A oltre 40 anni dalla prima disobbedienza civile di Marco Pannella, dopo un referendum vinto e troppe leggi sbagliate, ieri finalmente il Parlamento ha affrontato un dibattito sulla legalizzazione della cannabis. Una proposta prudente, elaborata dall'intergruppo animato dal radicale Benedetto Della Vedova, con l'obiettivo di sottrarre il tema alle logiche di schieramento per affidarlo alla logica delle idee e della realtà di fatto, sul piano medico-scientifico e sociale.
Non è bastato (per ora). La valanga di emendamenti ostruzionistici, la precarietà del quadro politico e l'assenza di un vero dibattito nel Paese (è bello poter sapere gli stipendi dei vertici RAI, sarebbe anche meglio poter vedere in televisione una traccia di servizio pubblico che accompagni un tema di società così importante) ha bloccato tutto rispedito la palla alle Commissioni parlamentari.
Non lasciamoli soli
ll dibattito prima o poi riprenderà. Ma sarebbe davvero imprudente affidarsi solo a ciò che faranno i Parlamentari e i loro partiti. Se la società è pronta, se persino l'opinione pubblica è pronta (nonostante il disservizio RAI), allora è fondamentale coinvolgere tutti nelle decisioni da prendere.
Disobbedire e firmare
È quello che ha appena fatto Rita Bernardini, con la sua nuova azione di disobbedienza civile, piantando pubblicamente marijuana sul proprio balcone. È quello che stiamo facendo come Associazione Luca Coscioni, assieme a Radicali italiani e altre organizzazioni della campagna Legalizziamo.it coordinata da Marco Perduca, raccogliendo firme su una proposta di legge di iniziativa popolare ancora più avanzata di quella elaborata dall'intergruppo. Giusto per ricordare a tutti che la (limitata) legalizzazione della cannabis è già una scelta di (opportuno) compromesso: non ci stiamo né a tornare indietro, né a restare fermi.
Se vuoi attivarti nella tua città e partecipare alla raccolta delle firme, clicca QUI.
Marco Cappato
(associazionelucacosioni.it, 26 luglio 2016)