Questa mattina, la Corte d'Appello di Milano ha rigettato, dopo mezz'ora di camera di consiglio, il ricorso di Angelo Costanzo (Pd, Sondrio) che così decade dalla carica di Consigliere regionale.
Il caso era stato aperto dalla denuncia del radicale sondriese Gianfranco Camero (foto), che aveva rilevato la tardività delle dimissioni di Costanzo da una società controllata dalla Regione in occasione delle elezioni regionali del 2010. La sentenza è immediatamente esecutiva e al decaduto subentrerà il primo dei 'non eletti' nella lista regionale Pd.
Gianfranco Camero ha dichiarato: «Dopo la sentenza di Cassazione che ha fatto decadere il Pdl Giorgio Pozzi (il mese scorso, ndr) per gli stessi motivi di incandidabilità, la sentenza di oggi rappresenta un piccolo passo avanti in direzione del rispetto dello Stato di diritto».
«L'elezione di Pozzi e Costanzo» ha aggiunto Lorenzo Lipparini, rappresentante della Lista Bonino - Pannella «era stata ratificata all'unanimità da tutti i partiti del Consiglio regionale lombardo; la sentenza di oggi va a colpire dunque non soltanto un singolo episodio, ma le gravi e trasversali responsabilità politiche da parte di un Consiglio regionale totalmente abusivo».
«Dalle firme false apposte in nome di Roberto Formigoni al tentativo bipartisan di salvataggio di candidati incandidabili, il Consiglio regionale della Lombardia è divenuto ormai luogo simbolo di un'opera sistematica di distruzione della democrazia» ha concluso Marco Cappato.
Anche Angelo Costanzo, non presente all'udienza, ha diffuso una dichiarazione nel primo pomeriggio. «Spiace che i radicali», conclude la nota «con la loro azione, facciano venire meno la rappresentanza di un esponente del territorio in Regione. Continuerò con la stessa passione il mio impegno politico e sarò sempre a disposizione del Partito Democratico».
Singolare lo scarico di responsabilità 'politica'... come se non fossero state la superficialità e la malafede con le quali è stata gestita la fase elettorale a produrre l'odierno risultato.
Vanno ora, se mai, scoperchiate le responsabilità della Giunta per le Elezioni, e così forse anche Roberto Formigoni la smetterà di andare in televisione a dichiarare che nessun provvedimento della Regione da lui amministrata è mai stato nemmeno censurato, e, in provincia di Sondrio, di chi, ricoprendo ruoli gestionali, ha tentato di falsificare le carte in tavola. (Red.)