Il presidente Obama vola a Oslo per ricevere il premio Nobel della pace, peccato che gli USA proprio in questi giorni abbiamo nuovamente rifiutato di firmare la convenzione internazionale per la moratoria delle mine anti-uomo, quelle trappole micidiali che ogni anno uccidono o rendono mutilate per sempre migliaia di persone, compresi tantissimi bambini che non c’entrano nulla con guerre combattute spesso molti anni fa - magari quando non erano neppure nati - ma che restano comunque distrutti da quelle mine assassine che sembrano piccole e innocenti, spesso criminalmente truccate da giocattoli caduti dal cielo. Gran parte delle nazioni si sono impegnate a fermarne la produzione ma gli USA rifiutano questa come tante altre convenzioni mondiali.
Speravo – proprio visto il meritato(?) riconoscimento al neo-presidente americano – che questi dimostrasse un po’ di umanità impegnandosi se non a distruggere almeno a non produrre più ordini micidiali di cui troppi paesi hanno già pieni gli arsenali.
Queste e tante altre cose sono evidentemente sfuggite ai giudici del Nobel che, se avessero avuto un po’ più di coraggio, forse avrebbero potuto premiare invece una persona che da anni vive a Kabul proprio per riparare i danni di quelle mine.
È Alberto Cairo (foto), piemontese, uno che da anni - in silenzio - ha impiantato un ospedale ed un centro di riabilitazione dove migliaia di persone (e tantissimi bambini) hanno ritrovato un uso degli arti con protesi artificiali, di solito costruite artigianalmente proprio da altri mutilati. Ma Cairo non fa politica, non sfila come Gino Strada (uno che di pubblicità se ne fa tanta, oh, quanta se ne fa!) a strillare contro Berlusconi alla guida di cortei di sinistra. Quindi Cairo non è cosa chic, non sarà mai alla moda e quindi non sarà mai premiato.
Ma io non dimenticherò mai quello che ho visto in Afghanistan e come il centro creato da Cairo mi sia sembrato un’oasi incredibile di pace in tanto dolore ed è per questo che quando vedo sporcato dalla politica anche il premio Nobel per la pace rimango deluso ed intimamente offeso. Come è successo quest’anno, visto che Mister Obama non ha – almeno per ora – fatto proprio nulla per meritarsi tale onore.
On. Marco Zacchera (Pdl)
(da Il Punto esteri, newsletter 29/11/2009)