Il regime castrista, se pur non brilla per velocità di idea ed esecuzione, è molto attento ai nuovi media e agli strumenti di comunicazione digitale che possono influenzare l’opinione pubblica cubana.
Un esercito “di utenti di regime” si occupa di partecipare a forum e blog tematici online. Si occupa professionalmente di postare commenti su quotidiani digitali o addirittura, come strumento di opposizione alla opposizione digitale, crea delle figure sulla falsa riga dei dissidenti politici più famosi.
In questa battaglia dei bit Cuba era rimasta un po’ indietro da un punto di vista tecnologico ma sta cercando le soluzioni.
Il primo passo è stato quello di “assorbire” la quota primaria del fornitore monopolista a Cuba di tecnologia atta alla trasmissione fonia-dati. A febbraio del 2011 Cuba ha comprato dalla Telecom Italia la società ETECSA. Chi è stato l’acquirente ufficiale? La Rafin. La finanziaria cubana appartenente alle Forze Armate.
È comunicazione di fine agosto 2012 che l'Etecsa installerà una nuova piattaforma di gestione della posta elettronica operante sulla Isla. Lo scopo comunicato è quello di rendere questa piattaforma più efficiente per quello che riguarda la lotta allo spam elettronico (la spedizione da parte di sistemi automatici di email pubblicitarie non gradite).
I dissidenti politici cubani, e i giornalisti indipendenti, purtroppo ci raccontano da anni di un funesto rapporto tra l'Etecsa e il regime. Rapporto che ha consentito un utilizzo dell’investigazione telefonica in quantità massiva, limitando ancor di più le già modeste aree di libero dibattito politico.
Cosa si rischia ora? Che dietro l’installazione di questa più moderna piattaforma di gestione della posta elettronica si celino nuovi strumenti di repressione e controllo digitale. Appare molto strano che un governo che ha come principio base quello di limitare ai propri cittadini l’accesso alla rete Internet ora si preoccupi di fornire moderni strumenti per la posta elettronica.
NuovaCuba
Documentazione
» Matteo Mecacci: Lettera aperta al Presidente di Telecom Italia
(1° dicembre 2006)