Il “film” è una particolare tipologia di quella grande famiglia che sono le “immagini in movimento”. Il film ha avuto negli ultimi decenni alcune evoluzioni interessanti, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla produzione, alla distribuzione e alla fruizione. L’analisi si concentrerà sulle modalità, vecchie e nuove, di produzione, distribuzione e fruizione di un prodotto filmico, prendendo spunto dal contesto fruitivo tradizionale, il cinematografo, per parlare di altri contesti i quali, grazie allo sviluppo di nuovi media e tecnologie, hanno reso possibile la visione del prodotto in modo svincolato dalla classica “situazione cinematografica”. Molti cambiamenti sono stati possibili grazie all’avvento delle tecnologie digitali, le quali, con l’abbattimento dei costi, hanno permesso ad un numero maggiore di persone di cimentarsi nella produzione e distribuzione di un film. Oltre al media classico, la televisione, nuovi personal media sono diventati col tempo di utilizzo comune: i lettori mp3, mp4, il telefono cellulare …il Personal Computer, strumento che racchiude in sé le funzionalità e le potenzialità di tutti gli altri e che inoltre, grazie anche alla rete internet, offre anche ai non addetti ai lavori nuove possibilità di produzione, distribuzione e fruizione di un prodotto filmico.
Il cinematografo
Parola evocativa di tempi passati… di quando la gente, per vedere un film, doveva recarsi in un luogo preciso, dove si pagava il biglietto, dove ci si sedeva, dove si spegnevano le luci, dove si doveva stare in silenzio.
Il cinematografo è stato per decenni l’unico luogo nel quale si poteva visionare il film. Il film era girato e inciso su pellicola, messo su grandi ruote e proiettato al pubblico in sala. Il cinematografo era anche il luogo nel quale, non esistendo ancora la televisione, oltre ai classici film si vedevano i Cinegiornali. Il Cinema, inteso come la “situazione cinematografica” sopra descritta, è ancora ben presente al giorno d’oggi, ma non in una situazione di monopolio come nei tempi passati. Il bellissimo film Nuovo cinema Paradiso, di G. Tornatore, ci fa rivivere la magia di quel modo di intendere la “situazione cinematografica” classica. Nel film si possono anche vedere due nuove modalità di fruizione del film, che ai giorni nostri si sono ulteriormente evolute, grazie ai progressi tecnologici. In una scena del film, quando per il notevole afflusso molte persone non avevano potuto assistere alla proiezione in sala, Alfredo gira il proiettore dall’interno della sala verso la piazza gremita di gente e con stupore le persone presenti vedono il film proiettato sulla parete di una casa: è il cinema all’aperto, ma sempre vincolato a un luogo specifico. Infatti non era possibile spostare fisicamente l’attrezzatura dal luogo di proiezione. Nello stesso film, alcuni anni dopo, si vede Totò, che ha preso il posto di Alfredo, che riesce a trasportare le attrezzature, ora molto meno ingombranti, all’aperto, su una barca, svincolando così la proiezione del film dal consueto luogo di fruizione.
Il cinema all’aperto è una variante del cinema “al chiuso”, ed è una situazione non molto felice in quanto bisogna fare i conti con alcune variabili che possono influenzare negativamente la fruizione: il rumore ambientale, l’acustica, le condizioni atmosferiche, la dispersività. Molto più funzionale è la visione del cinema in locali predisposti, che però non debbono corrispondere per forza alla sala cinematografica.
Con la nascita e lo sviluppo della televisione e successivamente dei lettori VHS da tavolo molti film girati su pellicola cominciarono a subire una trascrizione anche su cassetta VHS. Il cambiamento importante stava nel fatto che mentre al cinema si andava a vedere il film una volta sola, con la VHS si poteva vedere e rivedere lo stesso film in un contesto differente, tutte le volte che si voleva, in tempi e modi decisi dal fruitore, con costi una tantum (legati all’acquisto della videocassetta), nei luoghi dove era presente una televisione e un videoregistratore. Questi luoghi fisici si sono via via moltiplicati fino a corrispondere al giorno d’oggi alla singola abitazione. Il film era lo stesso di quello proiettato al cinematografo, gli schemi produttivi erano gli stessi (era girato su pellicola, veniva creato innanzitutto per il circuito cinematografico e solo successivamente per il circuito televisivo), ma con il supporto VHS erano aumentate e si erano diversificate le modalità di distribuzione e di fruizione. Solo molto dopo si assisterà alla produzione di film girati appositamente per il circuito televisivo.
