Yoani Sánchez racconta su Twitter di aver inoltrato a diversi organi giudiziari cubani una denuncia per la detenzione illegale e i maltrattamenti di cui è stata fatta oggetto, lo scorso 24 febbraio, mentre si recava a firmare insieme alla sorella il libro di condoglianze per la morte di Orlando Zapata Tamayo.
Fino a oggi, Yoani non ha voluto rendere pubblici i dettagli dell’arresto illegale e il tipo di maltrattamenti sofferto. Non voleva distogliere l’attenzione dei media sul dissidente morto, che doveva restare il vero protagonista della triste vicenda. Ma adesso ha deciso di sporgere denuncia e pretende che le sue rimostranze vengano inoltrate agli organismi internazionali che indagano sulla situazione dei diritti umani a Cuba. Prima di entrare in cella le erano stati confiscati (e subito dopo restituiti) i telefoni cellulari, ma uno dei poliziotti non si era reso conto che un apparecchio era rimasto acceso e aveva registrato l’arresto illegale, le percosse, la reclusione e le conversazioni delle guardie. La testimonianza rivela le motivazioni politiche dell’operazione di polizia che dal 23 al 25 febbraio ha preso di mira oppositori, giornalisti e blogger. Tra l’altro vengono fatti i nomi di alcuni responsabili. Siamo in attesa che Yoani pubblichi l’importante documento.
Gordiano Lupi