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La tragedia dell’inemendabile malumore e del satellite che ruotava intorno Antigone 
Gianfranco Cordì incontra Remo Bodei a Scholé 2014
28 Luglio 2014
   

1. I CONIUGI. Antigone rappresenta la ribellione. Ma Elias Canetti afferma, del resto, che l’ordine è molto più antico del linguaggio. Per cui il soggetto pensante viene caratterizzato indubbiamente da un animalità ordinata che in genere si fa centrare sull’asse valoriale, mentre il linguaggio (che è lo stesso logos di Antigone oltre che di Prometeo) è anche ragione, discorso, comunicazione e ragionamento – l’uomo è ordine del discorso (Foucault). Oppure: funambolo ed alpinista (ordine all’interno del rischio oppure rischio all’interno dell’ordine). Ma Antigone è colei che (dis)obbedisce; Antigone è (diss)idente; è (dis)tante. Remo Bodei –durante la sua conversazione (tenutasi domenica 27 luglio 2014 presso l’ex Convento dei Minimi di Gioiosa Jonica, durante la prima delle cinque giornate di “Scholé”) – ha dichiarato semplicemente: «Non c’è potere senza ubbidienza». In parole povere Antigone, con la sua propria modalità di protesta, potrebbe essere una possibile pedina della Politica ma non del Synopticon.

2. LA SEPARAZIONE. Evidentemente una qualche forma di separazione è davvero avvenuta. La ribellione è possibile nei confronti della Politica e le riforme sono pensabili solo nel senso del Potere costituito. Chiedo a Remo Bodei: «Prendiamo per un attimo in considerazione l’insieme che contiene tutti i fatti. Questo insieme contiene anche i fatti performativi. Quelle parole che producono immediatamente delle cose. Dal suo volume La vita delle cose si evince che per “cosa” noi dobbiamo intendere quella serie di oggetti che io ho davanti a me hic et nunc. Rispetto a tali performativi questo Potere che oggi si è separato dalla Politica riesce ancora a generare delle interpretazioni limitate cioè relative esclusivamente ai fatti in questione e non ad altro?»

3. IL DIVORZIO. Non c’è Potere senza obbedienza dice Remo Bodei. E per chi vi è coinvolto suo malgrado l’ubbidienza è e rimane un mistero doloroso. In fondo quando il soggetto umano obbedisce sta sacrificando se stesso (e la propria libertà) ad alcuni Poteri che sono completamente estranei a lui. L’uomo è sempre legato (come voleva lo stesso Dostoevskij) all’idea di un branco (di una piccola voce interiore che viene alla luce prima che venga fuori la coscienza). L’uomo è prima di tutto un funambolo e secondariamente un alpinista che sacrifica la parete ed il divertimento della scalata al rischio. Quindi all’interno dell’animale razionale vi sono almeno due tipi di marchingegni: i valori (il funambolo) e il linguaggio (l’alpinista): ma esiste qualcosa per cui valga la pena di lottare? Insomma esiste Antigone? Remo Bodei afferma ancora: l’ubbidienza diminuisce subito la nostra spontaneità. Mentre la (dis)ubbidienza fa aumentare il rischio. Il funambolo era naturale e divertito mentre l’alpinista continuava a sbeffeggiare la parete rocciosa. In definitiva se il New Realism propone una ubbidienza al Potere ed il Postomdernismo una (dis)ubbidienza civile e civica oltre che intellettuale ci si può tranquillamente domandare – diremmo noi con Bodei – se oggi il Potere è concretamente e veramente concentrato nel Mercato. La risposta del filosofo sardo alla mia domanda prende proprio origine da questo spunto e continua così: «Attraverso la mitologia greca ci possiamo spiegare tante cose. Per venire al suo esempio lo scudo che protegge gli eroi dai mostri è stato interpretato da più parti come quella difesa che il logos stesso ci ha offerto. Oggi questa totale immunizzazione a mio giudizio è venuta meno. Certamente, i performativi esistono. Dunque che cosa è cambiato? Che l’indebolimento delle leggi dello Stato ha prodotto una condizione nuova. Quella definita appunto dal New Realism. Si sono sfaldati i legami tra gli uomini». Bodei sta dicendo a chiare lettere che occorre mantenere i conti sempre in pari e permettere alla grande finanza di andare avanti con le forze del Mercato. Il Potere può quindi permettere interpretazioni relative sempre al settore di appartenenza di chi va ad interpretare. Il performativo interessa tanto il linguaggio quanto l’asse valoriale. «Si deve cambiare la Politica riformando. Cioè facendo della Politica qualcosa di noi e non di un qualche io-personale». Antigone è possibile nella Politica mentre nei riguardi del Potere agisce Prometeo. Rispetto ai due coniugi (Politica e Potere) ed alla loro separazione nasce un concetto nuovo. La ribellione di Antigone contro la Politica e la scalata di Prometeo sulle vette del Synopticon. La Politica si avvicina alla stagione delle riforme, mentre il Potere deve cercare di mantenere fermi e indefettibili il fuoco e le tecniche (in una parola, la Cybersfera). Ma Remo Bodei fa tesoro del magistero del New Realism fino in fondo. Conclude il proprio intervento dicendo: «Il capitalismo scomparirà necessariamente non per i suoi successi ma per i suoi insuccessi».

 

Gianfranco Cordì


 
 
 
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