Capita che un giorno ti rompi i coglioni di scrivere marchette e copiare comunicati stampa, ché io lo faccio poco ma ogni tanto accade. Capita che un giorno ne hai le palle piene di Camilleri, Malvaldi, Moccia, Volo e scrittori di successo di cui non rimarrà neppure l’ombra, a parte il loro conto in banca. Capita che un giorno ti prende la voglia di dire che tu in spiaggia sotto l’ombrellone non ci porti un giallo con il commissario panzone come da italica tradizione (scusate la rima). Capita che ogni tanto rileggi Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura e t’accorgi che non è servito a niente, è cambiato qualche nome ma la sostanza resta. E allora io resto controtendenza e me ne sbatto, se volete seguire i consigli e leggere letteratura son qui che vi dico cosa merita leggere, se volete ciucciarvi un fantasy alla moda o una cazzata televisiva, fate pure, d’altra parte siamo in un paese libero. E se liberalizzano la marijuana non possiamo certo proibire Moccia, ché gli effetti sul cervello sono simili, credo.
La mia estate sotto l’ombrellone è cominciata con Nicolás Guillén in lingua originale, opera omnia, ché lo sto traducendo, poesia dopo poesia, senza nessuno che finanzi l’insana passione. Il libro non lo trovate, ché io l’ho comprato all’Avana quando ancora ci potevo andare, a due dollari sopra una bancarella, magari aspettate che esca la mia traduzione, intanto fatevi un giro in rete che Tengo e altre cose già le ho diffuse. Guillén è il poeta della Rivoluzione Cubana, dell’epica dei barbudos, di Che Guevara, Fidel, ma anche di un popolo in lotta contro lo sfruttamento, della ribellione dei neri contro il razzismo, persino poeta giocoso per bambini di tante filastrocche e tenero poeta d’amore quando smette i panni del combattente. Passando all’Italia ho riscoperto Tommaso Landolfi e Il mar delle blatte, grazie alla mitica Adelphi, ma mica solo quello che già lo conoscevo dai tempi del liceo. No, ho scoperto lo scrittore ironico de La passeggiata che si prende gioco dei critici dimostrando che non conoscono la lingua italiana e scambiano per idioma inventato quel che è soltanto desueto. Landolfi straordinario narratore di fantastico e surreale, ma anche autobiografico letterato che ci parla dei propri affari ed è capace di coinvolgere il lettore nel dramma di un misantropo alle prese con un premio letterario o con la separazione dalla moglie in una casa troppo vuota, dove ha per compagno solo un porcellino di terra. E che dire di Azzurro tenebra del grande Giovanni Arpino? Riletto a distanza di quarant’anni conserva identico fascino letterario, descrivendo l’epopea d’una sconfitta con toni da tragedia e costruendo personaggi mirabili in una Germania fredda e ostile. Il calcio come metafora della vita, dialoghi mirabili, descrizioni fantastiche, pagine indimenticabili per raccontare azioni di undici calciatori, dimostrando come si possa creare letteratura persino da un evento sportivo. Non lo so mica se lo trovate, magari su una bancarella dell’usato ci sarà, io ho il mio vecchio libro ingiallito del 1977, Einaudi editore. Dulcis in fundo Carlo Coccioli, pure lui poco letto, a vantaggio del niente, della spazzatura fatta segni su carta, di libri che non valgono un bel fumetto di Cavazzano o di Pratt, passando per Crepax e Manara. Il cielo e la terra, vecchia edizione Rusconi, racconta le gesta di un prete in odor di santità che compie miracoli ma non riesce a salvare dal suicidio un giovane omosessuale. Un prete ossessionato dalla sua colpa per tutta la vita, che cerca di amare Dio negli uomini, nei più umili e diseredati. Un prete che finisce per farsi fucilare dai tedeschi salvando vite umane e che non vorrebbe vedere altri morti sulla sua strada. Letteratura allo stato puro, un piccolo capolavoro, uno di quei libri capaci di cambiarti la vita. Non un romanzetto confezionato a uso e consumo della prossima fiction televisiva che nessuno legge ma tutti guardano perché c’è l’attore bello e famoso come personaggio principale. Ecco la mia estate letteraria, tra incazzature consuete di fenomeni letterari così poco fenomeni e riscoperte di autori veri. Una sola consolazione: l’opera omnia di Coccioli viene ripubblicata da Piccolo karma, un editore che si pone come obiettivo la conoscenza di un grande scrittore livornese. Un altro venditore di gelati al polo. Ma di questi tempi ne abbiamo un gran bisogno.
Gordiano Lupi