"La nonviolenza ha fatto la nuova storia dell'Egitto. Ha vinto il metodo di Gandhi e di M.L. King"
Barack Obama
Lo zio di Ruby (neanche lui, ci giureremmo, sapeva di avere una nipote così irrequieta e leggermente scapestrata e di avere rischiato l'anno scorso una grave crisi diplomatica con il nostro Paese) si è dimesso. Sic transit gloria mundi, e giorni incredibili per il mondo arabo.
È caduto un politico e capo di stato ormai detestato e vituperato come un odioso despota e dittatore, da trent'anni in sella, quanto basta, così dicono, per essersi creato un patrimonio personalfamiliare di tutto rispetto.
Ora le democrazie occidentali plaudono alla rivolta del popolo egiziano e prima ancora di quello tunisino. Si stanno riscattando dal peccato di avere sostenuto e omaggiato il Rais in tale lasso di tempo e nella sua parabola di potere.
Anche la nostra stampa adesso svela di tutto: dalla corruzione pubblica che a ogni livello dominava nel Paese del Nilo alle carceri e alle torture in esse inflitte, dagli oppositori ammutoliti alle libertà conculcate, dalla povertà diffusa ad amplissimi strati sociali agli intellettuali intimoriti. Insomma, sembra che l'Egitto di Hosni Mubarak, ex generale, ex vicepresidente e, praticamente, presidente a vita sino a ieri, fosse la sentina di tutti i mali. Non si sapeva prima?
Barak Obama cita con ragione e acume il Mahatma Gandhi e la caduta del Muro di Berlino. Speriamo che l'evoluzione sia verso la piena democrazia.
Vien da pensare che l'universo arabo – fermenti in Marocco, Libia, Yemen, Algeria et alia – possa volare verso un nuovo risorgimento, una seconda età dell'oro, un'era laica nel senso migliore del termine, nel rispetto di fede e cultura più che millenari, una riscoperta di sé in relazione non offesa con chi diverso da sé.
Commovente è stato il moto di massa degli egiziani, con le tutte le motivazioni ideali e istanze di democrazia. Stupefacente se si pensa a come si sia saputo e voluto passar sopra il timore per la propria incolumità (i tanti morti dimostrano che c'è stato l'ennesimo tentativo di repressione).
La voglia di libertà, talvolta e per buona sorte, è più forte di tutto.
Piazze e strade colme di gente d'ogni età. Tante donne. Una forza immane e pacifica si sprigionava. Un raggio di luce nel cuore.
Alberto Figliolia