Popolo mio, ascolta il mio monito! 17
Fa che io sia la tua matitina, o Dio!, così scriveva madre Teresa di Calcutta, così io.
-Ascolta o popolo mio!-: l’invito è bisenso, monitorio e giubilare. È un’unica invocazione d’amore: ascolta (shema in ebr.! Hashem, nome di Dio).
Dio potrebbe farsi ascoltare con cataclismi, come faceva prima di venire con Gesù. È l’Onnipotente. Dunque potrebbe imporre il silenzio e l’azione all’umano che continua a voler fare come se lui non fosse. È fuori dal tempo mentre noi siamo immersi nel tempo e nelle lingue, che ci dividono.
Spostiamo nel tempo: -Ascolta, popolo mio: ti misi a prova alle acque di Meriba-.
La Bibbia ricorda le acque di Meriba in Numeri 20. L’invitatorio alle ore cristiano contempla ogni giorno:
Ascoltate oggi la sua voce: -Non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri, mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere-.
Dunque, i paleonimi Meriba e Massa vengono ricordati con fede. Noi abbiamo la facoltà di riconoscere anche il senso sumero di Meriba e di Massa e ascoltare l’invito del Misericordioso.
Meri-ba è ‘anima (ba) del tutto (meri)’. Mas-sha è ‘agnello-utero’.
Sha-m(e)-ash è il sole babilonese, astro di giustizia. Hash-em è ancora il nome di Dio e la sua parola, visto nel canto di guerra Hash-idim.
L’agnello di Dio svela di essere metà di ognuno di noi, mash in sumero; l’altra mash smetta di considerarsi uno.
Mash tabba gal gal sono i primi gemelli divini. Oggi, noi possiamo accettare l’amore di Dio ricevendo l’Agnello di redenzione nella pratica del -Fate questo in memoria di me-! Ed è GESH.UB, albero (del) Cielo, e sua Misericordia.
Carlo Forin