Come da tradizione è uscito, a cura di Silvana Ceruti, il Calendario Poetico del Laboratorio di lettura e di scrittura creativa della Casa di reclusione di Milano Opera.
Corredato di una magnifica serie fotografica di Francesco Rota, avente per (s)oggetto i muri – tanti, colorati, cangianti, diroccati e fantasiosi muri metropolitani –, a ogni mese è dedicata una poesia. Il tempo si dipana, fra le pagine, come un carosello lirico. Sentimenti si aprono, dispongono e giustappongono: dalla gioia alla disperazione, dalla malinconia alla voglia di felicità e alla speranza.
Scrive nella prefazione Silvana Ceruti, sensibile e squisita docente, esperta di formazione, nonché inventrice e anima del Laboratorio: «Che sia per tutti un anno di serenità di nuovi cammini e – perché no? – di gioia... nonostante oggettive difficoltà che stiamo vivendo. Chiediamo per noi e auguriamo a voi tutti di aprire occhi di speranza, capaci non solo di vedere il presente, ma di contemplare l’avvenire. E non è questo augurio frutto di un facile ottimismo, ma la consapevolezza che oltre a lavorare per cambiare il mondo occorre anche lavorare per cambiare il nostro sguardo. Mi viene in mente una celebre frase di Goethe: “Ognuno vede ciòche porta in cuore”. Ci porti questo 2012 un viaggio nell’ascolto di noi stessi, un viaggio nella purificazione dello sguardo per poter incontrare davvero avvenimenti e persone in modo nuovo. Uno sguardo capace di incontrare tutti, anche le “persone invisibili”, quelle che stanno al di là di muri. E ci sono muri fisici – fatti di cemento – e muri culturali, muri ideologici, muri psicologici... Muri fatti spesso di paure, di pregiudizi, di disattenzione. Questo viaggio è in questo calendario, anche un viaggio nel cuore delle persone che vivono dietro le mura della Casa di reclusione di Opera. Esse ci permettono questo viaggio nel loro intimo offrendoci le poesie che accompagnano i mesi, poesie frutto di un ascolto profondo di se stessi. Scrivere poesie, pubblicare antologie e calendari poetici (questo è il decimo!), sono solo un effetto secondario di un lavoro di comunicazione con se stessi e con gli altri che si compie nel Laboratorio di lettura e di scrittura creativa di Opera. Un effetto importante però perché permette alla voce di queste persone di uscire all’esterno, di creare un ponte tra il dentro e il fuori, di rompere quella linea di confine che separa un carcere dal mondo esterno. Allora si può scoprire che anche nella diversità di esperienze, di azioni, di condizioni di vita; anche nella diversità di fedi e di opinioni, il desiderio della felicità il desiderio di essere amati e il dolore della solitudine sono unici ed uguali per tutti».
Aggiungo a queste sagge e belle parole la mia personale riflessione: “Muri. Simboli di protezione, spesso emblemi di separazione. Invalicabili. Come limiti, ostacoli, barriere. Oltre, lo sguardo s’apre. Agli altri, alla libertà. La libertà del cuore e della mente, la fantasia che vaga immune da debilitanti confini. Non potevano esservi immagini più significative a corredare il presente Calendario Poetico che quelle dei muri trovati nel suo sensibile vagabondaggio per le strade della metropoli e dello sterminato hinterland da Francesco Rota. Muri che questa volta non trattengono né disuniscono, anzi comunicano, trasmettono: tavole su cui s’imprimono colori, sensazioni, emozioni, vita. Belli nonostante, senza volerlo, senza saperlo. Un parallelo perfetto con le pareti di parole che a noi si mostrano e svelano nelle pagine di questo calendario, nelle sue varie forme poetiche. Ciascun uomo può svincolarsi dagli opprimenti muri del Male, dalla riprovazione, dall’abbandono, dalla disillusione, dal degrado per tornare a percorrere i sentieri del mondo. La catarsi, nella più vasta accezione, è il vero potere della poesia, un luogo dove l’ambizione mira, semplicemente, al bello e al buono, al dono di sé alla comunità. Interpretazione della realtà per il tramite di una lingua arcana a tutti comprensibile. Empatia. La poesia è viaggio interiore, itinerario di scoperta, «un luogo anche per gli anni persi» e dove fare i conti con se stessi perché le «stelle ricomincino a brillare» e un «passato scombinato» si ricombini nel presente e, soprattutto, nel futuro. Un atto d’amore, un anelito. Questa è la lezione dei Partecipanti al Laboratorio. Scorrete questi versi che accompagnano l’implacabile e pur magnifico rosario dei giorni: vi inviteranno alla meditazione, vi commuoveranno e vi divertiranno; ultimo ma non meno importante, sgretoleranno le assurde muraglie del pregiudizio. Perché nessun muro può trattenere e contenere a lungo, men che mai per sempre, il cuore, la mente, la fantasia”.
