Raúl Castro parla di legalizzare il dibattito e di depenalizzare le divergenze ideologiche? Se soltanto fosse vero…
Il Twitter di Yoani è molto caldo in questi giorni e i messaggi si susseguono con rapidità. «Fa freddo all’Avana. Si avvicina il 10 dicembre, giorno dei Diritti Umani, e la vigilanza della polizia aumenta», dice la blogger preoccupata. In ogni caso il dibattito è forte sui temi portati all’ordine del giorno dal futuro Congresso del PCC.
«La piazza virtuale www.pedimoslapalabra.wordpress.com continua a pubblicare articoli e opinioni. Sta cominciando il dibattito sui lineamenti del VI Congresso del PCC, ma è più facile incontrare disillusione che entusiasmo».
Raúl Castro sembra voler aprire a un vero dibattito, ma Yoani non crede alle sue parole, perché in passato sono state troppe le disillusioni in tema di libertà di pensiero.
«Raúl Castro chiede che la gente si esprima senza paura. Vuol dire che è stata depenalizzata la divergenza ideologica? La stessa puntualizzazione di parlare senza paura contiene il riconoscimento che in passato ci sono stati motivi validi per aver paura di esprimere opinioni. A Cuba se si annuncia il rispetto delle differenze di opinione si rischia di aprire il vaso di Pandora. Le opinioni censurate da tempo sono troppe. Quando dicono che bisogna ascoltare tutte le voci, in realtà affermano che vogliono ascoltare soltanto persone che non si discostano molto dal loro pensiero. Se si potessero ascoltare tutte le voci, vorrei dire alla polizia politica di non controllare i non conformi e di non rendere la vita impossibile alle persone critiche nei confronti del sistema. Se davvero il Presidente volesse ascoltare tutte le voci, convocherebbe un dibattito nazionale garantendo di non fare rappresaglie. Se davvero esiste la volontà di ascoltare tutti, il governo deve fornire garanzie e dichiarare che non punirà la sincerità. Vi immaginate una Cuba senza maschere? La simulazione che finisce? Gli opportunisti privati dei motivi per continuare a fingere? Sarebbe la fine del sistema attuale…».
Yoani è scettica e lo scrive chiaro ponendo una serie di domande. «Cos’è accaduto a chi ha osato esprimere le sue vere opinioni durante il IV Congresso del PCC? Sono stati puniti. Ricordate il documento firmato dai lavoratori della Biblioteca Nazionale - nel 1991 - con cui chiedevano un cambiamento? I lavoratori sono stati puniti o espulsi. Cos’è successo al professor Esteban Morales per aver denunciato la piaga dell’alto grado di corruzione? È stato punito e messo all’indice. Cos’è accaduto ai giornalisti convinti che la libertà di critica e la verità fossero inseparabili dall’informazione? Sono stati licenziati e demonizzati. Cosa hanno fatto a Heberto Padilla, Raul Rivero e a tutti coloro che hanno osato dire le cose che non andavano? Cosa succederà quando nel corso di queste riunioni qualcuno dirà che l’incarico di Presidente non può durare tutta la vita? Cosa faranno a chi dirà che deve essere permessa la libertà di associazione e che bisogna legalizzati i partiti politici? Raúl Castro ha messo in conto tutte le possibili idee quando parla di accettare le opinioni non conformi? Quale sarà questa volta la punizione per chi dirà che va sciolta la polizia politica e che vanno ridotti i poteri al Ministero degli Interni? Il Presidente accetterà di sentir dire che il governo di un paese non è un feudo che si eredita per diritto di sangue?»
Yoani conclude con una frase della sua amica Sabina: «Speriamo che essere coraggioso non costi troppo caro e che essere codardo non valga la pena». Non si fida delle promesse di questo governo.
«Scusate il mio scetticismo, ma questo presunto richiamo ad ascoltare le opinioni non conformi mi sembra soltanto un sistema per prendere tempo. In ogni caso i miei dubbi non mi impediranno di unirmi a chi discute. Se vogliono il brodo delle opinioni non conformi posso servire almeno tre tazze».
La notizia negativa è che Yoani Sánchez probabilmente non andrà a ritirare il Premio Principe Claus, come scrive su Twitter: «Mancano sette giorni alla cerimonia di consegna e ancora non ho ricevuto il permesso per uscire da Cuba». In compenso c’è una buona notizia: «Mi confermano che sono stati liberati i familiari di Rina Tamayo che erano stati arrestati domenica scorsa».
Gordiano Lupi