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Commercio internazionale d'armi: dal nuovo Governo ci aspettiamo un aumento di trasparenza 
Interrogazione a Mario Monti presentata dai senatori radicali
14 Marzo 2012
 

Nelle ultime edizioni del “Rapporto annuale sui lineamenti di politica del Governo in materia di controllo dell’esportazione, dell’importazione e del transito dei materiali d’armamento”, si è riscontrata l’esportazione di materiale d’armamento verso paesi come la Turchia per 1.483 milioni di euro, l’Arabia Saudita per 1.212 milioni, gli Emirati Arabi Uniti con 682 milioni, il Pakistan 648 milioni e l’India 594, il Qatar (2,2%), l’Oman (2,0%) e la stessa Libia che è poi stata sottoposta ad attacco anche delle nostre forze armate. Nonostante ciò, si rileva sistematicamente la mancanza in questi dossier, dell’allegato contenente il “Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito”. Tale mancanza riduce il controllo del Parlamento e della società civile e limita le informazioni circa l’operato in materia degli istituti di credito.

 

Nell’ultimo biennio, secondo le analisi dell’Istituto di ricerche internazionale Archivio Disarmo, le industrie italiane hanno esportato più di un miliardo di euro di armi leggere, e le partite più ragguardevoli sono state acquistate, direttamente o attraverso triangolazioni commerciali, anche da paesi che hanno combattuto o stanno combattendo contro i nostri soldati impegnati in azioni di peace keeping, e in ogni caso verso paesi sottoposti a embarghi internazionali, in cui sono in atto conflitti e si riscontrano violazioni dei diritti umani. L’ultimo rapporto di Amnesty International ha rivelato un’altra amara verità: le armi realizzate da marchi italiani – industrie a volte delocalizzate – sono state segnalate nelle regioni coinvolte nelle battaglie della “primavera araba” e sono state utilizzate dai regimi in pericolo per reprimere gli insorgenti in Egitto, Libia, Tunisia e Siria. Per queste ragioni, con il senatore Marco Perduca, abbiamo rivolto un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, per sapere:

- se il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha previsto di reinserire nel Rapporto annuale sui lineamenti di politica del Governo in materia di controllo dell’esportazione, dell’importazione e del transito dei materiali d’armamento, l’allegato che riporta le indicazioni delle singole operazioni autorizzate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze agli Istituti di Credito relative all’esportazione di armi italiane, denominato “Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito”;

- se si intenda provvedere all’integrazione e alla pubblicazione della documentazione, la così detta “Tabella S”, relativamente anche agli anni 2010 e 2009 come previsto dalla legge;

- se si intenda, vista la grande e qualificata esperienza derivante proprio dalla legge n. 185/90, decidere di aumentare gli standard di controllo, soprattutto a livello internazionale, includendo le armi leggere, tra i controlli accurati della 185/90;

- se si intenda, infine, verificare lo “stato di salute” della legge n. 185/90 viste le modifiche subite nel corso degli ultimi anni e la residua capacità che la norma ancora ha nell’assicurare controlli e trasparenza sui trasferimenti armi e di evitare il rischio di esportare armi italiane in teatri di guerra o che siano utilizzate per commettere gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale

 

Donatella Poretti

 

 

Qui il testo dell'interrogazione


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