Venerdì , 01 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
L'irriverente. Charlie-Hebdo: No alla pena di morte. Sempre
09 Gennaio 2015
   

Firenze, 8 gennaio 2015 – Guardiamo un po' meno a caldo quanto accaduto ieri nella sede del settimanale satirico francese. Esecrazione generale, ognuno in base ai propri convincimenti, con le scontate levate di scudi da parte di chi usa la propria ignoranza per cercare di erigerla a governo del civile: razzisti di varia tacca in prima fila. Fin qui, tutto normale. L'esecrazione è più o meno la stessa che abbiamo riscontrato per le stragi che vengono ritenute del settore, cioè quelle con matrice politica/religiosa. E come si fa a non essere d'accordo contro chi ammazza delle persone in nome di qualcosa che l'assassino stesso ritiene degno di sacrificio al proprio dio? Il “problema” nasce quando questi ammazzamenti vengono invece fatti nel nome del dio di cui si condividono i riti sacrificali.

Certo -dicono in tanti- un dio che si presuppone chieda ai propri fedeli il sacrificio umano, che razza di dio è? Per alcuni è comunque un dio perfetto, per altri è fanatismo o degenerazione da o per quel dio. Come si fa, quando accadono fatti come quello parigino, a non capire l'imbarazzo dei tanti musulmani nel mondo che mai farebbero male alla cosiddetta mosca? Lo sapevamo ieri e lo sappiamo anche oggi. In questi ultimi decenni, inoltre, non sono una grande novità gli ammazzamenti in nome di questo dio (Torri gemelle, Parigi, Londra, Madrid, per dirne solo alcune più “grosse” e più “vicine” a noi occidentali) o contro questo stesso dio (Norvegia). Se poi ci spostiamo dagli scranni di “casa nostra”, gli ammazzamenti del genere sono quotidiani (37 morti solo ieri a Sanaa/Yemen, quasi in contemporanea con Parigi). Se poi andiamo indietro nella storia, come possiamo dimenticare le stragi che i cristiani facevano con le Crociate per sottomettere (sì, sottomettere, proprio come dicono oggi gli assassini in nome del Corano) questo o quell'altro infedele.

Ma il dio è solo quello delle vergini che rimangono incinte o delle vergini che ti aspettano in paradiso? Fino ad un certo momento della storia dell'umanità, sembra che sia stato così, ma poi, con l'avvento dei secoli che stiamo vivendo ora, è arrivato anche il dio denaro e il dio civiltà. Per il primo (dio denaro) si commettono ammazzamenti ogni giorno ovunque e, con più o meno “ragioni di Stato”, gli assassini rimangono impuniti: spesso al punitore sfugge (con consapevolezza o meno, poco importa) l'ammazzamento come conseguenza del sacrificio a questo dio. Per il secondo (dio civiltà) si commettono altrettanti ammazzamenti quotidiani perché, per il mantenimento di questo dio si ricorre a sacrifici umani, animali e naturali per i quali ci si salva la coscienza istituendo organismi per la loro prevenzione e cura, ma che quasi sempre sono solo ordinatori e razionalizzatori del sacrificio già compiuto o in atto (la strage di Ebola in Africa dell'ovest, è solo l'ultimo eclatante sacrificio in ordine temporale).

Qual è il filo conduttore tra tutti questi dii? Che ci sono sempre i cosiddetti fanatici (manifesti od occulti, poco importa) che pur di onorarli, falcidiano quelli che ritengono gli ostacoli, senza pietà (direbbero i cristiani).

Rimedi? Facili non ce ne sono, perché c'è da combattere contro culture e pratiche millenarie dei seguaci dei vecchi e nuovi dii.

Tendenza per la riduzione del danno? Si tratta, in ogni caso, di pene di morte. E come i Paesi cosiddetti più civili combattono la pena di morte, altrettanto potrebbe essere fatto liberandosi di ogni presunta missione a cui si è ispirati in nome del proprio dio ritenuto più buono o meno cattivo di quello dell'altro. Quando sentiamo cose tipo “supremazia dei valori occidentali”, “lotta contro la censura”, etc. riferendosi a fatti come quelli di Charlie Ebdo, restiamo perplessi. Sono frasi che forse avrebbero senso se si trattasse di imbastire una iniziativa contro un qualche presidente o re occidentale che sequestra questo o quell'altro giornale che riporta cose a lui non gradite. Ma nel nostro caso sono inutili. Ve l'immaginate, quando e se dovessero essere arrestati gli assassini di Charlie Hebdo, si dovesse dir loro qualcosa tipo “non è giusto che tu lotti per la censura della nostra libertà di espressione”... non capirebbe di cosa stiamo parlando.

Si tratta -a nostro avviso- solo di una lotta universale contro tutti coloro che infliggono e praticano la pena di morte, partendo dal dato di fatto che quando questa pena viene comminata, lo si fa sempre in nome di un dio che viene ritenuto superiore. Se invece ci liberassimo di questi dii superiori, forse la lotta contro questa pena di morte potrebbe essere più efficace e -sempre forse- essere compresa dai più, anche e soprattutto da quelli a noi più lontani e nemici.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc 

 

 

Illustrazione. Penguen, uno dei più importanti settimanali satirici turchi, in lutto per l'attacco contro Charlie Hebdo.


Articoli correlati

  Un fumettista ebreo, testimone della Shoah, fra le vittime dell'attacco a Charlie Hebdo
  Asmae Dachan. Condanna contro l’attentato al settimanale Charlie Hebdo
  Vetrina/ Federica Bonzi. Ritardi di me
  Roberto Fantini. Dopo Charlie Hebdo
  Roberto Malini. Il profeta in lacrime
  Wolinski, Cabu, Charb, Tignous: non dimentichiamoli e impegniamoci come loro per la libertà
  Cipi. 7 gennaio 2015, Paris
  L'irriverente. Dopo Parigi. Libertà d'espressione: come prima, più di prima...
  Roberto Fantini. Matite temperate e fucili spezzati
  Domenica/ Matteo Moca. Dalla Buona Scuola alla Letteratura Che Aiuta a Vivere Meglio
  Giuseppe Civati. Je suis laïque
  Carlo Forin. Strage di libertà in Francia
  Domenica/ Matteo Moca. Non abbiamo paura
  Giuseppe Galimberti. Pensieri sui fatti di Parigi
  Gioiosa. Recosol ammaina bandiera francese
  Janù per Charlie Hebdo
  Iniziative/ 7 febbraio: poesia e arte nella Giornata contro il terrorismo
  Felice C. Besostri. La strategia del terrore e quali risposte
  Roberto Malini. La fede che uccide
  We are Orlando
  “Sacra violenza: terrorismo, guerra, religione, dialogo e libertà”
  Roberto Malini. Vignette satiriche, spazio di libertà
  Roberto Fantini. Quale sorte per i diritti umani?
  Patrizia Garofalo. Fucilata la parola
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.5%
NO
 29.5%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy