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Chiara Moscatelli. Terremoto in Cile  
Valutando le ragioni dei danni limitati
21 Settembre 2015
 

Il Cile è un Paese appartenente alla costa della regione occidentale del Sud America, affacciandosi così a ovest sull’Oceano Pacifico e confinando a nord con il Perù, a est con l’Argentina ed a nord est con la Bolivia.

La storia cilena è antica e i primi reperti risalgono a 10.500 anni prima di Cristo ma, come tutta la storia americana, anche quella del Cile è caratterizzata dal colonialismo: nel Sedicesimo secolo tutto il Paese venne infatti conquistato dagli spagnoli, che vi dominarono sino ad inizio Ottocento, quando il Cile proclamò la sua indipendenza. Prima del Settecento la zona era abitata a Nord dalla popolazione Inca e a Sud e nella parte centrale dalla popolazione Mapuche.

Dalla costituzione del 1925 ha assunto la forma della democrazia moderna europea ed ha goduto di stabilità economica e politica sino al 1973, quando il governo marxista di Savador Allende, che governava dal 1970, fu rovesciato da un colpo di stato del Generale Augusto Pinochet appoggiato dagli USA, che impose il suo governo sino alle elezioni libere del 1990.

Il Cile si mostra ad oggi un Paese con buoni potenziali, collocandosi tra i Paesi ad alto sviluppo umano (Indice di sviluppo umano – ISU 0,822, che è in continua crescita). L’istruzione è obbligatoria e gratuita per tutti da dopo i due anni di età ai 14 anni, avendo di conseguenza un basso tasso di analfabetismo (1,4%), specie se confrontato con i suoi vicini Bolivia (5,5%) e Perù (6,2%).

Sul piano della salute invece secondo le disposizioni governative l’assistenza ospedaliera è gratuita per tutti i cittadini con un’età superiore a 60 anni e quasi la totalità delle persone hanno accesso ai servizi sanitari; mentre la speranza di vita alla nascita raggiunge i 78 anni. Similmente ai Paesi sviluppati occidentali, anche il Cile si sta avvicinando ad un andamento demografico caratterizzato da una bassa fertilità e bassa mortalità.

Complessivamente l’economia cilena e la sua crescita sono stabili e dipendono dalle forti esportazioni estere, soprattutto di rame, di cui il territorio è ricco. La crescita è anche parzialmente dovuta ad un sempre maggiore interesse da parte di investitori esteri.

Nonostante questi tratti positivi, il Cile possiede punti deboli marcati nella parità di reddito, che si perpetua anche attraverso una disuguaglianza forte nell’accesso ad un’istruzione che sia di qualità.

Negli ultimi giorni il Cile è sulle cronache mondiali a causa di un evento naturale. Nella nostra notte del 17 settembre (sera del 16 settembre per il Paese andino) è stato infatti colpito da un terremoto di magnitudo 8.3 (scala Richter) il cui epicentro è stato individuato in mare vicino alla città di Illapel ed a solamente 25 km di profondità, venendo inoltre percepito in parte dell’Argentina. La causa è stata imputata allo scontro tra due placche tettoniche, quella di Nazca con quella del Sud America. A causa della sua forza e dell’epicentro superficiale si è anche verificato uno tsunami con onde che sono arrivate a 5 metri di altezza e che hanno riguardato la zona che va da Coquimbo sino a Porto Willams.

La ragione del terremoto è legata alla posizione del Paese nella zona chiamata “Cintura di fuoco” del Pacifico. La sua forma ricorda un ferro di cavallo e si estende per 40.000 km, comprendendo tutto il Pacifico. Il suo nome deriva dall’elevata presenza di vulcani e di terremoti, tanto che si stima che il 75% delle eruzioni vulcaniche ed il 90% dei terremoti mondiali riguardino quest’area. Proprio per tale ragione il Cile ha una storia considerevole di sismi, fra cui l’ultimo risaliva al 2010, con una magnitudo di 8.8 (scala Richter).

Nonostante la potenza del sisma le morti sono state solo una quindicina, mentre sono state evacuate circa un milione di persone lungo la costa. Questo dato è significativo se messo in relazione al terremoto aquilano del 2009, di magnitudo 6.3, che ha causato 309 vittime o se messo in relazione al terremoto di Haiti del 2010, di magnitudo 7.0, che ha causato dalle 100.000 alle 220.000 vittime.

Ciò che ha fatto la differenza è la concezione della “normalità” del terremoto e della conseguente politica cilena in merito.

Il Paese sud americano con la sua politica antisismica ha infatti investito molto, in parte solo dopo la catastrofe del 2010,1 sia nella realizzazione di strutture antisismiche costruite secondo un regolamento molto rigido che prevede l’uso della gomma e di contrappesi, che in strumenti tecnologici sofisticati come il sistema di rilevamento di tsunami particolarmente efficiente, così che l’ordine di sfollamento della popolazione costiera da parte delle autorità è stato dato solo dopo un minuto dallo scatenarsi del terremoto ed è rientrato una decina di ore dopo.

Al pari del Giappone, anche il Cile possiede un sistema sofisticato che rileva l’avvicinarsi di un sisma ad alto impatto che funziona tramite sensori posti nelle aree più sensibili a questo fenomeno. I sensori registrano un terremoto e producono un algoritmo che indica la posizione e la magnitudo del terremoto. Si pensi che alcune allerte sono inviate tramite la rete di telefonia mobile, tanto che ad oggi si sta sviluppando un progetto che prevede l’impiego degli smartphone come mezzi di informazione del sisma attraverso l’uso di un’applicazione.2

Data la frequenza dei sismi, il governo cileno ha anche promosso una formazione sui terremoti rivolta alla popolazione, educandola a cosa significhi vivere in una zona ad alto rischio sismico e quali siano le buone pratiche da mettere in pratica in casi come quello del 16 settembre.

Tutto ciò rende il Cile un Paese all’avanguardia e con diversi punti di forza sociali, politici, tecnologici ed economici, facendone un esempio da seguire nella prevenzione e nella risposta ai sismi.

 

Chiara Moscatelli

 

Sitografia di riferimento

www.focus.it/scienza/scienze/le-cause-del-terremoto-cileno-e-dello-tsunami

theconversation.com/chile-earthquake-how-high-tech-warning-systems-save-lives-47693

www.usgs.gov

www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/ci.html

 

 

1 Il 27 febbraio 2010 il Cile era stato colpito da un terremoto di magnitudo 8.8 con epicentro nell’Oceano Pacifico vicino alla costa di Maule, causando più di 450 vittime e danneggiando 500.000 edifici. A causa di questo evento era stata dichiarata stato di catastrofe metà del Paese.

2 Quest’applicazione innovativa funziona grazie al GPS incluso negli smatphone, che secondo gli studiosi che l’hanno creata, può rilevare un terremoto pari o superiore ad una magnitudo di 7.0. È stata pensata da dei scienziati del U.S. Geological Survey ed ad oggi è in progetto di sperimentarla in Cile, funzionando nel modo seguente: il cellulare rileva un terremoto e l’applicazione invia i dati della sua magnitudo e posizione al USGS, che può inviare così l’allerta nella zona interessata. L’obiettivo è creare un sistema ibrido che usi sia il GPS del cellulare che i rilevatori di cui sopra nell’articolo.


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