Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da fonti attendibili subito prontamente in parte smentite, collegandosi telefonicamente durante una colazione di dirigenti ed esponenti del Partito, ha assicurato che il 2010 sarà un anno impegnativo: l’anno in cui si lavorerà per tre obiettivi: giustizia, scuola e fisco. Poi ha promesso: faremo la riforma fiscale.
Si capisce: si avvicinano le elezioni, e allora si promette di ridurre le tasse. Per ridurre le tasse, c’è solo un modo: eliminare le spese. Non si capisce quali siano le spese che Berlusconi intende ridurre, ma lo si può intuire. Sarà nella tradizione del già “fatto”: abolizione di entrate che comporteranno la riduzione drastica di “servizi”, e in cambio nessuno snellimento dell’apparato statale, che continuerà – come continua – ad essere elefantiaco, burocratico, obsoleto, “vecchio”. Quanto alle altre due riforme annunciate, giustizia e scuola, si tratta di annunci che ci si augura rimangano tali. Perché gli “anticipi” che Berlusconi ha offerto e propinato non sono affatto rassicuranti. “Ghe pensi mi”, ha in effetti finora pensato a se stesso, per quel che riguarda le riforme della giustizia: che versa in uno stato comatoso e drammatico, senza che il Governo batta ciglio. Quanto alla scuola occorrerà vigilare ancora di più: tra le varie assicurazioni che Berlusconi e il centro-destra hanno garantito al Vaticano, c’è anche quella del finanziamento alle scuole private, cioè alle scuole cattoliche. Questo è il prezzo, oltre al supino allineamento alle posizioni clerical-vaticane in materia di testamento biologico, fine vita, aborto, ecc.
Mandrake a palazzo Chigi? Ci si può scommettere: saranno fatte benissimo le cose sbagliate, e in modo sbagliato quelle giuste. Da vero “capace di tutto”, Berlusconi si produrrà nel ruolo che gli riesce meglio, quello dell’incantatore. Il problema, come sempre, non è tanto o solo quello del capace di tutto, quanto, piuttosto, del “buono a nulla”. Che Berlusconi, per esempio, esalti e valorizzi Antonio Di Pietro, come ieri esaltava e valorizzava Fausto Bertinotti e accrediti l’Italia dei Valori come ieri accreditava Rifondazione Comunista, è logico e comprensibile. Ma è logico e comprensibile che il PD faccia altrettanto?
Il Mandrake di Arcore promette di farci vedere un 2010 scoppiettante. Faremmo tutti bene a credergli, e a prepararci di conseguenza.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 7 gennaio 2009)