12 referendum: no al finanziamento pubblico dei partiti e per una giustizia giusta
Facendo seguito alle iniziative degli scorsi mesi sulle proposte di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia e del testamento biologico, contro la tortura, a favore della legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri e per la depenalizzazione del consumo delle droghe con la conseguente riduzione dell’impatto penale, i Radicali iniziano ora, anche in provincia di Sondrio, la raccolta di firme per i 12 referendum denominati “cambiamonoi” e “per una giustizia giusta”.
Il primo appuntamento con i cittadini che vogliono sottoscriverle sarà sabato 29 giugno, dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 19, a Sondrio in piazza Campello, seguito poi da una presenza, in serata, al “Summer Sound Festival” presso il parco Bartesaghi (parco Adda Mallero) dalle 20 alle 23 circa.
Inoltre in tutti i Comuni italiani sono disponibili i moduli per i referendum sulla giustizia mentre, per ora, solo a Sondrio e Morbegno è possibile firmare gli altri referendum. Prosegue invece l'iniziativa per l'eutanasia legale, sottoscrivibile, oltreché ai tavoli radicali, nei seguenti Comuni: Sondrio, Morbegno, Cosio, Talamona, Ardenno, Berbenno, Mantello, Cercino, Tirano, Villa di Tirano, Bianzone e Grosotto.
Questi i 12 referendum:
1. Per abolire il finanziamento pubblico dei partiti, attivato attraverso i cosiddetti “rimborsi elettorali” che hanno aggirato il voto plebiscitario abolizionista dei cittadini nel 1993. Vogliamo che i partiti siano finanziati per la forza delle loro idee, e non in forza del loro potere.
2. Libertà di scelta nella destinazione dell’otto per mille. Chiediamo che la quota relativa alle scelte non espresse sull’8xMille (attualmente più del 50% del totale, circa 600 milioni di euro l’anno, ridistribuita alle confessioni religiose) rimanga allo Stato.
3. Divorzio breve, per eliminare i tre anni di separazione obbligatoria prima di ottenere il divorzio, con l'intento di ridurre il carico sociale e giudiziario che grava sui cittadini e sui tribunali in termini di costi e durata dei procedimenti.
4. Abrogazione di quelle norme della legge sulle droghe che riempiono le carceri di consumatori. Essendo impossibile una vera legalizzazione, a causa di convenzioni internazionali stipulate dall’Italia, vogliamo che sia evitata la pena detentiva per fatti di lieve entità, mentre resterebbe la sanzione penale pecuniaria.
5-6. Immigrazione: abrogazione delle norme che ostacolano il lavoro e il soggiorno regolare. Per cancellare il reato di clandestinità, un reato aberrante che punisce una condizione anziché una condotta e per eliminare quelle norme che incidono sulla clandestinizzazione e precarizzazione dei lavoratori migranti.
7-8. Per la responsabilità civile dei magistrati, perché non si ripetano più casi come quelli di Enzo Tortora: processi-mostro al termine dei quali i responsabili non pagano mai e affinché in tempi rapidi il cittadino possa ottenere il giusto risarcimento per i danni e per le ingiustizie patite.
9. Per la separazione delle carriere dei magistrati, poiché è un diritto del cittadino essere giudicato, come avviene in tutte le democrazie occidentali, da un “giudice terzo”, obiettivo e imparziale. Obiettività e imparzialità che si ottiene, come diceva Giovanni Falcone, solo separando le carriere del Pubblico Ministero e del Giudice.
10. Per il rientro nelle funzioni proprie dei magistrati fuori ruolo, affinché centinaia di magistrati dislocati nei vertici della Pubblica Amministrazione tornino alle loro funzioni originarie, così da smaltire l’enorme quantità di processi che si sono cumulati, destinati inesorabilmente a diventare carta straccia per prescrizione.
11. Contro l’abuso della custodia cautelare, visto che attualmente migliaia di cittadini vengono arrestati, e restano in carcere in attesa di processo per mesi, in condizioni incivili. Perché il carcere preventivo, cioè prima della sentenza di condanna, si applichi solo per reati gravi.
12. Per l’abolizione dell’ergastolo, per dare piena applicazione alla Costituzione. La detenzione deve avere come finalità la rieducazione del condannato: è un principio di civiltà giuridica in clamorosa contraddizione con il carcere a vita e il “fine pena mai”.
Gianfranco Camero
p. RADICALI SONDRIO