Nata a Novara nel 1924. Partecipa alla Resistenza. È poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del Manifesto; è tra le voci più alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della società civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 è stata eletta senatrice.
La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace è dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Né indifesa né in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resisté, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004.
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