Al netto di tutte le lacrime, della vergogna, del lutto nazionale per la infinita tragedia (l'ultima, dopo quella per l'uso delle armi chimiche in Siria e dopo tutte le altre che l'hanno preceduta) che ha fatto un cimitero del nostro cuore; al netto dei fondamentalismi che non esiteranno a ridurre anche la morte di esseri umani ad argomenti polemici (sì, proprio alla stregua dell'Imu o del punto dell'Iva!); al netto della rabbia e del dolore... non possiamo rassegnarci e chiudere il capitolo, magari sospinti dalla prossima “emergenza” che immancabilmente spazza via la precedente.
Bene, dunque, la proposta di attribuzione del premio Nobel per la Pace ai lampedusani, che certamente lo meritano (altro che Putin!). Ma non sarà con questo che potrà essere lavata la coscienza dell'Italia o dell'Europa. Occorrerà pur prendere atto che qualche errore in passato sia stato compiuto e cercare umilmente la strada per porvi rimedio. E allora, se per calcoli meschini o semplicemente per ignavia nei mesi scorsi è stata persa l'occasione dei due referendum (reato di 'clandestinità' ex art. 10bis testo unico sull'immigrazione e permesso di soggiorno ex artt. 4bis e 5bis del medesimo T.U.) che avrebbero consentito una riforma dell'accoglienza e della cittadinanza, e nemmeno si è voluto dar ascolto alla forte parola di papa Francesco (qui evocata nell'immagine), si trovino altri strumenti concreti per andare in quella direzione. Un millimetro al giorno: si metta al lavoro il Parlamento; e così il Governo, per quanto gli compete, anche per riuscire ad inaugurare una politica dell'immigrazione, come della sicurezza, a livello comunitario. Forza e coraggio! (Enea Sansi)