Una differenza percettiva, per chi comunque non abbandonò il cinematografo in favore della VHS e del televisore, era legata alla migliore qualità visiva della pellicola, allo schermo cinematografico molto grande e con diverse proporzioni, che garantiva visioni diverse e più particolareggiate, l’atmosfera particolare e l’aspetto socializzante del cinematografo.
Col tempo e con la nascita di supporti e attrezzature nuove, i produttori di film cercarono di migliorare l’aspetto qualitativo delle immagini per il mercato televisivo. Nacquero e si affiancarono alle VHS i supporti DVD, e lettori DVD da tavolo, da collegare al televisore. I televisori diventarono sempre più grandi, l’immagine sempre meglio definita, i formati dello schermo si adattarono ai formati cinematografici (nasce il formato16:9).
Fino alla fine degli anni '80 tutto il discorso legato alla fruizione del prodotto filmico ruotava attorno al binomio cinematografo-televisione. In realtà questi media erano in una situazione di duopolio o, meglio, non si sentiva da parte del pubblico l’esigenza di altri media che potessero costituire una migliore alternativa alla fruizione del film. Oltretutto, con la nascita delle cassette VHS iniziò l’era della “pirateria”, cosa improponibile e non praticabile quando il cinema era solo su pellicola. Chi non poteva vedere il film al cinema poteva acquistarlo in VHS e duplicarlo per gli amici, dividendone i costi (lo stesso fenomeno si stava verificando anche nel campo musicale col passaggio dal disco in vinile alla “cassetta” e poi al CD audio).
Il rapporto che la maggior parte dei soggetti aveva avuto fino agli anni 90 con il film era confinato al ruolo di “fruitore”. Sia per l’alto costo di cineprese, pellicole e attrezzature varie, che per la competenza tecnica richiesta nelle varie fasi di produzione del film, pochi erano quelli che, pur non essendo professionisti, si erano avventurati nell’impresa, che tuttavia si esauriva nella produzione e nella fruizione solo a livello micro di filmati “di famiglia”. Con l’avvento del formato VHS iniziarono però a diffondersi tra la gente comune anche le prime videocamere VHS (erano abbastanza ingombranti rispetto a quelle odierne poiché avevano un vano che doveva contenere una cassetta VHS). La videocassetta registrata veniva tolta dalla videocamera e inserita direttamente nel lettore VHS collegato alla televisione. L’aspetto che in questa sede ci interessa sottolineare sono le nuove possibilità che si stavano aprendo alla gente comune non solo per quanto riguardava la fruizione ma anche per quanto riguardava la produzione di un film. Non essendo però ancora sviluppate né le strumentazioni e le tecnologie digitali a basso costo né la rete internet, il montaggio, e la distribuzione del prodotto restavano fuori della portata del singolo.
Il personal computer (e gli altri)
Con la diffusione verso la fine degli anni 90 dei personal computer, si sono innanzitutto integrate in questo strumento le prime tecnologie già presenti sul mercato: lettore cd e lettore dvd, in modo da poter utilizzare tutti i supporti e le tecnologie già utilizzate per la fruizione di un prodotto filmico. Si è poi giunti ad interfacciare il PC con gli altri media (il televisore, il videoregistratore, il lettore CD\DVD).
