Era un uomo speciale Huber Matos. In tutti sensi. Eravamo nel 1958, lui faceva il maestro di scuola e coltivava riso a Manzanillo, dalle parti della Sierra Maestra, Oriente cubano. Fu tra i primi oppositori al regime di Fulgencio Batista, si unì a Fidel e all'Esercito Ribelle, conquistò sul campo il grado di Comandante e contribuì al trionfo della Rivoluzione. Cadde presto in disgrazia, però, perché in disaccordo con la deriva comunista del processo rivoluzionario. Fu accusato nel 1959 di alto tradimento e dovette scontare 20 anni di reclusione in patria. Esiliato a Miami, fondò il movimento Cuba Indipendente e Democratica, per diffondere nel mondo la sua visione democratica e il tradimento degli ideali rivoluzionari. A Cuba oggi nessuno lo ricorderà, anche se pure lui ha contribuito alla causa ed è stato tra i coraggiosi che scacciarono Batista. Ha avuto il torto di non essere comunista, se così si può dire, ma ha avuto il coraggio di mettere nero su bianco tutti i suoi dubbi, pagando con la galera le sue convinzioni democratiche.
Muore a 95 anni, per un attacco cardiaco, lucido e intelligente come sempre, a differenza del rivale Fidel che gli sopravvive come l'ombra di se stesso. Verrà sepolto in Costarica, secondo le sue volontà, in attesa che la sua terra sia libera e possa di nuovo accoglierlo. Il Costarica è un paese importante nel passato del Comandante, perché fu il suo rifugio dalle truppe di Batista che lo braccavano. Huber Matos, il mitico Comandante della Colonna 9 “Antonio Guiteras”, entrò all'Avana a fianco di Fidel e di Camilo Cienfuegos. Avevano posizioni democratiche molto simili, Huber e Camilo, il primo fu arrestato per tradimento, il secondo scomparve in un misterioso incidente aereo. Huber Matos è sempre stato convinto che Camilo venne ucciso, così come la sua detenzione fu una conseguenza della svolta autoritaria castrista. Riposa in Pace Comandante Huber. La storia ti assolverà.
Gordiano Lupi