– «Quando si è in tanti, quando si diventa maggioranza, si peggiora. È per questo che Fofi si è, non rassegnato, ma dedicato da un quarto di secolo alle minoranze. Non importa quanti siamo, non importa il potere, il successo, l’influenza. La cosa che conta è capire quando “bisogna smettere di obbedire”, non solo alle leggi ingiuste ma alle abitudini e convinzioni di colleghi, famigliari e amici». Alfonso Berardinelli sul nuovo libro di Goffredo Fofi, Elogio della disobbedienza civile, edito da Nottetempo.
– Il nuovo disco di Iosonouncane, DIE, uscito per Trovarobato, ha raccolto (meritatissimi) unanimi consensi. Su 404filenotfound, una intervista molto interessante in cui Incani spiega il concept del disco, da dove nasce e ciò che ha in mente per i suoi live.
– «Busi è il contemporaneo che la distrazione di massa italiana non merita. Anche Verdi veniva da una famiglia di osti, fece una gavetta durissima, tornò in provincia a cavallo del successo, ma soprattutto fu popolare (intendo l’arte, non la ricezione) nel senso più alto del termine, poiché seppe catturare lo spirito di una comunità nel tempo, bucare la crosta ordinaria di una cultura (regionale, quindi nazionale, vale a dire europea), immergersi nella fossa delle Marianne per tornar su carico di ori. Busi lo fa da una trentina d’anni». Nicola Lagioia è stato a Montichiari e ha trascorso una giornata con Aldo Busi. Il racconto su Internazionale.
– Si può recensire una giornata? È quello che ha provato a fare Cristiano De Majo sulla nuova rivista online Prismo Mag.
– «Ventisei giornalisti dell’Unità e gli ex direttori Concita De Gregorio, Claudio Sardo e Luca Landò sono chiamati a risarcire tutti quelli che, da Silvio Berlusconi ad alcuni generali dei servizi segreti, hanno fatto causa al quotidiano negli anni passati». Alessandro Leogrande sull'attacco ai giornalisti dell'Unità e del perché riguarda tutti.
– «Il 25 aprile di quest’anno, settantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo, sembra aver provocato un’ondata insolita di commozione patriottica. Ci si chiede perché, come mai». Ancora Berardinelli, questa volta sulle celebrazioni per la Liberazione.
– In lingua inglese è uscita la prima biografia di Anders Behring Breivik, tristemente noto come il mostro di Utoya. Davide Piacenza l'ha letta e ne parla su Rivista Studio.
– “Chi tra gli scrittori che oggi hanno tra i quarantanove e i sessantanove anni continueremo a leggere in futuro?” L'interessante analisi della rivista Orlando Esplorazioni, dedicato al rapporto tra scrittori nella piene maturità e giovani lettori.
Matteo Moca