Leggiamo sulla cronaca locale* che la scorsa notte, alle cascate delle Terme di Saturnia, in provincia di Grosseto, 14 persone che facevano il bagno nudi sono state fermate dai Carabinieri, fatte rivestire, portate in caserma e lì -identificate, tutte adulte- gli è stato notificata una denuncia per atti osceni in luogo pubblico; immaginiamo la violazione dell’articolo 726 del codice penale: «chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza».
Cosa ci sia di osceno o di pubblica indecenza nel corpo nudo di una persona che fa il bagno... e di notte, è tutto da capire, ma il codice prevede questo reato e, soprattutto, prevede che sia l'autorità -di polizia prima e giudiziaria dopo- se sia tale o meno. Si potrebbe aprire un capitolo per capire se i reati contro la cosiddetta morale pubblica abbiano un senso o meno, soprattutto quando non c'è stata violenza e che, quindi, al di là del presunto osceno, potrebbero essere perseguiti, per l'appunto, per la violenza. Ci limitiamo solo a ricordare a chiunque legga se nella propria vita non gli è mai capitato di fare un bagno nudo in un luogo pubblico, escludendo quelli riservati ai nudisti, e soprattutto di notte. E a valutare, di conseguenza, l'opportunità di certe reati presenti nei nostri codici.
Ciò che ci preme evidenziare con rilievo, invece, è il comportamento delle forze dell'ordine, Carabinieri nella fattispecie che -precisiamo- hanno fatto il loro dovere applicando la legge nel contesto che apprendiamo dalle cronache locali: alcune persone, visti i bagnanti nudi, sono andati a sollecitare l'intervento dei Carabinieri che, in quel momento, erano impegnati in un posto di blocco sulla vicina strada provinciale. Quei posti di blocco che, soprattutto in zone turistiche come quella, sono un toccasana durante le ore notturne perché bloccano e scoraggiano chi si mette al volante in condizioni precarie di auto-controllo o scambia le strade per piste da corsa. Ebbene -dicono le cronache- i militari hanno lasciato il loro posto di blocco e sono andati a verificare quanto stesse accadendo sotto gli scrosci dell'acqua sulfurea delle terme di Saturnia ed hanno proceduto come sappiamo.
Un plauso:
- a chi ha segnalato ai Carabinieri il crimine in atto;
- ai Carabinieri che hanno scelto la prorità su cui intervenire (hanno lasciato il posto di blocco e sono andati a vedere...);
- alle nostre leggi che considerano reato l'esposizione del proprio corpo quando ciò non avviene in televisione o sui rotocalchi o nelle stanze di pubbliche autorità.
Questa è ancora l'Italia (e non solo) nel 2010.
Qui un disegno di legge, da noi sponsorizzato, per l'abrogazione dell'art. 726 del codice penale e per la depenalizzazione e legalizzazione della pratica del naturismo, presentato dai senatori Donatella Poretti, Marco Perduca, Anna Maria Carloni, Roberto Della Seta, Umberto Veronesi, Roberto Di Giovan Paolo, Vidmer Mercatali.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
* La Nazione del 29 luglio 2010.