È ora il caso di dare spazio ad alcune poesie:
(Gennaio)
Mi fermo
in ascolto del vuoto,
in cerca di pace
e resto in un silenzio
che domina lo spazio e
i sensi,
in equilibrio. Ascolto
il tempo
sull’orlo di un pensiero
muto.
Sospeso, sul filo dell’esistenza
busso alla memoria.
Trascendono i ricordi.
E cerco di afferrare il tempo
col palmo delle mani spalancate.
G.C.
(Marzo)
Torno sui miei passi
come un vecchio film
coloro il tempo sbiadito
respiro la sua voce
incontro il suo sorriso
apro le braccia avvolgo il mondo.
Non ci vuole un’intera vita
per morire.
L.T.
(Giugno)
La mia poesia è cosa rapida
tra le colonne acide della notte
interrompo i sogni e... scrivo
Rileggendo gli anni nudi
accarezzo la zona delle dita del cuore
pensando alle verità in equilibrio
tra due bugie
Sono sempre a mezzo metro dalla felicità
G.F.
(Agosto)
Ci sono immagini ben stagliate
sui muri della mia cella,
nella notte, nell’ombra.
Ogni amore temporale
per me ha avuto solo il sapore
di ricordarmi ciò che ho perduto.
Chi può vanagloriarsi di essere uomo
in una tale situazione?
A forza di pensarmi,
io ormai sono i miei pensieri.
Piango
come un mendicante il silenzio chiuso
di tutte le porte, ho disperso
la mia personalità in orge di coesistenza
e sono sicuro che tutto quello che
ho scritto sono brandelli di niente,
frammenti di falsa vita,
con il suo triste sorriso.
G.C.
(Settembre)
Ci sono le nuvole all’orizzonte:
offuscano il sole, attenuano la luce,
trattengono il calore,
debilitano le forze. Attraverso di loro
osservo la vita, filtro l’anima residua di me.
C’è il mare dinanzi ai miei occhi:
con le onde mi respinge,
cancella le mie orme. Deposito i ricordi
sulla riva a meditare.
(Sembra ci sia e non ci sia
come tutto il mondo che cerco)
Il mio animo è rimasto bambino.
Ora sto piangendo, è spaventoso.
Ci sono le nuvole nella mia esistenza;
quale vento saprà spazzarle via
senza trascinarmi con sé
G.T.
(Ottobre)
Veglia sulla torretta un fucile spietato
ai margini di una casa circondata da
malinconica siepe.
Pericolose, psichedeliche allucinazioni,
non manca nessuno, la gente non parla ed
i cani condividono una cuccia,
danzando la coreografia di
un’altra croce.
V.R.
(Novembre)
9 febbraio ore 21:00
Ti sei risvegliata.
Sul tuo letto hai lasciato un solco
l’ombra di un sonno fetale.
I tuoi passi
hanno l’impronta di
eterno viaggio
per ritornare
in quel luogo
dove già sei stata.
(Un sondino era il sogno)
Ora hai ritrovato la leggerezza
di ali di farfalla.
Ti è compagna l’aria.
S.G.
Non ce ne voglia chi non è comparso in questa selezione. Son solo problemi di spazio. Le poesie sono tutte di gran valore formale, oltre che genuino specchio esistenziale. Un commovente bagno di umiltà e umanità.
Per chi volesse saperne di più o avere una copia del Calendario Poetico del Laboratorio di Opera ve ne sono di disponibili alla Libreria Claudiana di via Francesco Sforza 12/A, Milano. Il ricavato servirà a promuovere nuovi progetti editoriali e letterari che si creeranno nell'ambito del Laboratorio.
Alberto Figliolia