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Peter Bernhard. Leonhard Ragaz e la socialdemocrazia 
Il teologo grigionese rimase deluso dal militarismo socialista
24 Gennaio 2010
   

Il teologo evangelico grigionese Leonhard Ragaz (1868-1945, foto), è stato uno degli esponenti di spicco del movimento dei socialisti religiosi. Ma quale fu il suo rapporto con il partito socialdemocratico?

Già nel periodo in cui era pastore della Martinskirche, a Coira (1895-1902), Ragaz era impegnato sul fronte sociale. Si deve a lui la fondazione del Rätisches Volkshaus, un ristorante in cui non si vendevano bevande alcooliche e che fungeva da centro popolare di formazione. A Coira, Ragaz intratteneva contatti con gli operai, la maggior parte dei quali aderivano al Grütliverein. Per avere tenuto una relazione sul tema della questione operaia, Ragaz ricevette in dono, dal Grütliverein, due volumi del Capitale di Karl Marx.

 

Il periodo basilese

Pastore a Basilea (1902-1908), Leonhard Ragaz ebbe un ruolo di primo piano nella fondazione dell'Unione dei socialisti religiosi, un movimento impegnato a favore della realizzazione dell'evangelo nell'ambito della vita sociale. I socialisti religiosi si distinguevano da altri movimenti, come ad esempio quello dei cristiano-sociali, per la loro aperta approvazione del socialismo quale manifestazione della volontà di Dio nell’epoca presente. I socialisti religiosi riconobbero i disagi economici e i contrasti sociali esistenti in Svizzera e cercarono, coscientemente e con tenacia, il contatto con gli ambienti operai.

 

Adesione al partito socialista

Nel 1913, un anno dopo lo sciopero generale di Zurigo, Leonhard Ragaz aderì al partito socialista. In questo periodo egli lavorava, in qualità di professore di teologia, presso l’Università di Zurigo. Nella sua autobiografia, intitolata Mein Weg, Ragaz scrive, a proposito dell'adesione al partito socialista: «Non andammo incontro al proletariato perché lo idealizzassimo, ma, al contrario, perché lo vedevamo piegato a causa delle proprie manchevolezze e peccati; in ciò avevamo individuato però una colpa della società, in particolare del cristianesimo e della chiesa. Ci sentivamo obbligati a caricarci di quella colpa e, nella misura del possibile, a portarla».

In seguito alle critiche espresse da Ragaz, all'indomani dello sciopero generale zurighese, sul comportamento dei borghesi, e alla sua adesione al partito socialista, la borghesia zurighese si indignò contro di lui. «Da allora mi si ritiene colpevole per tutto ciò che va male in questo paese. Il fatto di avere compiuto questo gesto in qualità di professore di teologia ha reso il mio delitto ancora più grave; quando la teologia si schiera con gli agitatori ciò è considerato doppiamente grave; il pastore e il teologo sono, agli occhi di questa gente, essenzialmente tutori della tranquillità e dell'ordine».

L'impegno politico era, per Ragaz, prassi di fede. Ragaz condivideva e faceva propri la lotta del socialismo contro l'egoismo, il sistema violento e la sete di potere del capitalismo e del militarismo. Egli respinse presto il modello leninista di realizzazione del socialismo. Si creò in lui perciò un rapporto ambivalente nei confronti del partito. In una lettera del 1915, scrive: «Per quanto riguarda la socialdemocrazia, alle volte penso che ci sarà una nuova, imponente ondata democratica, socialista e antimilitarista, altre volte ho l'impressione... che i nostri ideali siano frantumati e che tutte le forze avverse rimarranno ancora a lungo saldamente in sella».

 

Delusione e rottura

Queste considerazioni lasciano trasparire la delusione di Ragaz per il fallimento della seconda Internazionale, allo scoppio della prima guerra mondiale, e per la politica di non-confrontazione adottata da quasi tutti i partiti socialdemocratici nei confronti dei governi dei paesi belligeranti.

L'esigenza assoluta del regno di Dio, da un lato, e i tentennamenti e cedimenti della politica di partito per la sua realizzazione, dall'altro, tormentavano sempre di nuovo Ragaz.

A partire dallo scoppio della prima guerra mondiale il superamento del militarismo divenne per Ragaz un motivo centrale. Dalla socialdemocrazia egli si aspettava «una posizione antimilitarista molto più decisa». La linea assunta dal partito socialista su questa questione portò infine alla rottura e all’uscita dal partito, nel 1935. Ragaz criticò il rifiuto opposto dal partito socialista alla Società delle Nazioni e il suo avvicinamento a posizioni che egli definì di “militarismo patriottico”. Una risoluzione, presentata dai socialisti religiosi in occasione del congresso di Lucerna, su questi temi, fu bocciata. Ragaz scrive, nell’autobiografia: «Questo è stato il peccato della socialdemocrazia svizzera, di aggrapparsi alle sottane degli ufficiali e mettersi così, senza rendersene conto, al servizio della reazione. A partire da questo punto è iniziato il suo declino. Si è trattato di un tradimento della causa del socialismo. La mia permanenza nel partito era conclusa».

Alla causa del socialismo Ragaz rimase tuttavia fedele. Nel centro di formazione per lavoratori “Gartenhof”, a Zurigo-Aussersihl, egli svolse, fino all'ultimo, un'opera per molti versi pionieristica nel campo dell'educazione popolare e degli adulti.

 

Opere di e su Ragaz in italiano

Il sermone sul monte, tradotto da Hedi Vaccaro e con una introduzione di Giovanni Miegge, edito da Comunità, Milano, 1963; Socialismo e violenza, Ed. Troesch, Olten, 1919; La nuova Svizzera, Ed. Grassi, Lugano e Bellinzona, 1919; La fede dei socialisti religiosi: antologia di testi, a cura di Wolgang Deresch, Jaca Book, Milano 1974.

Tra gli scritti in italiano su Ragaz, si possono segnalare: Il socialismo religioso svizzero: Leonhard Ragaz, di Maria Cristina Laurenzi, Ed. Cittadella, Assisi, 1976; i capitoli su Ragaz di Henri Roser e Willy Kobe nel libro Le chiese e la guerra, Ed. Napoleone, Roma, 1972; e le pagine che Paolo Ricca dedica in Le chiese evangeliche e la pace, Ed. Cultura della pace, S. Domenico di Fiesole, 1989, a Ragaz e al pacifismo del movimento del socialismo religioso.

 

Peter Bernhard

 

www.Voceevangelica.ch


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