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Doriana Goracci: Ricordando la strage di soldati italiani a Kabul e della verità sulla guerra.
 
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   01-10-2009
aggiorno l'articolo con quanto ho appena scritto e così non addoloro Di Scalzo, ma è dolorosamente in Tema a molti Temi...
Senza veli e con le ali arriva accidentalmente la Notizia afghana

“ Sei bambini e tre donne sono morti in un raid aereo della Nato nella provincia di Helmand, nel sud dell’Afghanistan. La nuova strage accidentale di civili è stata denunciata da Daud Ahmadi, portavoce del governatore provinciale.“

Di morti accidentali ne abbiamo da vendere in Italia, archiviate. La notizia se così possiamo chiamarla, continua con un riferimento al 4 settembre, in cui accidentalmente persero la vita decine di civili, inclusi donne e bambini. La uso anche io la ” notizia” per farne riemergere un’ altra con burka e bavagliolo, del 29 settembre, data storica per Certi Eroi.

Dopo aver letto la “notizia chi l’ha vista” che ricopio perchè corsa via: “Una pattuglia statunitense dell’Isaf ha ucciso per errore in Afghanistan un ragazzino di 13 anni che tornava a casa in bicicletta. E’ successo a Madatkhel, alla periferia del capoluogo di Paktika, Sharan. Un portavoce dell’Isaf ha confermato l’episodio, parlando di un “doloroso incidente” causato da un “proiettile sparato in aria, poi, presentando ”le più sentite condoglianze” della Forza, ha assicurato che la famiglia della vittima riceverà un indennizzo per l’accaduto”…. Scrissi: Afghanistan ucciso dall’Isaf a 13 anni in bicicletta per errore.

Rammento a chi andrà in piazza il 3 ottobre, e non come venne stabilito il 19 settembre, che l’ Intervallo Informazione in Lotta e Resistenza, è stato per rispetto dei “nostri morti”, in Afghanistan. La consegna del doloroso silenzio.

Il convitato di pietra del Bilderbourg Group, ride a crepapelle, è dal 1954 che ride. Giustamente, fanno a botte per apparecchiare il prossimo Tavolo-Banchetto, i loro servitori, chissà forse a Lisbona…

Se ma però…noi abbiamo da vedere ben altre puntate, senza veli, senza bavaglio: stasera, domani e dopodomani. E lasciateci in Pace con no Giampi no party, in prima fila! Le vittime della Guerra ringraziano di farle campare, accidentalmente, nelle prossime puntate.

Doriana Goracci
Doriana Goracci   
 
   19-09-2009
UNA LETTURA CHE MI HA COMMOSSO, PERCHÉ MI HA RICORDATO L’ADOLESCENZA TRASCORSA TRA ASINI, MULI E CAVALLI IN UNA TENUTA DOVE SI LAVORAVA LA TERRA, SI ALLEVAVA BESTIAME, SI VINIFICAVA, MA SENZA SFRUTTAMENTO NÉ DEGLI UOMINI, NÉ DEGLI ANIMALI, NÉ DELLA NATURA.
ROSARIO AMICO ROXAS

HTTP://WWW.ILCAFFEILLUSTRATO.IT/NUMERO_15_MATVEJEVIC_ELOGIOASINO.HTM

UN EROE EMARGINATO DEL MEDITERRANEO

Elogio dell'asino
di Pedrag Matvejevic
(traduzione di Silvio Ferrari)

