Dice il Consiglio di Stato che il TAR Lazio non doveva intervenire nel merito della ampia discrezionalità, propria delle pubbliche amministrazioni nella scelta del pubblico interesse. Così, in un colpo solo, il Consiglio di Stato da una parte cancella la ragione stessa di esistere di un Tribunale Amministrativo, dall’altra afferma che i cittadini, i comuni, le ASL del territorio, non rappresentano l’interesse pubblico che, invece, è monopolio di Marrazzo, Di Carlo (benché defunto), Cerroni e Polverini.
Una sentenza costruita su una sequenza impressionante di falsità e disinvolti ossequi al comando padronale. La dichiarazione di pubblica utilità di Marrazzo nel 2007, benché emanata prima di ogni obbligatoria Valutazione Ambientale, è pienamente legittima; la VIA negativa per Cerroni, nel marzo 2008, non è più una Valutazione Impatto Ambientale, ma una specie di avviso alla proprietà; le reiterate sospensive emanate in violazione degli stessi termini fissati dalla Regione, rientrerebbero nelle… discrezionalità amministrative; la VIA positiva di ottobre 2008 pubblicamente rivendicata da Di Carlo e cassata dal TAR nel 2010, una cosa magnifica che risolve tutti i problemi. Dice il Consiglio di Stato che la veste dell’impianto come esce dalla VIA di ottobre 2008 prefigura un impianto che non impatta con le falde acquifere ed è praticamente senza emissioni in atmosfera.
Ora, a parte il fatto che le falde in discarica dove Cerroni vuole costruire il suo inceneritore sono già ampiamente compromesse, come accertato da ARPA nel 2010 ed ENEL nel 2011, sulla base dei numeri di Cerroni i consumi idrici di questo impianto oscillerebbero tra i 670 mc3/giorno nella prima VIA, poi 300 mc3/giorno nella VIA successiva, infine 150 mc3/giorno nell’ultima versione, ottenuta falsificando i consumi nel reattore, nelle vasche per la formazione del granulato, nei processi di raffreddamento in caldaia, negli scambiatori di calore, nelle torri di evaporazione. Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, basta computare i dati relativi al funzionamento della 1ª e unica linea di esercizio dell’inceneritore di Malagrotta per osservare le tonnellate di ossidi di azoto, carbonio e zolfo emesse, oltre le quantità di diossine e quelle mai definite di nano-polveri connesse.
In un solo punto i Giudici della V sezione del Consiglio di Stato non hanno potuto favorire Cerroni: l’autorizzazione alla cantierizzazione firmata da Marrazzo nell’ottobre 2008 come commissario straordinario quando il commissariamento era scaduto dal giugno precedente. Cerroni, AMA, ACEA non potranno usare fondi pubblici CIP 6. Naturalmente il CdS ha travolto qualsiasi vincolo: destinazione urbanistica e zona agricola, nonché le previsioni dei Piani Paesistici regionali e provinciali, e così via. Il Consiglio di Stato insomma ha scelto per sé il ruolo del plotone di esecuzione, ma noi non abbiamo nessuna intenzione di aspettare passivamente il colpo di grazia. Valuteremo tutti gli strumenti legali residui: la Corte Europea, nuovamente il TAR, il Tribunale Civile e quello Penale; è però chiarissimo che la partita si gioca tutta sulla capacità che avremo tutti e tutte noi di IMPEDIRE MATERIALMENTE QUESTO SCEMPIO. IMPEDIAMO LA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE, CHIUDERE LA DISCARICA DI RONCIGLIANO.
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Coordinamento contro l'inceneritore di Albano