Un paio di cose brevi e amare. Accetto la ricostruzione dei fatti di Rosarno così come la riferisce Nadia Gambilongo per la Rete Migranti di Reggio Calabria. Conviene riconoscere che la civiltà delle relazioni è stata lì sconfitta e metterci delle toppe è peggio: a Rosarno si chiude e si vedrà come ricominciare. Prima di tutto un riconoscimento di responsabilità.
Ma chi deve cominciare? chi ha più cervello, più cuore, più idea di futuro, questi più o meno apertamente lo facciamo, più o meno compiutamente, con maggiore o minore equilibrio lo facciamo.
Ma non basta: dobbiamo pretendere che lo facciano le autorità che hanno costruito o non fermato questo inferno, nominativamente a uno a uno.
Pretenderlo, perché non si smuovono sennò.
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Si vedrà mai un giorno nel quale qualche ministro o presidente del consiglio dica: “Quello che è successo è mia responsabilità; se è sbagliato il trattamento dei migranti, la colpa è mia”?, nossignore, si assiste alla più sfacciata passerella di scaricabarile: io sono il ministro degli interni, ma la sanità è delle regioni, e se a Rosarno i migranti stavano in luoghi ininnominabili è colpa delle Asl, io sono il cardinale, sono il papa: ma le mie pecorelle dove stanno? perché non sono andato a cercarle? colpa loro se dicono bestemmie e vogliono bastonare il loro prossimo, io ero in trono e lontano. Un qualche dio interventista dell'Antico testamento gli avrebbe già seccato la lingua. La tolleranza mal collocata di cui parla Maroni, che sia quella del Padretermo buono e mezzo addormentato che ci ritroviamo?
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Obama è una stella alquanto offuscata e secondo me sta di nuovo sbagliando: ma viva la faccia lo abbiamo sentito dire che la colpa del fallito attentato di Natale è sua, che prenderà decisioni e si vedrà. Comunque non scarica su altri.
Lidia Menapace