Inizialmente, per questioni tecnologiche non ancora ben sviluppate, il video si poteva vedere sullo schermo del PC “a scatti”, non a schermo intero…
Con il perfezionamento del PC (schede grafiche, memoria, processore, dispositivi di memorizzazione potenti…) si è potuto fruire della visione del film al PC, con immagini migliori che sul tradizionale schermo televisivo. Solo negli ultimi anni però gli schermi del PC sono diventati di grandezza simile a quelli televisivi: i primi tempi vedere un film al computer non era molto rilassante. Inoltre i primi monitor PC (i cosiddetti CRT), emanavano molte radiazioni dannose. Va detto che ultimamente, con la diffusione di strumenti multimediali in miniatura come ad esempio i lettori MP3, MP4 e telefoni cellulari, la grandezza del filmato non ha più un importanza cruciale come al cinema. Altri fattori sono diventati importanti come la mobilità (la possibilità di vedere il prodotto filmico ovunque ci si trovi), la interfacciabilità dei dispositivi tra loro e con il PC, lo scambio di filmati autoprodotti, la socializzazione tramite i video… Chi non vuole rinunciare anche alla visione classica del film continua a frequentare il cinematografo… o si sarà forse dotato di un videoproiettore da collegare al PC, o ai lettori dvd\divx, e allestire a casa o in qualunque posto una proiezione.
Negli ultimi anni il collegamento tra PC domestici e la rete internet tramite la cosiddetta “connessione a banda larga”, unitamente allo sviluppo tecnologico di hardware e software (come ad esempio le videocamere digitali, le schede di acquisizione video e i software di montaggio e di compressione video), hanno ampliato le possibilità e le modalità di produzione e di distribuzione del prodotto filmico. Qualsiasi persona dotata di competenza e creatività può produrre un video e distribuirlo tramite internet in molti modi. Per poter fare un minimo paragone con il film proiettato al cinematografo dovremmo prendere in considerazione solo alcuni generi, come il cortometraggio e il documentario. Non bisogna pensare che tutti i video abbiano dignità per il semplice motivo che tutti hanno gli strumenti per poterli produrre (ad esempio tutto quel filone di video nei quali si riprende un evento e semplicemente lo si “mette su internet”). Il rischio è quello di passare da un estremo all’altro, dalla élite dei maestri (e delle case cinematografiche) al populismo dei video personali girati col cellulare, senza passare da una attenta analisi critica attraverso la quale valutare pregi e difetti di un filmato.
Un punto di attrito tra il Cinematografo ed Internet è sicuramente la possibilità, offerta dalla tecnologia peer-to-peer e da software appositi di scaricare sul proprio PC i filmati che vengono proiettati nelle sale cinematografiche o che ormai non sono più in circolazione. Senza indagare se questo comportamento sia lecito o meno a scopo personale, sotto l’aspetto culturale e didattico i vantaggi sono molteplici: dal potersi costruire una mediateca personale, al rivedere film d’epoca, documentari introvabili, cortometraggi, al preparare una lezione scolastica, …tutto questo implica un “attività” da parte della persona, che si contrappone alla consueta “passività” alla quale ci hanno abituato sia la televisione che le case cinematografiche.
Anche se la qualità non è la stessa della pellicola e se non c’è la magia del cinematografo i film scaricati da internet permettono a tutti di crearsi una personale cultura cinematografica.
Una riflessione finale
Bisogna capire che nella storia delle immagini in movimento non c’è “evoluzione” ma complementarietà: le diverse tecniche convivono, non generano una scala di valori su che cosa sia o no un “film” o un video e non ne aggiornano ogni volta una “grammatica” universale semplicemente perché questa grammatica non esiste. Il discorso sulle immagini in movimento è un discorso “aperto”. (Alberto Pian, Dalla lavagna al dvd)
Possiamo concludere che la differenza più evidente tra “prodotto filmico” e “immagini in movimento” sia solamente lo “schermo” che le proietta? Lo schermo del cellulare, che è diverso da quello dell’MP4, che è diverso da quello dell’Ipad, che è diverso da quello del PC, che è diverso da quello del cinema… ecc.?
Siamo circondati da schermi che proiettano in continuazione immagini in movimento: a casa, al bar, al metrò, per strada…
Con l’introduzione continua di nuovi “schermi proiettanti” sarà fondamentale riuscire ad ampliare, aiutati in questo lavoro dal contributo teorico, metodologico e pratico della Media Education, i campi tradizionali di studio e di valutazione di un prodotto filmico, con l’obiettivo di fare chiarezza sulla differenza tra “film” e semplici “immagini in movimento”.
Luca Vitali