Chi ci volesse andare (e la visita merita un viaggio) si faccia prima indicare bene quale stradina lungo il canale imboccare per arrivarci, evitando così i percorsi avanti e indietro che ho fatto, ospite in macchina di Elisa Forcato, per raggiungere infine ambedue l'iniziativa che includeva la nostra presenza.
Per uscire dalle allusioni criptiche, ricorderò che a Bolzano il Circolo la Comune, del cui Cda sono componente, ha fatto tempo fa una “lettura scenica”, con apparecchiatura molto essenziale e “povera”, sulle vicende di malamministrazione che giornalisti del manifesto hanno scoperto e denunciato con precisione in Trentino/AltoAdige.
Era una copiatura da un evento precedente, molto ben studiato e preparato da Rosangela Pesenti ed Elisa, più le due straordinarie attrici triestine di Sapore di mele: dico tutti i nomi, perché la citazione è il fondamento etico obbligatorio degli studi detti morali o storici o umanistici, che non possono fondarsi sul ragionamento deduttivo, né sulla verifica sperimentale.
A me sembrò allora che un evento di tal tipo avesse una qualche originalità e incontrasse l'esigenza di trovare un modo di comunicazione veloce e interessante, ma anche agile e trasportabile, insomma una cosa da piacere oggi e che non appesantisca le vicende (tutte documentate), ma nemmeno si accontenti dell'urlo indiscriminato che -come si è poi presto visto- è politicamente vago e generico, tendenzialmente di destra e facilmente assorbibile.
Le tenaci insistenze di Italo Scotoni che generosamente ha attribuito a me sola il testo messo in scena, invero scritto in notevole parte e tutto documentato per opera sua, mi hanno spinto ad accettare che il tutto venisse rappresentato anche a Forte Marghera, e adesso può fare altri giri, la prova della sua efficacia c'è.
Nello spazio che al Forte ospita spettacoli si è dunque rappresentata la vicenda degli scandali al nord, nelle virtuose regioni speciali e pie terre nordiche. Il risultato è stato molto interessante. La presenza di Elisa Forcato, che ha scelto ordinato ed eseguito la musica per arpa che accompagna e sottolinea l'intera lettura, mi ha convinta che quella che chiamo “alfabetizzazione totale” è necessaria, che un solo modo di comunicare (leggere scrivere e far di conto) trattiene sotto la soglia dell'alfabetizzazione necessaria nelle società complesse. Di ciò Forte Marghera con i suoi laboratori di ceramica per bambini e bambine, i suoi begli esperimenti di pittura con uso di plastica coloratissima direttamente intesa come materia espressiva ecc. ecc. è un vivace esempio.
Ma la cosa più straordinaria del Forte è l'uso del territorio, e in esso il riuso di tutto ciò che vi è contenuto ed esiste. A questo punto bisogna citare a lettere d'oro Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale del Veneto e tutti i e le volontarie che si organizzano intorno e con lui, le associazioni coinvolte, i gruppi addestrati, le avvertenze adottate, insomma tutto ciò che serve per poter usare con libertà ed efficacia, sicurezza e libertà e grande bellezza ciò che fu pensato eseguito e usato fino alla fine della seconda guerra mondiale come Forte, una struttura militare, la polveriera che l'Imperoaustroungarico costruì in posizione “strategica” ovviamente e che anche il passaggio di Napoleone arricchì di costruzioni e parchi a scopo di mimetizzazione (il tempo va da mura e costruzioni cinquecentesche, al massimo di impegno dopo la seconda metà del XVIII e nell'Ottocento). Insomma un mondo militare molto efficiente, che ospitò bombe e cannoni ancora visibili e conservati, ma anche una ricca flora di tigli magnolie nespoli melograni ecc. ecc.
Ciò che oggi il Forte è appare come un mirabile esempio di uso della sovranità popolare sul territorio, a norma del secondo comma art1cost., là dove dice: “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita secondo la legge”: solo che la legge non c'è ancora e invece la sovranità viene usurpata da forti e corruttori poteri economici che invadono i territori con Tav Tac Muos ponti Mose ecc. spesso irreversibili strazi di terreni: delitti che non possono avere remissione.
Per ora mi fermo qui, avendo dato un breve e insufficiente resoconto, ma ci tornerò.
Lidia Menapace