Roma (NEV), 20 ottobre 2010 - I soldi per finanziare l'ora alternativa all'insegnamento della religione cattolica (IRC) ci sono; anzi, ci sono sempre stati. Lo afferma l'Ufficio scolastico della Regione Lombardia che lo scorso 27 settembre ha emanato una nota (protocollo n. MUIR AOODRLO R.U. 15451) con precise indicazioni riguardo la nomina degli insegnanti per l'ora alternativa. Questi ultimi dovranno essere reperiti tra i docenti della scuola, o tra quelli inclusi nelle graduatorie dell'istituto, e il loro pagamento non ricadrà sulla scuola stessa, bensì sulla direzione generale. Un'informazione, quest'ultima, mai veramente chiarita ai dirigenti scolastici che hanno spesso addotto problemi di bilancio per giustificare la non attivazione dell'ora alternativa.
«È proprio il caso di dirlo: il re è nudo!», si sfoga il valdese Luciano Zappella (foto), vice presidente dell'Associazione 31 Ottobre, per una scuola laica e pluralista che spiega come i riflettori sull'ora alternativa siano stati riaccesi dalla «decisione, prima del ministro Fioroni e poi della ministra Gelmini, di assegnare l’attribuzione del credito scolastico da parte dei docenti di religione cattolica», decisione che «si è rivelata un boomerang». Se infatti il Consiglio di Stato, rispetto ai numerosi ricorsi di associazioni (tra cui la stessa 31 Ottobre), ha dato ragione al Ministero, non ha però potuto che ribadire la necessità da parte delle scuole di garantire l’ora alternativa all’IRC, onde evitare discriminazioni. Sono così partiti numerosi esposti in varie regioni. Tra tutti quello sostenuto dalla UAAR (Unione atei e agnostici razionalisti) che lo scorso mese di luglio ha portato il tribunale di Padova a condannare un Istituto e il Ministero al risarcimento di 1.500 euro alla famiglia di una bambina alla quale era stata negata l'ora alternativa. «Adesso anche la 'foglia di fico' della mancanza di fondi è caduta» afferma Zappella». Come Associazione 31 ottobre non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione. Sarebbe però fuori luogo parlare di vittoria, visto che si tratta semplicemente di dare attuazione ad un diritto. Ma in Italia, si sa, i diritti sono spesso merce rara». (Notizie evangeliche)