Roma, 17/02/2010 – Apprendiamo da (poche) notizie di una recente retata operata dai carabinieri di Monfalcone in vari comuni friulani (Udine, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, San Canzian d’Isonzo, Doberdò del Lago): 27 ragazzi tra i 17 e i 23 anni sono stati prelevati di notte o all’alba dalle loro case, portati al pronto soccorso e sottoposti a controlli sanitari per verificare la presenza di sostanze stupefacenti.
Si tratta di un’intollerabile violazione dell’habeas corpus, degna del più buio Medioevo, non di uno Stato di diritto quale l’Italia dice di essere ma – come detto e scritto nero su bianco solo da noi radicali – non è. Un comunicato prontamente diramato dal Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri parla di “segnale” da dare, di “raccomandazione” alle famiglie nei cui confronti “la nostra operazione di forte prevenzione deve essere un bel campanello d'allarme”. Risultato finale della “grande operazione antidroga”: 14 semi di marijuana, quattro spinelli di hashish, due piante di marijuana, due bilancini di precisione, 16 semi di canapa indiana, 142 grammi di piante di marijuana essiccate, diversi grammi di marijuana, due pasticche di ecstasy. Tutti i giovani sono stati segnalati alla Prefettura quali assuntori, mentre 6 sono stati deferiti in stato di libertà per il reato di cessione di stupefacenti.
Per fortuna, non tutti hanno assistito, muti e rassegnati, a un’operazione del tutto illegittima, nonostante i carabinieri si siano premurati di far firmare ai ragazzi un “nulla osta” (nelle condizioni di pressione psicologica in cui si trovavano, chi non avrebbe firmato?). La Camera Penale di Gorizia ha scritto parole forti e chiare, esprimendo «preoccupazione per la dichiarazione dei Comandi dell'Arma secondo la quale l'operazione intera sarebbe stata finalizzata a dichiarati scopi politico sociali, siccome evidente esercizio di una funzione politico sociale che un ordinamento democratico ed attento ai diritti dei cittadini non può e non deve affidare alle Forze dell'Ordine».
Interpelleremo il ministro della Difesa per sapere su quali basi giuridiche si giustifica l’operazione dei carabinieri di Monfalcone, ricordando anche che esiste un precedente altrettanto grave: il 19 maggio 2008, le forze dell'ordine effettuarono una perquisizione nella struttura in cui è ospitato il Drop-in, di proprietà del Comune di Monfalcone, mettendo sottosopra le stanze e violando documenti e computer. Non furono trovate sostanze stupefacenti né altro.
Donatella Poretti