La mostra aperta al Museo del Bargello dal titolo “Il Medioevo in Viaggio”, fino al 21 giugno 2015 a cura di Benedetta Chiesi, Ilaria Ciresi e Beatrice Paolozzi Strozzi (Catalogo Giunti Editore), nasce da un progetto del 2011, quando venne fondato il “Réseau des musées médieval”, comprendente quattro importanti musei europei: il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, il Musée de Cluny di Parigi, il Museum Snhnütgen di Colonia e il Museu Episcopal di Vic, in Catalogna. I quattro musei sono accomunati dal fatto di annoverare nelle loro collezioni importanti capolavori di età medioevale appartenenti in particolare ai generi della scultura e delle arti applicate. Per celebrare i 150 anni della fondazione, il Museo Nazionale del Bargello, il Ministero dei beni culturali e il Polo museale di Firenze hanno in programma alcune iniziative, che prendono avvio, proprio, con questa esposizione.
Offerta in prima battuta al pubblico parigino al Musée del Cluny tra l’ottobre 2014 e il febbraio scorso “Il Medioevo in Viaggio” approda al Bargello con il medesimo percorso espositivo, seppure rimodulato con alcune varianti dettate da motivi di spazio e dalla necessaria rotazione dei materiali più delicati.
Il “Viaggio” è componente antropologica dell’essere umano, nonostante gli innumerevoli disagi, gli uomini intrapresero viaggi fin dai tempi antichi: sia che si trattasse di cercare nuovi luoghi d’insediamento, sia per espiare colpe, per motivi religiosi o per sete di gloria. La dimensione del viaggio è da considerarsi, perciò, un elemento importante ed inscindibile della vita dell’uomo nel corso dei secoli. Basti pensare agli antichi Egizi il cui concetto di viaggio “ultraterreno” era sacro e fondamentale non solo per il defunto ma anche per l’armonia nel mondo dei vivi.
Il Medioevo fu un epoca di viaggi e viaggiatori. Spinti da motivi politici, economici, religiosi e militari, uomini di diversa estrazione sociale e diversa provenienza si misero in cammino sulle strade e sui mari, sfidando i pericoli delle intemperie e i rischi del brigantaggio e della pirateria. Si trattava di viaggi quasi sempre spaventosamente lunghi, in cui la sensazione costante di insicurezza gravava sul capo e sullo spirito: colui che viaggia e cammina giorno dopo giorno, attraversa fiumi e boschi, alla mercè del freddo pungente o del caldo torrido, senza la prospettiva di un pasto caldo, deve sviluppare un sesto senso per il pericolo, che gli permetta di stare in vita e raggiungere la meta.
Il viaggio non è mai facile, ma nonostante questo l’uomo medioevale può essere considerato un “uomo in Cammino”, in un epoca anch’essa in continuo movimento ed espansione. Il pellegrinaggio ad esempio, la testimonianza più concreta e conosciuta dell’Itinerarium medioevale, è un viaggio che esemplifica l’andare stesso dell’umanità, in una vita intesa essa stessa come cammino. L’uomo medievale avverte il senso dell’infinito, della completezza, della totalità. Lentamente, quest’uomo tende a lasciare la famiglia, la sua comunità e la città, dirigendosi verso mete lontane per raggiungere luoghi di culto, di scambio, o di conoscenza.
La mostra del Bargello, all’insegna del Medioevo e di una comune cultura europea, presenta un percorso espositivo con oltre 100 opere d’arte, in un “Viaggio” simbolico e reale, attraverso pitture su tavola, sculture in pietra, miniature, manufatti in avorio, vetrate, placchette di metallo più o meno pregiato e poi antiche carte geografiche e strumenti usati dai navigatori, come pure sigilli e reliquiari. Il percorso è costituito anche da rarissimi oggetti di uso quotidiano conservati fino ai nostri giorni quali scarpe, borse da messaggero, lettere o cofanetti da viaggio: tutte testimonianze della cosiddetta “cultura materiale”, cioè oggetti realizzati in materiali poveri, ma ugualmente preziosi proprio per la loro rarità. La rassegna è strutturata in cinque sezioni tematiche connesse ad altrettanti tipi di viaggiatori in età medievale.
1. La rappresentazione del mondo
La prima sezione presenta una sezione di carte e piante geografiche, insieme a un antichissimo globo celeste, rappresentativi dei confini del mondo conosciuto e della visione che se ne aveva nel Medioevo. I viaggi per mare sono evocati da una pergamena del 1311, firmata dal genovese Pietro Visconte, che è tra le più antiche carte nautiche conservatesi.
2. La salvezza dell’anima: pellegrini, predicatori, chierici
Come affermavo in precedenza, il pellegrinaggio fu una delle forme di viaggio più diffuse in età medievale, tanto da assumere la portata di un movimento di massa che attraversò l’Europa per secoli. Le opere esposte in mostra portano a scoprire il “corredo di viaggio” di chi intraprendeva un lungo cammino alla ricerca della redenzione. Accanto a rarissimi esemplari di calzature, sono esposte alcune delle cosiddette “insegne” che distinguevano i pellegrini, cioè le placchette che venivano cucite sul cappello o su le vesti in rapporto ai sacri luoghi da raggiungere.
3. La guerra: crociate, cavalieri e spedizioni militari
Crociati, cavalieri e militari sono i protagonisti di questa sezione dedicata alla guerra, altro motivo assai frequente di grandi spostamenti di massa. In mostra sono alcuni esemplari dell’equipaggiamento di chi a piedi o a cavallo, si reca a combattere in terre lontane. Tra gli antichi codici che tramandano racconti di viaggi reali o immaginari, troviamo qui le Cantigas de Santa Maria, che illustrano momenti cruciali delle guerre religiose, e il ‘cantare’ toscano in ottava rima, che narra le gesta di Febus, prode cavaliere errante della corte di re Artù.
4. Il viaggio di affari. Mercanti, banchieri e messaggeri.
In questa sezione, la figura del mercante è evocata da una serie di oggetti e strumenti del mestiere, essenziali per trasportare in modo sicuro merci e denaro nell’Europa medievale (scarselle, custodie, lettere di cambio, tessere mercantili, ecc.).
5. La visibilità politica e sociale. Il viaggio dei sovrani, le parate nuziali
La mostra affronta infine l’immagine delle corti in movimento. Le periodiche trasferte del sovrano o del signore nei suoi possedimenti contribuivano, con il fastoso seguito di dignitari e di cavalcature, a sottolinearne la visibilità politica e sociale, nonché l’autorità. Anche distanze molto ridotte potevano costituire un viaggio, come quello metaforico delle spose aristocratiche verso la loro nuova dimora: un tragitto simbolico evocato da due sontuose selle intarsiate, da cofanetti nuziali e da un cassone da viaggio che sembra riflettersi in quelli tessuti nel fastoso arazzo fiammingo a chiusura del percorso mostra.
Maria Paola Forlani