Firenze – La manifestazione di Parigi dello scorso 11 gennaio contro il terrorismo, proprio perché conseguenza dell'assassinio dei giornalisti satirici della rivista Charlie-Hebdo da parte di un commando jihadista, è stata anche manifestazione per la libertà d'espressione. Viste le presenze di circa 50 capi di Stati e di Governi non proprio in prima fila nel perorare la libertà d'espressione, siamo rimasti perplessi fin dall'inizio.
Proprio nei giorni successivi, i super-alfieri anti-censura, la Francia del socialista François Hollande, arrestavano l'attore comico M'Bala Dieudonné, messo sotto indagine dalla Procura di Parigi per “apologia di terrorismo” e colpevole di pesante satira essenzialmente anti-ebraica.
Oggi in Turchia, due vignettisti della rivista satirica Penuen, Ozer Aydogan e Bahadir Baruter, sono stati condannati a 14 mesi di carcere per avere offeso il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. L'11 gennaio a sfilare per le strade di Parigi c'era anche il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, organico al presidente Erdogan.
In Italia è noto il proverbio “passata la festa gabbato lo santo” (passata la festa, ci si dimentica subito dei motivi per cui si è festeggiato), e niente di meglio che attribuirlo “grossomodo” a tutti i capi di Stato e di Governo presenti a Parigi.
Citiamo solo i casi francese e turco solo per non intrecciarci in lunghe e articolate spiegazioni di un andazzo diffuso e per niente indirizzato ad una inversione di tendenza.1 Casi e situazione più che sufficienti per confermarci che la “storica manifestazione di Parigi contro la censura” non è stata altro che un fastoso rito di massa e mediatico per glorificare i poteri dominanti, tutti basati (più o meno) su censura e repressione della libertà d'espressione, tranne la salvaguardia di quella libertà che è funzionale e organica alla propria cultura e al proprio potere.
Domanda tendenziosa: cari Usa, che non c'eravate in pompa magna a Parigi e che tanto avete da insegnarci sulla libertà d'espressione (a partire dal primo emendamento della vostra Costituzione), e che in seguito avete detto che forse era meglio esserci, siete proprio sicuri? La vecchia Europa, che voi spesso in merito prendete in giro, ha anche leggi, come già in Francia e in buona gestazione in Italia, in cui è reato il negazionismo storico.2 Mentre il vostro presidente Obama fa la marcia a Selma, i nostri non mettono bocca a episodi di censura come quelli che abbiamo ricordato sopra. Speriamo di non aver bisogno di voi come è già successo nel secolo scorso per la fine della seconda guerra mondiale.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
1 Qualcuno è al corrente che, per esempio, il Parlamento italiano ha all'ordine del giorno l'abolizione dei reati d'opinione?
2 Qui la nostra opinione. Il Senato ha poi approvato il dl in merito.