La pura e semplice cronaca basta a far capire tutto: la nostra e mia posizione è stata nei mesi scorsi di appoggiare tutte le iniziative che riducessero i danni e limitassero l'impiego della forza, atteggiamento che ha determinato anche una posizione duramente negativa in porzioni non indifferenti del movimento della pace, mentre un'altra parte ha accettato con fatica e delusione ciò che facevamo (appoggio condizionato alla spedizione in Afghanistan e soprattutto all'impostazione dell'interposizione N.U. in Libano). Nella commissione Difesa abbiamo tenuto dunque una posizione di leale appoggio alle posizioni del governo, però sottolineando ogni volta che, mentre la politica estera mostrava significative azioni nella direzione del multilateralismo, la Difesa restava la stessa: il divario tra le due politiche ci inquieta. Nelle varie sedute della commissione questa osservazione è stata da me ripetuta molte volte accusando la Difesa di immobilismo, di atteggiamento "uniforme", di mancanza di iniziativa.
Invano. Sicché quando ci è stato proposto dal presidente De Gregorio un testo di approvazione da dare alla commissione Bilanclo, ci siamo trovati di fronte a una cosa inaccettabile, nel senso che le critiche alla finanziaria sostanzialmente sono scritte nel senso di accrescere ancora la spesa militare. Il testo a noi appariva persino peggiore di quello che già avevamo sentito in commissione e che ci aveva indotto a chiedere a ad ottenere nel nostro gruppo il via a poterci anche astenere. Nelle dichiarazioni di voto tutta la destra tranne la Lega aveva dichiarato di votare a favore del testo De Gregorio, sicché noi ci sentivamo autorizzati, pur riconoscendo qualche contenuto positivo nella dichiarazione del presidente, non trovavamo alcuna risposta alle nostre posizioni critiche e perciò ci saremmo astenuti. Sospesa la seduta, al rientro la destra ha dichiarato che non avrebbe più votato il testo, che prima aveva sostenuto nella convinzione che fosse stato concordato all'unanimtà, e a nostra volta abbiamo dichiarato di approvarlo per evitare guai alla maggioranza, pur mantenendo le nostre riserve.
Arrivati al voto il risultato è stato di 13 a 11. De Gregorio che aveva votato sì, per dimostrare quanto è ampio il suo orizzonte politico ha riproposto lo stesso testo, dichiarando che ora avrebbe votato no. A questo punto tutta la maggioranza ha abbandonato la commissione che ha rivotato il no questa volta 13 a 0,una vera goleada.
Lidia Menapace