Il Comune riemetta subito le ingiunzioni prima di sanatorie o prescrizioni. Il Sindaco è politicamente responsabile
Grazie a un accesso agli atti, apprendo che tra il 10 e il 13 aprile 2014 il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, avrebbe dovuto pagare 510.488 Euro al Comune di Milano, come corrispettivo delle multe a lui attribuite come candidato a causa delle affissioni abusive relative alla campagna elettorale delle comunali 2011. Uso il condizionale, “avrebbe dovuto pagare”, perché nel frattempo, due giorni prima, esattamente l'8 aprile, intervenne la Direzione sicurezza urbana e coesione sociale del Comune con una Determina dirigenziale che annullò le ordinanze di ingiunzione emesse nei confronti del Sindaco e degli altri due candidati che erano già stati raggiunti dai verbali. L'annullamento delle ingiunzioni di pagamento fu motivato ufficialmente dal Comune in ragione dei possibili vizi di forma nella procedura seguita, così come contestati nel ricorso del candidato Edoardo Croci. Quello che però non fu reso noto (nemmeno dopo la mia esplicita richiesta in aula) è proprio il fatto che il Sindaco stesso era uno dei destinatari di tali ingiunzioni, e che gli erano rimaste 48 ore per decidere se pagare 510.488 euro o dimettersi. Infatti, mentre Edoardo Croci, non essendo Consigliere comunale, era libero di fare ricorso, se il Sindaco avesse presentato ricorso sarebbe decaduto dalla carica, sulla base della legge che prevede che «non può ricoprire la carica» di Sindaco, Consigliere comunale o circoscrizionale «colui che ha lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile od amministrativo con il Comune».
Vi era forse un'urgenza nell'annullare tutte le ingiunzioni in relazione al ricorso Croci? No, non vi era alcuna urgenza, essendo stata fissata l'udienza Croci vs Comune davanti al giudice di pace per il 29 maggio, dunque 51 giorni dopo l'annullamento delle ingiunzioni e 49 giorni dopo la scadenza per il pagamento da parte del Sindaco. L'unica scadenza immediata era quella che pendeva sul Sindaco. Nella Determina dirigenziale di annullamento dell'8 aprile si legge che il Comune «determina di riemettere tempestivamente nuove ordinanze di ingiunzione emendate dai vizi» di forma. Sono passati 64 giorni e non è stato riemesso nulla. L'assessore Granelli ha preannunciato che ci vorranno probabilmente 120 giorni, termine che cade in piene vacanze agostane e dunque lascia prevedere un rinvio a settembre. Considerata la “tempestività” dell'annullamento, si tratta di tempi inaccettabili e pericolosi, essendo già passati più di 3 anni dai fatti ed essendo più vicini i tempi di prescrizione per chi potrà fare ricorso (non il Sindaco) nel contestare gli oltre 6,2 milioni di euro di verbali, per non parlare dei rischi di nuove sanatorie parlamentari.
Ritengo doveroso che il Comune di Milano prenda tutte le misure necessarie sul piano organizzativo per riemettere immediatamente, corrette dai vizi di forma, le ingiunzioni di pagamento che furono annullate, incluse quelle destinate al Sindaco Pisapia, per poi procedere al più presto anche con le altre. Ritengo il Sindaco politicamente responsabile di ogni mancata riscossione delle multe, incluse quella a lui destinate. Spero che Pisapia si renda conto che questa è, per Milano, l'occasione di divenire la prima grande città italiana a sanzionare in modo concreto un comportamento illegale che noi Radicali contestiamo e denunciamo da decenni in perfetta solitudine.
Marco Cappato
(dal suo Blog, 11 giugno 2014)