Firenze – «Non è una truffa», ha detto il presidente del consiglio dei ministri, Enrico Letta, riferendosi al 2 per mille che, nella nuova legge che avrebbe abolito il finanziamento pubblico ai partiti, è quanto il contribuente può decidere di girare ad un partito politico sottraendolo alle tasse che versa allo Stato. Non è un truffa -dice Letta- perché è su base volontaria e, se il contribuente non indica nulla, lo Stato non girerà nulla a nessun partito.
Ci viene spontanea una domanda: allora l'8 per mille alle confessioni religiose è una truffa? Visto che, nella fattispecie, lo Stato leva l'8 per mille da tutte le dichiarazioni dei redditi, anche di coloro che non hanno indicato la confessione religiosa a cui stornarlo, e lo ripartisce percentualmente così come indicato dai contribuenti che hanno espresso la propria scelta.
Più di qualcosa non ci è mai tornato nell'8 per mille alle confessioni religiose, per cui, sentire che il premier Letta qualifica il metodo del 2 per mille ai partiti come una non-truffa, ci fa venire in mente che altri metodi di sottrazione millesimale dalle denunce dei redditi potrebbero essere truffaldini. E il parallelo con la più famosa sottrazione dell'8 per mille, è conseguenziale: esistono due pesi e due misure?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc