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Paolo Diodati. Gioco di fine estate: alla ricerca di sprazzi di luce
 
Commenti presenti : 35 In questa pagina : da 1 a 10
   25-11-2014
Antonio D'Orrico, critico letterario e cinematografico. ha scritto sull'inserto di venerdì scorso del Corriere della sera che si dovrebbe indire un referendum sulle preferenze tra il Battisti con Mogol o con Panella.

L'avrà detto scherzando. Ma gli si dovrebbero segnalare questi meravigliosi articoli, di cui questo è tra i migliori, e di cui credo non vi siano altre serie di commenti così numerosi ed esaustivi.

Perché qualcuno non conta i tifosi dell'una e dell'altra parte?

Chiedo alla Direzione: si possono riprendere e riportare articoli e commenti da qualche altra parte o farne un opuscolo?

Grazie e complimenti per questa iniziativa così appassionante.
Paolo   
 
   28-10-2009
Dopo avere letto i testi alternativi scritti dal Prof Diodati sulla metrica utilizzata da Pannella e musicata da Battisti, lancio una sfida a musicisti che vogliono aderire per musicare i testi del Prof.
Anche Battisti si è adeguato alla metrica di Pannella nell inserimento della melodia.
Penso che questi musicisti sarebbero avvantaggiati, rispetto a Battisti, nel senso che dovrebbero musicare il senso e non il "non senso".

emilio spizzichino
emilio spizzichino   
 
   15-10-2009
L' interpretazione di Mario su equivoci amici è veramente interessante...mi sono andato a rivedere le copertine dei dischi e devo dire che sono rimasto sorpreso.Non credo si tratti di semplice coincidenza...e poi quando Panella in Don Giovanni dice" rivesto quello che vuoi son l' attaccapanni" fa un riferimento alla copertina dell' album( una A rovesciata con una sciarpa )...quindi tutto torna.Complimenti a Mario.
francesco   
 
   14-10-2009
Per quanto riguarda equivoci amici , come già riportato giustamente da altri, si tratta di un semplice gioco di parole nel quale però per chi, abbia voglia di soffermarsi un po, è possibile ritrovare un preciso significato.Il testo si riferisce infatti alle copertine dei dischi di Lucio( un viso ucciso dal pensiero , Io tu noi tutti, uno ha mani e polsi, il mio canto libero, uno è su due piedi , e già,un misto storie e geografie, anima latina,uno si nasconde, il nostro caro angelo ecc.
Spero di essere entrato nel vivo del dicorso,senza naturalmente la presunzione di essere nel giusto, rispondendo comunque anche nelle altre discussioni, all' invito di Diodati.
Mario   
 
   13-10-2009
Bel colpo questi ultimi commenti! Vorrei proprio risentire se a qualcun altro viene in mente di definire Battisti roba terra terra e da massaie... .
Per favorire però la comprensione a tutti, credo che bisogni tirar fuori un Bignami del pensiero hegeliano.
L V, in particolare, lo legga bene e poi ne riparleremo, per gli approfondimenti.


Hegel critica Fichte perché a suo avviso non è riuscito ad eliminare il dualismo kantiano del fondamento della realtà.
Critica l’intelletto di Fichte, poiché coglie i singoli e non la totalità.
Accusa Fichte del “cattivo infinito”: nella filosofia Fichtiana, l’io che pone il non io avviene nell’astratto. Inoltre, l’io non è mai, ma tende ad essere, quindi tende all’infinito all’infinito, perciò non elimina il problema del dualismo tra finito e infinito.
* Di shelling, Hegel, critica l’aver considerati la natura e lo spirito come due facce della stessa medaglia, definendo la sua filosofia la notte in cui tutte le vacche sono nere. Per Shelling inoltre, tutte le cose sono in armonia e non in opposizione tra loro, al contrario, Hegel sostiene che le opposizioni sono l’essenza, la vita.

REALTA' DIALETTICA E ASSOLUTO
L’assoluto per Hegel è ricostruire il processo di dispiegamento della realtà, attraverso il movimento di opposizione dei suoi diversi aspetti e momenti. L’opposizione è l’essenza, la vita. La realtà è dialettica,
perché sa riconoscere la dimensione contraddittoria dal reale e superiore.supera il dualismo infinito e finito : l’assoluto (infinito) è la sintesi del finito. Reale per Hegel è solo l’intero e non le parti, l’insieme, la totalità, che è infinito,sintesi di tutte le determinazioni
finite. È un processo circolare il cui soggetto è l’assoluto, la ragione, Dio.

Chiaro, no? Ora apprezzerete meglio le elucubrazioni di Panella che non ha bisogno delle canzoni, ma solo dei soldi che possono procurare. Infatti, ha continuato a scriverne, scendendo a più miti e abbordabili espressioni. Scrvendo cioè, testi chiaramente stupidi, al contrario di quelli qui in discussione, che sono stupidi in modo criptico.

un altro insegnante di filosofia   
 
   13-10-2009
Inoltre il senso generale dell'opera di Battisti e Panella è GIà SVELATO, ed è contenuto in uno scritto minore di Hegel. Il riferimento a questo scritto si trova in una canzone dell'album Hegel . In questo scritto si svelano sia il ruolo di Panella che quello di Battisti e soprattutto si capisce perché Battisti ha voluto proprio Panella e il perché della scelta di slegare completamente la melodia dal senso della frase linguistica. L'unica rivoluzione è stata quella di intendere musica e parole esclusivamente come SUONO, e questa è stata una scelta di Battisti, visto che Panella ha più volte dichiarato che lui della canzone non ha bisogno. Questo tipo di scelta , cmq,in campo musicale non l'ha adottata per primo Battisti...;-)
mario   
 
   13-10-2009
Poi non dobbiamo dimenticare che Eraclito è già citato implicitamente in Il doppio del gioco ( vide gli opposti su un ponte, su un fiume) . Panella dice più volte che secondo lui Battisti non aveva capito bene Hegel: Hegel era un pallino di Battisti, ma Panella dopo l'uscita dell'album comincia a tuonare contro la canzone governativa ecc , dove è abbastanzxa evidente che ce l'abbia con Mogol e con il CET, appena fondato. Panella scrive testi su Hegel, pieni zeppi di riferimenti reali alla filosofia del tedesco. Li scrive a modo suo, in piena libertà. E per di più li scrive secondo QUELLO CHE PARE ALL'ALTRO.
Panella scriveva quello che pareva all'altro e lo scriveva liberamente- Quello che non PARE all'altro è esemplificato alla perfezione da testi come Estetica e come Hegel o come Almeno l'inizio, nei quali Panella dichiara che il rapporto tra lui e Lucio era LOGORO
Mario   
 
   13-10-2009



Penso che il pensiero di Hegel lo si possa davvero ritrovare sparso qua e la nei testi di Panella per Battisti.
Inanzitutto ci sono diverse implicazioni psicofonetiche dei suoi testi, e anche dei suoi scritti, dei quali è emblematico l'ultimo racconto di Oggetto d'amore. Sempre in A portata di mano ci sono due OTTIMI esempi di quello che Battisti probabilmente non sapeva:ilsignificato psicofonetico dei nomi costruiti su consonanti occlusive e sillabe dentali ( e che Panella, vedi esempio di cui sopra, conosce alla perfezione) e i precedenti COLTI, letterari del concetto che Lucio voleva esprimere in a portata di mano e che si lega sia al concetto dell'apparenza che a quello del tempo. Ovviamente cose che si sanno da tempo, E' dai tempi di Dante, dalle Rime Petrose, che i poeti stanno attenti ai suoni....



Hegel è ripetutamente citato dai primi surrealisti e Panella è molto vicino al surrealismo, Hegel che è presente già in Le cose che pensano ( in quell'attualità che pare vera, concetto hegeliano), in Madre Pennuta( il vero è nella memoria e nella fantasia), e addirittura nel concetto di un intero album , l'Apparenza, concetto cardine nella filosofia hegeliana.Battisti, pittore astratto( come ricorda lo stesso Panella, nell'ANEDDOTO di cui si parla, che si premura di illustrare ASTRATTAMENTE la copertina del cofanetto, guarda caso con punti , linee e superfici, che per te sono ovviamente casuali, vero, che rimandano agli scritti di Kandinsky( punto linea superficie e soprattutto Lo spirituale nell'arte)che si mette a fare il Panella nella copertina: ovviamente a voi sfugge il nesso tra la copertina de L'apparenza e il concetto di Apparenza....

