Apre la nuova raccolta di Sandra Evangelisti un’epigrafe di De Saint Exupéry da Il piccolo principe tanto significativa in se stessa quanto capace di fornire subito una direttrice secondo cui attraversare il libro: «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi». Ed è proprio con il cuore che, dal retroterra della sua fragilità, il poeta dichiara la sua intenzione profonda: «Solo vorrei / nominare / le cose della vita. // Dare loro il nome umano / che il mondo delle cose / ha loro tolto. // Perché qualcuno / sia chiamato / - anche per poco - / uomo». Dichiarazione che rimanda a quella poetica della Parola che rende universale il particolare e lo innalza a una dimensione superiore destinata a durare più a lungo nello spazio e nel tempo.
L’attenzione è dunque alla parola capace di parlare alla nostra parte migliore e più nobile, secondo una convinzione che è ben esplicitata in corso d’opera, perché «Muta resta / senza respiro / se non è voce / all'anima» e «Non parola / non vita / se non viene / dal profondo». E, d’altra parte, perseverando nella considerazione comunque di una obiettività del valore primario dell’esistenza rispetto alla sua verbalizzazione anche poetica: «Non la parola / ma la vita / è canto. / Canto di tutti. / Canto di ogni uomo». Dentro, insomma, un radicamento etico che ha una sua sacralità laica di perfetta corrispondenza di Bene, Vita e Letteratura.
Si attesta addirittura nelle poesie di questo libro uno sviluppo autonomo e originale dell’idea del pensiero poetante di leopardiana memoria nel segno di una nominazione creatrice, quando l’autrice dice con grazia ferma e incisiva: «La parola / cuore / della vita. / Un respiro / che pensa / e nomina / la sua stessa / natura. // Io pensante / che pensando / nomina / il mondo» e, poco più avanti: «L'io ricurvo / su se stesso / nomina la vita. / E forma / le cose». E, in questa creazione di seconda istanza, la parola non è soltanto fedele alla vita o semplice specchio della vita, ma diventa rivelazione di quello che altrimenti resterebbe congelato e inerte dentro le cose e perfino dentro le persone, restituendo palpitazione ed impulso al sentire: «Emozione / forma del respiro. / Sentimento. / Vita stessa. / Non oggetto / fermo / che non muta».
È la parola che rende eterne e immutabili le emozioni dell'uomo e le assume alla sfera più alta. La realtà interiore che si contrappone e completa quella esteriore, facendo dell’esperienza stessa della vita qualcosa di grande e durevole al di là della caducità che è propria di ogni cosa materiale. Lo “spirito nella lingua” di cui parlava Mario Luzi: ciò che, appunto, rende universale il particolare e lo innalza ad una dimensione sovrannaturale e durevole. Insomma, «Non la parola. / La sua vita», cioè lo stadio vivente della parola, addirittura nel senso stesso totalizzante che apre il vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo.”
A partire da questa base di poetica, che lungi dall’essere meramente propositiva o teorica si condensa come intensa sostanza esistenziale del verso, Intanto tutto procede rivela il suo campo privilegiato, l’amore, e trascina il lettore nel cuore della sua materia incandescente. Del resto, il processo appare conseguente e inevitabile per il poeta: «Trema / all'improvviso / - la mente -. / Si fa vuota / assente. // Si oscura il cuore / dimentica il presente. // Non è troppo dolore. / Più spesso amore. / Fulminante».
All’amore si addice la parola di fuoco per eccellenza. E la parola di fuoco, che è una di quelle più difficilmente maneggiabili, domina con misura espressivamente matura tutto il libro: non solo, nella seconda parte, l’intensissimo poemetto per quadri e scene di passione “Estasi”, ma anche le molte poesie d’amore della prima sezione. Ovunque, nell’intera raccolta, la grande avventura dell’amore si riconsegna alle sue interne autofondanti ragioni assolute. Le ragioni, appunto, che la poesia sa testimoniare non in un modo generico, ma sempre estremamente puntuale. Ogni poesia si richiama a quel giorno preciso, a quell’ora e a quel luogo determinati: nella continuità e nella ripetizione, comunque irripetibili. Infatti, come scriveva Anna Achmatova, «l’amore è bello e terribile proprio perché è una cosa di tutti i giorni, la più dolce delle nostre abitudini per il suo eterno presente dentro l’attimo fuggente».
Ogni stimolo esterno si fa sentimento e quel sentimento “ditta dentro” la poesia che, con accesa emotività, intreccia l’amore ai problemi esistenziali proiettando tutto nel mondo esterno, dove però i sentimenti si fanno intimi e sacri come in un santuario privato. Si stabilisce ogni volta una relazione tra la complessità dello stato sentimentale interiore e la costruzione del testo secondo un ricco impiego di mezzi stilistici. A dominare è l’immaginazione piena di colori, di metafore e di simboli, di armonie. Con uno stile personalissimo e un linguaggio vivido di grande libertà espressiva e metrica, Sandra Evangelisti tiene sotto controllo le diverse intonazioni del suo canto di passione, di tenerezza e di sincerità, priva di inibizioni e di intellettualismo, nutrita di esperienza più che di saggezza come deve essere appunto nell’amore.
Paolo Ruffilli
Sandra Evangelisti, Intanto tutto procede
Edizioni del Leone, 2010, pagg. 64, € 8,00