Sempre grazie a Radio Radicale, quest'altra domenica ho potuto sentire, in differita, Maurizio Turco (per chi non lo sapesse, uno dei quattro coordinatori del Partito Radicale Ntt a seguito del 'Congresso di Rebibbia')1 all'assemblea dell'Associazione per l'iniziativa radicale Andrea Tamburi di Firenze tenutasi il giorno prima. Tema dell'assise, e quindi dell'intervento dell'esponente radicale, l'amnistia e la preparazione della marcia intitolata a Marco Pannella e a papa Francesco convocata per domenica 6 novembre in Roma. Purtuttavia, stanti le continue sollecitazioni di diversi convenuti, Turco ha avuto l'occasione di dire la sua anche sul referendum costituzionale del 4 dicembre.
Mi ha stupito non poco, anche se poi il suo dichiarato orientamento per il voto è risultato coincidere con il mio, sentirlo ripetere -come un politico qualunque- il ritornello televisivo del “combinato disposto” e spiegare, appunto, che tutto dipendeva da eventuali modifiche alla legge elettorale etc. etc. Cioè la tesi, cara soprattutto ma non solo alla minoranza Pd, che si sarebbe anche potuto votare Sì, il 4 dicembre, laddove fosse stata prima modificata l'attuale legge elettorale (da loro stessi approvata, sia ben chiaro, come pure e per tre volte la legge costituzionale) o vi fossero state 'adeguate garanzie' in proposito per il dopo. Insomma, tutto un tatticismo, in politichese stretto.
Ma questo benedetto “combinato disposto” ha un qualche senso logico, oppure no? Ragioniamo.
Intanto vediamo cos'è: in buona sostanza e per farla breve nel caso odierno il concetto sta a significare che la riforma costituzionale, questa riforma costituzionale, risulterebbe pericolosa per l'assetto 'democratico' se 'combinata' con la legge elettorale, chiamata 'Italicum', approvata un anno fa. Ammettiamo che sia così. Bene: voi sareste disposti ad assentire a una riforma costituzionale che presenti una tale falla a fronte di una preventiva modificazione (o promessa di futura modifica, e come poi?)2 della legge elettorale?
Chiaro che no! E per il semplice motivo, per tutti evidente, che mentre – detto Sì a questa – risulterà complesso, difficile e quindi del tutto improbabile una successiva ulteriore modifica della Costituzione, del tutto più semplice, svelto e veloce l'ulteriore successivo cambiamento, da parte di questa o di diversa maggioranza, della legge elettorale.
Sembra una banalità, son con voi, ma come si fa a fondare sulla stessa il 'dibattito politico' per mesi e mesi?
(Personalmente mi sento... indisposto).
Enea Sansi
1 Per la precisione 'coordinatori della presidenza' del citato Congresso, cui è stata affidata la 'responsabilità' del Partito.
2 Se non altro, Maurizio Turco ha indicato precisamente l'introduzione del collegio uninominale.