Leggo su La Repubblica che “Migranti al Cara di Bari potranno dare una mano nella pulizia delle piazze o nella manutenzione dei giardini”. Ovviamente su base volontaria. Così i richiedenti asilo, durante il periodo di permanenza nel centro di accoglienza, potranno rendersi utili alla città di Bari in un percorso di integrazione territoriale e di inclusione sociale.
A proporre l’idea - mutuata da alcuni comuni del Nord Italia e stranieri - è stato il sindaco di Bari Antonio Decaro (foto): «È una maniera per stemperare il clima di intolleranza verso i migranti» ha argomentato. «Gli ospiti del Cara potrebbero collaborare nella manutenzione delle aree a verde o nella pulizia di giardini, delle piste ciclabili o delle spiagge dando una mano alla collettività».
L’ozio, dice un antico proverbio, è padre di tutti i vizi e lasciare inoperosi tutto il giorno profughi e migranti negli alberghi, nei centri di accoglienza, in giro per le strade è il miglior sistema per far crescere verso di loro ostilità, avversione e odio. Perché dunque questo progetto di integrazione sociale non viene adottato e messo in pratica dappertutto? Per ignavia dei sindaci, l’indifferenza dei cittadini, per difficoltà pratiche, o perché si preferisce la politica del tanto peggio tanto meglio? Tanto peggio sta messa la situazione dei migranti in mezzo a noi, tanto meglio va per quei partiti politici che guadagnano voti proprio sui sentimenti di fastidio, intolleranza, risentimento, rancore, rifiuto dello straniero, dei migranti.
Che fare dunque nel nostro paese, nel nostro comune con e insieme ai migranti? Dovremmo chiedercelo tutti e attivarci, a cominciare dai sindaci e dai parroci: l’ignavia – come l’opportunismo – sono il cancro della morale e delle società. Se crediamo nella fratellanza umana (fraternité, liberté, egalité, ricordate?) e a maggior ragione nelle parole del Vangelo “ero straniero e mi avete accolto”. A meno che non la pensiamo come l’europarlamentare della LegaNord, nonché sindaco di Borgo Sesia, Gianluca Buonanno: «Se e quando arriveranno dei clandestini dalle mie parti metterò il filo spinato carico di energia elettrica intorno al perimetro del territorio del mio Comune per non farli entrare. Esattamente come si fa con i cinghiali».
Luigi Fioravanti