A due anni dalle proteste antigovernative di Gezi, un nuovo grande protagonista appare sulla scena politica turca.
Domenica 7 giugno, il partito filoislamico della Giustizia e dello Sviluppo (AK Parti) ha perso, dopo 13 anni, la sua maggioranza parlamentare, pur confermandosi come primo partito.
Il fatto più rilevante è che per la prima volta nella storia della Turchia un partito filocurdo e di sinistra libertaria, il Partito Democratico dei Popoli (HDP) di Selahattin Demitraş, entra in Parlamento avendo superato l’elevata soglia di sbarramento del 10%.
Demitraş, l’Obama turco, come amano definirlo i suoi sostenitori, vuole dare dignità, cittadinanza, a tutti, a prescindere dalla loro provenienza, dalla loro origine etnica, sociale, culturale, religiosa; dal loro genere, dal loro orientamento sessuale. Lo stesso Demitraº si dichiara di fede musulmana ma si considera uguale a chi crede in altre religioni. Ha un approccio genuinamente laico e liberale; crede nello Stato di diritto e nelle libertà individuali, quali fondamento dei diritti umani fondamentali, e questa è una cosa molto importante per la Turchia, ed anche per tutto il Medio Oriente, una regione dove il conflitto settario legato alle religioni porta a tragedie, a divisioni e a guerre.
L’Unione europea, se vuole davvero dare consistenza alla sua identità, finora solo proclamata, di soggetto politico progresso e di pace, deve dare nuovo vigore al negoziato con la Turchia e aprire subito i capitoli 23 e 24; non deve lasciare morire questa grande speranza di libertà, di laicità e di democrazia che si è accesa in Turchia, e quindi in tutto il Medio Oriente; deve valorizzare il fatto assolutamente inedito, e di inestimabile importanza, della scelta della nonviolenza e della tolleranza che sta nascendo nel paese.
Mariano Giustino
(da RadicalNonviolentNews #74, 24 marzo 2015)