il progetto europeo. Questo il risultato di un'indagine WIN/Gallup International pubblicata oggi.
Un risultato sorprendente, visto che non solo le forze politiche dichiaratamente antieuropeiste, ma anche quelle (formalmente) europeiste, finiscono spesso per scaricare le proprie responsabilità su Bruxelles.
Nonostante un non indifferente 36% di europei favorisca l'uscita dall'UE, una percentuale in continua crescita negli ultimi anni e che si riflette nell'ascesa di forze politiche populiste e sovraniste, la stragrande maggioranza sembra aver capito che il problema dell'UE è costituito dagli Stati nazionali (il 90% dei greci, l’82% dei francesi, il 79% degli italiani e il 62% dei tedeschi).
E a ben vedere, quel 60% di europei (malgrado tutto) europeisti dimostra di aver compreso un dato di fatto che raramente viene detto all'opinione pubblica: l'UE altro non è che il frutto della collaborazione e cessione di sovranità da parte dei suoi membri. Sono gli Stati nazionali che, sempre più gelosi della propria sovranità, privano l'Unione Europea di quegli strumenti necessari ad affrontare fenomeni sovranazionali.
Per problemi di portata globale, è necessario adottare rimedi di portata globale. L'Italia, ma anche la Francia o la Germania da sole, non potrebbero mai influire sui processi globali di trasformazione della società, dell'ambiente e dell'economia che stiamo vivendo. Sono invece costrette a recepire passivamente ciò che viene deciso altrove da superpotenze come gli USA e la Cina, che difficilmente salvaguardano gli interessi e i valori europei, ovvero italiani, francesi, tedeschi ecc.
È per questo che è indispensabile, per non rimanere ai margini, riprendere il cammino verso gli Stati Uniti d'Europa. Ma per far questo, è necessario che gli Stati nazionali cedano sovranità invece di riprendersela. Purtroppo non è un momento particolarmente propizio, visti la proliferazione e il successo elettorale di forze populiste che cavalcano abilmente nazionalismo, rabbia sociale, protezionismo, disprezzo per lo straniero e per le istituzioni democratiche liberali.
Forse si potrebbe ricominciare da quel 60% di europei che sembra aver chiaro chi sono i veri responsabili della debolezza dell'UE. Nonostante anni di incessante propaganda contro i 'burocrati di Bruxelles'.
Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc