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Commento di Laura Nuti aggiunto il 25.12.2006 Non ci posso credere! la mia "cinica" fata che si abbandona ai ricordi e al racconto... è davvero Natale!laura
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] Commento di Alessandra Borsetti Venier aggiunto il 25.12.2006 Caro Giuseppe Siano, rispondo al tuo commento in parte provocatorio nei miei confronti! In realtà i ricordi erano scaturiti soprattutto per reazione alle conifere virtuali e ad altre amenità natalizie ricevute via mail...
Non vedermi come una "persona oramai con lo sguardo rivolto al passato", direi che sono proprio l'opposto...
Non amo affatto crogiolarmi nella malinconia del passato e non sono assolutamente "una «romantica» che fa affreschi di storie ormai perdute".
Ho reagito, con il valori di cui sono ricchi questi ricordi personali, all'impersonalità superficiale dilagante, anche tra gli amici, che pensano di essere più creativi spedendo vuoti auguri intermittenti. L'intento era - aprendo quella che tu definisci la mia "corazza caratteriale" - di fare un dono che coinvolgesse me per prima, nel tentativo di trovare e ritrovare il bene prezioso dell'empatia con gli altri che sempre più si perde.
Un abbraccio affettuoso, Alessandra
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] Commento di Vincenzo Moneta aggiunto il 25.12.2006 Ti ringrazio per averci fatto partecipare ai tuoi ricordi. Per me l'albero, preparato da mio padre, era composto da qualche ramo di pino che proveniva dalle colline di Lucca allora senza strade asfaltate e senza ville per turisti. Il sapore della campagna era incontrastato: le case dei contadini, le ville dei nobili, gli animali da lavoro, il latte, il freddo delle case riscaldate solo dal fuoco della cucina. L'albero veniva poi illuminato da una lampadina ricoperta da carta velina rossa. Sulle colline raccoglievamo anche il muschio che serviva per il presepe allestito sotto l'albero di Natale. I riti religiosi (a mezzanotte scoprivano il Bambino) avevano qualcosa di magico. L'odore della legna bruciata nel forno era il preludio al pane, alle focacce, alle torte. Con affetto. Vincenzo
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] Commento di Giuseppe Siano aggiunto il 24.12.2006 Cara Sandra,l'albero più bello è quello dei ricordi, delle emozioni semplici e del rispetto della vita.
Se, poi, questi ricordi riescono ancora a trovare «menti accoglienti» in questo mondo, si trasformeranno in nuovi valori.
I semi che da soli si saranno piantati nelle menti di giovani apparterranno a un nuovo coeso giovane gruppo con cui, questo, cementerà il proprio accordo (in questo caso mi riferisco proprio ai «valori» su cui si fonda un nucleo familiare o un'amicizia).
Il tuo dolce ricordo evoca vicinanza, appartenenza e calore umano di una comunità che vive in modo armonico sotto il segno di un albero, di un potere, e tu lo hai identificata con la figura paterna (non desidero aprire qui alcuna polemica),dove la vita scorre in accordo e dove la madre io la trovo presente specie «per le prelibatezze messe a cuocere nel forno».
I ruoli tu li hai ben chiari, ma c'è di più. Fare tutto da sé.
La piccola società autocratica, quella vera fatta di valori sani, ormai sappiamo che sparirà del tutto, anche se per ora è relegata nel ricordo di qualcuno ancora vivente. Una nuova organizzazione sociale si è costituita nella seconda metà del secolo scorso, annichilendo ogni altra previsione. In questa organizzazione il relativismo è segno di sanità e l'esercizio dei valori è relegato nella sfera privata, come mera scelta.
Si è instaurata una nuova religione, quella del consumo, dei desideri indotti e del modo «creativo» di soddisfarli.
Anche il fare artistico, come (poiein) o (tecne) in qualsivoglia senso lo si desideri evocare, è relegato alla sistemica. In questa organizzazione di messaggi, con nuove forme e strumenti, si ritrovano sovrapposte varie regole euristiche e, solo formalmente, qualcuno comprende quello che si dice e non si dice.
Viviamo in un mondo dove il racconto va proiettato sempre verso il futuro. Se c'è qualcuno che ricorda o è «debole» o è «vecchio».
I giovani devono scegliere, non solo, ma avere tante informazioni in modo da comprendere quale sia la scelta migliore. Sì, sappiamo da sempre che dobbiamo essere «informati» per scegliere (krino, da giudicare): sia attraverso i valori e sia attraverso l'utile.
La «comunicazione» è ormai desueta, per loro (giovani), che non hanno tempo per ascoltare i vari modi di agire nel mondo e comprendere a quali possibili conseguenze si può andare incontro. I giovani sono irrequieti e forieri di novità e cambiamenti. I cambiamenti attuali, però, sono radicali, quasi incomprensibili.
Credere ancora che la vita si fondi su dei valori, come il ricordo, e presentarlo come una verità per insegnare alla gioventù come quel «valore» sia vero ed utile solo quando costruisce e consolida consonanze, è per loro ostico da capire fino in fondo. Allora nascono le storie, le necessità, le impellenze momentanee senza le quali non si può vivere, anche se dopo si comprende che di ogni cosa se ne può fare benissimo a meno. Si può ancora insegnare qualcosa prima della «catastrofe» (qui nel senso scientifico, o meglio, leggi come un cambiamento di un ordine mentale). Sì, infatti, che si scelga oggi, come ieri, con vera apertura mentale.Questo è il retaggio di ieri, che, per me, giunge fino ad oggi. Che i nostri figli, biologici o affini per pensiero, imparino a scegliere per empatia e consonanza, più che per adattamento e convenienza, perché si sa che tutto scivola da questo mondo e diviene ricordo.
Noi sappiamo per certo che una narrazione di miti ancestrali o di dei equivale a un bel racconto di fiction scientifica, laica o di religione, basta che vi sia apertura e disponibilità ad accogliere l'altro, con la sua narrazione - anche se balbuziente -, nel proprio «spazio sacro».
L'unica verità è questa: saper accogliere gli altri, tutti indistintamente, nel proprio spazio sacro e tu questo valore ce l'hai.
Sei forse una Cassandra inascoltata? Ché la tua battaglia ora la combatti con un ricordo?
Mi aspetto, anche in queste feste, una continuazione di quel segno poetico che dal passato di quella Sandra piccola e, dell'altra fai-da-te, giunga al presente, e converte il bel ricordo in azione, con l'aggiunta di un altro suo «sguardo» [o teatro] sulla vita.
Aspetto Sandra che, con la sua testimonianza risoluta, colleghi e trasporti, col racconto, i suoi amici ad un abbraccio del presente, e non per evocare solo bei e poetici ricordi.Quei ricordi, se riaffiorano, sono contento, non vorrei essere frainteso, sono vivi e presenti nella nostra Sandra, qui ed ora, con la sua umanità e i suoi valori.
Non mi piace molto questa tua vena melanconica, «sotto il segno di Saturno», - permettimi, in amicizia, di esprimere il mio dissenso da cui sono ora preso -. Anche se poetici e di grande umanità, i tuoi ricordi mi appaiono adesso quelli di una persona oramai con lo sguardo rivolto al passato, eppure so che la melamconia è un costume che non ti si addice, anche se ce l'hai, perché è iscritta anche nella storia artistica della tua città d'adozione, Firenze. Mi avrebbe fatto più piacere se tu, dopo aver ricordato l'idillio di quei valori, che agiscono ancora in te, li avessi fatti muovere in questo mondo attuale, alla nascita d'oggi, anche esprimendo la tua disillusione per la festa.
Il lettore è esigente? Tu, donna fragile e sensibile, chiusa nella tua evanescenza signorile, per gli amici che sanno, sei così, al di là dell'energia e delle decisioni che infondi attraverso la tua corazza caratteriale, ancora con la paura che qualcuno potrebbe vederti quale tu sei (e potrebbe approfittarne) - ma è condizione di tutti noi, generazioni del dopoguerra, -: Ecco ti rivedo: una «romantica» che fa affreschi di storie ormai perdute.
Ti giunga un mio abbraccio affettuoso d'amicizia e d'amore e. l'augurio di un'ottima Nascita, visto che il Bambino Gesù venendo alla luce stanotte, crescerà come il seme nella terra, rievocando il mito più antico di Cerere, che mette gli uomini nella condizione di attesa per frutti futuri della terra. Entrambi questi miti qui evocati siano segni per la tua vita: che essi siano di auspicio per i nuovi frutti, e che i tuoi poetici ricordi ispirino alle nuove generazioni i veri valori della vita a cui bisognerebbe attenersi se non si vuol rimanere confusi o delusi da quel futuro che incessantemente bussa sempre alle nostre porte. tuo Giuseppe
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] Commento di Deva Wolfram aggiunto il 24.12.2006 Il tuo ricordo mi fa sognare! baci, deva
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] Commento di Alessandro Ramberti aggiunto il 24.12.2006 Bellissimo ricordo. Grazie Alessandra, buoni passi al tuo cammino e Buon Natale! Alessandro
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] Commento di Boris Brollo aggiunto il 24.12.2006 ALESSANDRA CARISSIMA mi accorgo che abbiamo la medesima età e che abbiamo vissuta la stessa cultura. Affettuosi auguri
Boris Brollo
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] Commento di Gladys Basagoitia aggiunto il 24.12.2006 che tenerezza! grazie Alessandra abbracci gladys
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] Commento di Lynn Umlauf aggiunto il 24.12.2006 Cara Alessandra, davvero un bel ricordo e un bel regalo. Oggi è il compleanno di Michael! Baci Lynn e Michael Goldberg
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] Commento di Franco Tessitore aggiunto il 24.12.2006 Ricambio sentitamente gli auguri. Anche per me il ricordo dei tempi andati si affaccia alla mente insieme ai profumi che non ci sono
più. Non avevamo la neve, ma ricordo il focolare scoppiettante di pigne
mentre le vecchie di casa raccontavano i fatti e le leggende antiche e
noi bambini ascoltavamo a bocca aperta e in tutta la casa odori familiari e sempre nuovi ci facevano pregustare la cena resa più appetitosa dall'atmosfera eccitata per la presenza di tante persone.
Stop, altrimenti si 'intenerisce il core'. Franco Articolo di riferimento :
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