L'asino viene chiamato con nomi diversi «somaro, ciuco, musso, buriccu» in Sardegna, «sciccu» in Sicilia. Tutti questi nomi non sono meritati, specie quelli dispregiativi. Lui è sempre stato utile nei lavori faticosi che si fanno sulle sponde mediterranee. Serviva a dissodare le sassaie e ad ampliare i prati, a tracciare i sentieri e ad aprire le strade, ad alzare i muretti a far girare i mulini.
Porta fardelli da entrambe le parti del basto, davanti e dietro. Si arrampica sulle pendici e corre verso le valli, procedendo sulla riva del mare o ben dentro l'interno. Di natura e paziente, avvezzo all’obbedienza. E’ raro che si opponga, ancor più raro che si ostini. E' più facile condurlo che non il cavallo e soprattutto il mulo. Non ha bisogno di essere ferrato, giacché lo zoccolo si comprime sul terreno e s'indurisce. Non serve la frusta a chi lo mena, né lo sprone a chi lo cavalca. Si comporta allo stesso modo se il padrone gli cammina davanti o gli va dietro. Ricorda e riconosce i passaggi scoscesi ed erti come quelli facili e piani.
Se si dimentica per quale via è passato, si ferma e attende di essere nuovamente avviato. Sa scegliere il posto dove porre la zampa sulla pietraia e nel crepaccio per appoggiare se stesso e il carico che porta. Nelle soste non c'e bisogno di legarlo, basta dare un giro alla cavezza attorno alla siepe più vicina resterà lì fino a quando qualcuno non verrà a prenderlo.on sa nuotare, e quando attraversa a guado un torrente, si tiene lontano dai gorghi e rifugge dalle rapide. Talvolta si butta per terra sopra un mucchio di paglia o un cespo di foglie per grattarsi la schiena e strofinarsi la criniera - che è, a quanto pare, uno dei suoi pochi e brevi divertimenti, delle piccole e rare gioie. Non si sceglie da solo la compagna accanto alla quale lo conducono perché la fecondi.
Quando gli mettete addosso un fardello più pesante di quanto possa sopportare, la saliva alla sua bocca si fa densa. Solo allora si arresta e non c'è verso di smuoverlo dal suo posto. E non lo fa per cocciutaggine o per disobbedienza, ma proprio perché non ce la fa e, forse, per rivolta contro l'ingiustizia che gli tocca patire. Quando raglia non si può dire se esprima allegria o tristezza, se lo faccia per ammonire o lamentarsi. Non chiede lodi né riconoscimenti - gli basta una carezza sul collo o una battutina della mano sulla groppa. Capisce meglio i gesti delle parole.
Talvolta si lancia al trotto come se volesse dimostrare di saperlo fare. Forse fa anche questo per togliersi qualche soddisfazione, non per orgoglio. Altre volte si stacca e si allontana in fretta, non troppo lontano né troppo vicino, quasi volesse restare libero e indipendente almeno per un attimo. Se inciampa e scivola, o succede qualche inconveniente al suo padrone, gli si inumidiscono gli occhi e diventano più luminosi. Chissà come si affligge. Certo, non piange. Rivela stanchezza e impotenza, più che dolore e sofferenza.
E’ penoso vedere l'asino vecchio sforzarsi di essere così com'era una volta, tentare di tirare il carretto come lo tirava prima, di fare quello che faceva un tempo. Quando perde del tutto le forze e si accascia, cominciano a commiserarlo anche coloro che lo hanno tormentarono di più. Senza l’Asino - comunque lo chiamino nei vari paesi del Mediterraneo – le nostre sponde non sarebbero quello che sono.



Rosario Amico Roxas   
 
   19-09-2009
Gentilissima Doriana,

ho giocato con gli asini-uomo, indegni della razza asinina.
io non disdegno di chiamarmi asino, purchè cavalcato bene:

"Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d'asina." Zaccaria 9, 9.

Questo Cavaliere vincente e divino mi esalta e lo porto volentieri.

Mi schifano, invece, gli asini che cavalcano asini, non sanno chi sono...e perdono pure.

La lodo volentieri per aver chiamato in gioco i muli, da alpino che ha imparato a non farsi scalciare da loro (micidiali!) e, soprattutto, da uno che li ama perchè camminano bene!
Carlo Forin   
 
   18-09-2009
Gentile signor Carlo non mi tocchi gli asini, perfavore, nè li sfotta...ho un amore incondizionato per loro e se non fossi stata chiara al riguardo, sulla loro politica, trascrivo quanto rimuginai, stavolta come una mucca ma alla velocità di una capretta, il 21 agosto scorso. Perdonate la lunghezza...

E così pur non avendo mai visitato l’ Afghanistan, neanche il 2 per cento degli italiani, e neanche sognato di farlo…ecco che per magie della tecnologia, sappiamo tutto o quasi delle elezioni che si sono svolte in quel paese, anche se non ci interessa molto. Sappiamo appena passata la nuttata satellitare, che ha vinto Karzai e Abdullah, non fosse che solo per il doppio identico nome- cognome. Detto tra noi, tifano tutti per Karzai. Come non scordare quei primi di dicembre del 2001, quando dal Corriere, si ammetteva che ci piaceva quel raffinato signore e si concludeva: “Non casualmente, a questo punto della guerra, Hamid Karzai è l’ unico generale a poter far sfilare un esercito “politicamente corretto”.

Un po’ come in ogni teatrino dove regna la democrazia o regnerà, tutte e tutti hanno vinto, gli astensionisti non hanno il senso del dovere e in questo caso chissà cosa gli riserverà il destino, quale amputazione dal Consorzio sociale, quale nessuna parte nel teatrino della guerra, insomma nè vittime nè torturatori, codardi che non hanno scelto tra quei quasi seimila candidati (2900 già registrati per i 249 seggi nella ‘Wolesi Jirga’, la Camera bassa, e di questi 350 donne). “Questo numero impressionante – valuta l’ ‘International Crisis Group’, in un’ analisi delle settimane scorse – dimostra l’ enorme interesse che la gente continua ad avere per creare un Afghanistan in cui prevalgano i voti e non i fucili“.

