New York – Yoani Sánchez, la blogger cubana dissidente che si trova in questi giorni negli Stati Uniti, ieri è stata ospite al Palazzo di Vetro dell’associazione dei corrispondenti dell’Onu, l’UNCA. Ma il suo incontro con la stampa internazionale accreditata alle Nazioni Unite è stato un percorso ad ostacoli: infatti poco prima del suo arrivo, l’Onu ha negato all’UNCA la grande sala “Dug Hammarskjold” dove di solito avvengono questo tipo di conferenze e dove si tengono i briefing giornalieri dei giornalisti con i portavoce del Segretario Generale Ban Ki Moon.
Così Yoani è stata ascoltata tra i corridoi degli uffici dei corrispondenti, che hanno improvvisato una “piazza” dove poter fare domande alla più famosa blogger del mondo.
Stefano Vaccara, giornalista di America Oggi e di Radio Radicale, ha presentato Yoani citando l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e poi ponendo subito questa domanda: il magistrato Paolo Borsellino ucciso dalla mafia, diceva che chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore solo una volta. Hai paura? «Io non ho paura fisica, ma temo ogni giorno che possano bloccare la mia missione sociale di fare informazione. Ho paura che distruggano la mia reputazione, il mio diritto alla libertà d’espressione».
Tante le domande poste dai giornalisti internazionali. Ecco due risposte con cui Yoani ha mostrato la sua indipendenza e il suo coraggio per andare avanti nella lotta per la libertà d’espressione a Cuba:
«Castro non è Cuba. Castro non è la nazione. Castro non è il rappresentante del popolo cubano».
«La comunità internazionale deve smettere di pensare che Cuba sia la sola nazione del mondo dove l’unanimità di opinione sia la norma. Cuba deve diventare il posto dove tutti i cubani potranno coesistere nel pluralismo».
(da Notizie Radicali, 22 marzo 2013)