Genova – Nel pomeriggio di ieri, 10 marzo, si è tenuto alla Stanza della Poesia il reading del poeta Roberto Malini, che ha presentato in anteprima versi dalla sua recente raccolta Ba Ta Clan (Lavinia Dickinson Editore). Dopo il saluto da parte di Barbara Garassino, coordinatrice delle attività culturali della Stanza, che ha offerto agli intervenuti utili note biografiche sull’autore, Mario Morales Molfino ha presentato l’evento, evidenziando come all’opera del poeta corrisponda sempre un impegno quotidiano a fianco dei perseguitati, contro intolleranza, violenza e persecuzione. Un commento musicale e sonoro legato alla città di Parigi e al Bataclan - locale in cui il 13 novembre 2015 ebbe luogo l’attentato terroristico, con 93 vittime - ha sottolineato la prima parte della lettura, caratterizzata da una decina di poesie dedicate alla tragedia consumatasi nella sala di spettacolo parigina: note dall’ouverture dell’operetta di Jacques Offenbach dal cui titolo il locale parigino prese il nome nel 1864; raffiche di kalashnikov e la musica concreta di Pierre Schaeffer. Il poeta ha letto senza microfono, dosando ritmi, volumi, intensità e asprezze della voce, scandendo sillabe onometopeiche che riconducevano il pubblico alle grida, alla paura, ai passi di corsa, alle raffiche del 13 novembre.
Nell’intervallo il poeta italoperuviano Steed Gamero leggeva due poesie tratte dal suo libro I ragazzi della casa del Sole, pluripremiato e giunto alla seconda edizione. Seconda edizione e importanti riconoscimenti anche per Cenere sulle ciglia di Daniela Malini, che interpretava due liriche. Nelle vesti di chitarrista, Mario Morales Molfino accompagnava la seconda parte del reading, in cui Malini leggeva alcune delle sue poesie dedicate ai diritti umani e alla necessità di combattere fame, povertà e intolleranza. Profetica la prosa poetica “La bomba”, che l’autore ha letto proprio nel giorno in cui il dittatore della Corea del nord Kim Jong annunciava al mondo di possedere versioni miniaturizzate di bombe atomiche, armi di distruzione di massa che possono ormai essere contenute in un valligione. Pieno di speranza l’inno per la Sierra Leone, composto dal poeta in occasione del conferimento del titolo di Poeta Laureato con cui le istituzioni della nazione africana l’hanno onorato, riconoscendo il ruolo delle sue opere letterarie a difesa della pace, dell’uguaglianza e del rispetto dei diritti umani.
Il reading è terminato con un altro inno: “Siamo l’arcobaleno”, che Malini ha intonato in inglese e poi recitato in italiano. “Siamo l’arcobaleno” (We are the Rainbow) è stato scelto dalla comunità gay in Uganda come proprio inno di uguaglianza e libertà, in un paese in cui vigono ancora leggi omofobe e la comunità LGBT è perseguitata.
Fabio Patronelli