Voto unanime del Consiglio regionale: il cimitero paleocristiano sarà il “Giardino della memoria dei martiri cristiani”, luogo di silenzio, di meditazione e di preghiera, come ai tempi di S.Ambrogio
Nella seduta di martedì 24 luglio 2012, il Consiglio regionale della Lombardia ha posto fine a 12 anni di follia oscurantista, di arroganza e di volgare affarismo che hanno messo a rischio e intaccato uno dei luoghi più sacri alla memoria dei milanesi e di tutti i cristiani: il Cimitero ad Martyres, cioè il dormitorio di coloro ai quali, per fede cristiana, è promesso il risveglio della resurrezione.
Il Consiglio ha approvato all'unanimità dei presenti la Mozione [QUI PDF] proposta dai Radicali per Sant'Ambrogio (firmata da esponenti di tutti i Gruppi tranne l'UDC), compiendo una svolta decisiva verso il rispetto dei valori spirituali universali, culturali, storici, civili e religiosi connessi a quel luogo, caro a S. Ambrogio, alla sorella Santa Marcellina, al fratello S. Satiro, a S. Agostino e alla madre Santa Monica, luogo di sepoltura dei martiri Gervasio e Protasio, esumati da Ambrogio nel 386 e da lui posti nella Basilica martyrum appena costruita e dove poi li ha raggiunti; luogo di sepoltura di Victor, Nabor, Felix, pii Mediolani martyres, celebrati nel XII inno di S. Ambrogio e custoditi nell'antica Basilica naboriana e in S. Vittore in Ciel d'Oro, e poi nella basilica di S. Vittore al Corpo.
Lucio Bertè, portavoce di questa battaglia radicale, ha dichiarato:
«È stata una vittoria della politica perché questo risultato era mancato di un soffio nel 2009, quando aveva prevalso la lobby affaristico-immobiliarista legata alla realizzazione dei parcheggi interrati nel Centro storico di Milano spinta dal duo Berlusconi-Albertini. Oggi il Consiglio ha dimostrato di aver maturato la consapevolezza della posta in gioco e la volontà di arrivare fino al risultato concreto, anche imponendo le prerogative che la Costituzione e la legge riconoscono alla Regione.
La solenne dichiarazione di notevole interesse culturale del Consiglio regionale al rispetto dei valori storici, civili e religiosi, etnoantropologici e identitari connessi al sito del Cimitero ad Martyres, una volta notificata al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, farà scattare degli atti conseguenti da parte di quest'ultimo, atti questa volta obbligati per il Ministero, che invece all'inizio della vicenda, nei primi anni 2000, scelse di non compiere d'ufficio, infine autorizzando lui, nel sito ad Martyres, l'esecuzione di lavori distruttivi e incompatibili con la natura storica del luogo, contro il parere delle stesse Soprintendenze lombarde. E alla fine sarà il Ministero che dovrà accollarsi il costo delle opere troppo facilmente e stranamente da lui stesso consentite, relegando le Soprintendenze lombarde ai controlli marginali e scontati sulla stabilità degli edifici storici e sull'estetica del giardinetto di copertura del parcheggio. Rispetto alle iniziative anche giudiziarie di Italia Nostra, del FAI e dei comitati cittadini, tutte centrate sulla tutela dei Beni architettonici e archeologici, della Basilica di S.Ambrogio e della Piazza come sua area di rispetto, assolutamente fondate, ma tutte archiviate, la scelta originale dei radicali è stata quella di puntare tutto sul rispetto dei valori immateriali, spirituali, simbolici connessi alla stessa terra del sito cimiteriale, con le sepolture dei martiri e dei primi cristiani, di poco valore archeologico (“povere tombe”) ma di immenso valore spirituale e storico. Su questo aspetto non è mai stata consultata la Soprintendenza competente, quella ai Beni storici e immateriali protetti dalle Convenzioni dell'Unesco, che avrebbe dovuto impedire la rimozione delle sepolture e la dissacrazione del sito, destinato contra legem ad un uso non conciliabile con la sua natura storica e simbolica. Ora invece quel sito cimiteriale potrà diventare un luogo di silenzio, di riflessione, di meditazione e di preghiera come “Giardino della Memoria dei Martiri cristiani”, realizzabile in pochi mesi, in tempo per le celebrazioni dei 1700 anni dell'Editto di Milano del 313 per la libertà religiosa, diritto anche civile proclamato allora proprio grazie ai martiri, ma ancora oggi da affermare nel mondo».
Radicali per Sant’Ambrogio