I genitori degli studenti di terza media di Morbegno sono giustamente preoccupati. La risposta definitiva da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale in merito al numero di classi da attivare l’anno prossimo all’Istituto Tecnico “Saraceno” arriverà a breve e le previsioni paiono tutt’altro che rassicuranti. Al Tecnico morbegnese e in tutte le scuole superiori della provincia i posti potrebbero non essere sufficienti ad accogliere tutte le domande di iscrizione. I ragazzi e le ragazze ‘in esubero’ verrebbero allora ‘riorientati’ – è questo il termine tecnico – verso lo stesso tipo di scuola in un’altra città o verso un altro tipo di insegnamento nella stessa città. La mannaia dei tagli si abbatte così sul futuro dei giovani e delle giovani valtellinesi. La scuola pubblica diventa a numero chiuso. Alcuni e alcune sì, altri e altre no. Per sorteggio: potrebbe essere addirittura questo il criterio di (non) scelta. Una sciagura che potrebbe scardinare l’offerta formativa, già debole, della provincia di Sondrio.
Non era mai successo. Chiunque viva la scuola nel quotidiano sa bene quanto i tagli operati finora abbiano compromesso il funzionamento del sistema formazione. Negli ultimi anni, la mancanza di trasferimenti ha costretto dirigenti (i pochi rimasti in provincia a gestire più scuole contemporaneamente), professori e genitori a barcamenarsi nel tentativo di garantire servizi minimi e una didattica adeguata. In più di una scuola persino fare fotocopie o sostituire un docente assente per un giorno è diventato un problema.
Oggi, assistiamo ad un passaggio ulteriore. La necessità di tagliare 20.000 cattedre si traduce in una drastica compressione della libertà di scelta del percorso formativo. Professori e professoresse a casa, studenti e studentesse ‘riorientati’. In un territorio come il nostro, caratterizzato da una mobilità complicata dove l’allarme trasporti degli studenti era già esploso all’inizio dell’anno, il ‘riorientamento’ potrebbe quindi comportare nella maggior parte dei casi la forzata decisione di cambiare tipo di indirizzo formativo con buona pace del diritto allo studio costituzionalmente garantito (o tale dovrebbe essere).
L’attacco alla scuola pubblica operato dal Governo PDL-Lega è senza precedenti e non può essere definito che vergognoso! Difendere il diritto all’istruzione dei giovani e delle giovani di oggi significa difendere il Paese di domani ed è ciò che il Partito Democratico continuerà a fare. A livello locale, ci auguriamo che, tra un litigio e l’altro, anche l’Amministrazione provinciale trovi il tempo di occuparsi dei problemi concreti delle famiglie e dei ragazzi e delle ragazze valtellinesi. Questa, oggi, è la questione prioritaria.
Partito Democratico della provincia di Sondrio