Una città.
Intrico di confini sovrapposti
di più limiti
che si offre e si nega.
Un’alta parete promette un segreto giardino.
Forse un profumo, e i segni-sacri-del varco
che dicono la figura in ogni dove
e moltiplicano il desiderio.
Ferrara. Città di interni.
Arabesco di percorsi
che penetrano il cuore dei luoghi
nel rito dell’ammissione e della violazione.
Uno sguardo assorto pensa la città
in un’ombra che s’incurva alla campagna.
Quanta Ferrara c’è in questa scrittura che mi fa percorrere
le camere della tua anima,
l’enigma di un sorriso
dove intravedo un’altra nostra stanza?
La nebbia,
ineffabile impedimento
fa aprire altre porte
e costringe ad osservare ostinatamente
il proprio sogno
Patrizia Garofalo testo e foto