Voti per 17 milioni di elettori. Dai, per la prima volta, nessuna violenza mostruosa, a parte certi stanati che volevano farsi saltare, brogli e imbrogli ordinari per chi non conosce le regole del gioco… dai, è stato un successo, grande: tranne che per i muli.

Vado seriamente a dire, perchè hanno perso loro secondo me, i muli. Costretti a caricarsi il dorso di certe sacche contenenti urne e certificati elettorali, per un tozzo di boh, sono stati gli ignari protagonisti che portavano pace e libertà, altro che i ” 14 giganteschi aerei Antonov, insieme con 135mila urne e 140mila bottiglie di inchiostro indelebile”. In più di 3.000 ad arrivare dove non arrivano i mezzi meccanici, li aspettavano a mani giunte, quasi sopra ci fossero i Re Magi: un bel dono offrire pace e democrazia, dove da anni regna la guerra…Dicono che sono lenti ma affidabili, un po’ come certe nostre utilitarie che invece bevono solo petrolio…

Secondo voi gli hanno dato una dose doppia rispetto a quando portano l’oppio? Chi ha vinto li premierà? E chi riporterà indietro tutte quelle borsone di vu cumprà il voto? Io spero che non ci sia un attentato kamikaze, contro di loro, portatori di cotanta pace e democrazia. Spero che anche in Afghanistan si faccia come in America,una realtà i Marines, che vanno a scuola di ”uso e trattamento di asini e muli”, a Pickel Meadow , una delle basi più recondite degli Stati Uniti, nella Sierra Nevada, in California. Lontani i tempi del 2006, quando il forum dell’ Ana si poneva il quesito: Muli e salmerie: Folclore alpino? O utilità tattica?

Mi scusino i muli, avrei dovuto chiamarli asini, e forse mai forse bardotti, perchè la differenza c’è sempre: il Bardotto è un incrocio fra un’ asina e un cavallo e non è grande. Il mulo è un incrocio tra un’ Asino e una Cavalla ed è grande. Ma sono incroci entrambi e sia le femmine che i maschi sono sterili. L’ asino è un’ animale invece che non proviene da incroci, ecco perchè mi sembrava più consono chiamarlo così, mulo, per quell’atto nobile che ha intrapreso, quasi volontariamente di scalare le vette con il voto, sembrava quasi che lo facesse come per un ex voto, una missione…politicamente corretto.

Ma la fama di questo successo afghano è volato anche da noi e tante volte fosse stato importato e si fosse involata anche da noi la moda del burkini e del burka, proprio ora che tutte le donne se lo sono strappato in Afghanistan e sono ben protette da civilissime leggi di pari opportunità discriminatorie Karzai…, Gianluca Buonanno, con misura precauzionale, ha emanato la seconda ordinanza dopo il burkini, quella del divieto di burka su tutto il territorio comunale di Varallo Sesia.

Coesa socialmente, saluto il vincitore qualunque esso sia.

Escort afghane fatevi avanti, nude o svestite, a dorso di chi vi pare, verso il 2010 e le prossime elezioni con calendario di pace, politicamente corretta, sempre.

Doriana Goracci

Doriana Goracci   
 
   18-09-2009
fra Asino, Giuseppe da Copertino il santo di oggi, benchè asino, sarebbe capacissimo di dirci che cosa dobbiamo fare oggi: chiudere la casa della libertà del mediatra -il dio dei media- perchè dà libertà solo a lui in esclusiva-, chiudere le case di produzione delle armi e recuperare la civiltà giuridica che avevamo avuto un secolo prima di fra Asino.
invece...tutti asini a ragliare amor di patria e di ignoranza.
Carlo Forin   
 
   17-09-2009
1) L'Italia, secondo recentissime stime, sarebbe la seconda nazione al mondo produttrice ed esportatrice di armi.
2) Abbiamo un presiedente del consiglio di mestiere imprenditore, speculatore, avido, con scrupoli sotto i piedi.
3) Il medesimo presidente del consiglio ha dimostrato, con i fatti, di essere un guerrafondaio al seguito del suo amico Bush, definito dal cavaliere il miglior presidente della storia degli USA (così come lo stresso cavaliere si vanta di essere il miglior presidente del consiglio di questi 150 anni di unità d'Italia), mentre l'opinione pubblica mondiale giudica criminale la storia personale di Bush e dei suoi soci.
4) Questa sporca guerra è in realtà un enorme business che gli imprenditori più avidi non intendono mollare.

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Rosario Amico Roxas   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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