Potrei continuare ancora ma qui è più semplice definire Panella un gran buffone....
Marco   
 
   12-10-2009
Chiedo nuovamente a tutti:
potete segnalarmi i 5 testi migliori stile Panella-Battisti, di Panella o
altri, pre o post collaborazione Battisti-Panella?
Non credo sia domanda da censurare. Grazie

Pescarese "addottorando" a PG   
 
   09-10-2009
Prof. che fa? Accende la miccia e scappa? Credo che abbia tentato un dialogo tra sordi. Lei chiede lumi, almeno la segnalazione di sprazzi di luce e qui continuano ad arrivare frasi roboanti come "il più grande scrittore d'Italia. Gioelli, capolavori assoluti" e nessuno che abbia tentato di commentare, come lei ha chiesto, Gli equivoci amici e Per nome. Non credo chiedesse tanto.
Se permette, voglio darle un aiutino. A Roberto: ma ti accorgi con quanti errori scrivi? Ti accorgi che quell'altro pretoriano o no che sia, ti ha colto in contraddizione? E tu gli dai del "nulla"? Hai un bel modo di comportarti. Una bella faccia tosta.
Al musicista consultato, vorrei far notare che più del 50% della produzione con Battisti, Panella scriveva i versi e li dava a Battisti perché li musicasse. Quindi la grande adesione musica-parole è solo merito di Battisti. E poi, perchè anche lui non commenta i due testi proposti?

Per far leggere qualche cosa di livello un po' più elevato in difesa di Panella, riporto le parole della presentazione dei cofanetti del 2006.
Ma chi ha scritto quelle cose, lo faceva per guadagnarci sopra. Altrimenti si sarebbe vergognato di riportare, come esempio di arte grande e nuova, queste autentiche schifezze:
"Cosa succederà alla ragazza
vede i pori con le corna come i tori
le corna curve sono due ferventi
trafficanti a bassa voce…"

Perché il musicista consultato non prova a decantare queste porcherie di presa per i fondelli?



Barina; pubblicato il 24/10/2006 alle ore 12.23.02.

In questo triplo cd sono racchiuse tutte le canzoni degli ultimi capitoli discografici di Lucio Battisti, scritti assieme al poeta romano Pasquale Panella. Una collaborazione iniziata vent'anni fa oramai, nel 1986 con l'album "Don Giovanni" e che fioriva e proseguiva quasi con assoluta e precisa scansione temporale ogni biennio.

Artista: Battisti-Panella
Album: Il Cofanetto (triplo cd 1986 - 1994)
Etichetta: Numerouno/Sonybmg
Data di uscita: ottobre 2006

In questo triplo cd sono racchiuse tutte le canzoni degli ultimi capitoli discografici di Lucio Battisti, scritti assieme al poeta romano Pasquale Panella. Una collaborazione iniziata vent'anni fa oramai, nel 1986 con l'album "Don Giovanni" e che fioriva e proseguiva quasi con assoluta e precisa scansione temporale ogni biennio: nel 1988 con "L'apparenza", nel 1990 con "La sposa occidentale", nel 1992 con "C.S.A.R. Cosa succederà alla ragazza", per finire nel 1994 con "Hegel".

5 album dai testi sicuramente ermetici, provocatori, ironici, paradossali, allusivi a tratti incomprensibili che, se si dovessero paragonare a dei quadri potrebbero essere ascritti alla corrente del futurismo o del cubismo più estremo. Testi accompagnati da musiche in prevalenza realizzate con tastiere, campionature, programmazioni elettroniche, batterie ( e l'apice si tocca in "Cosa succederà alla ragazza" forse uno degli album migliori di questo quintetto) e la voce di un Battisti non più giovanissima ma, che imperscrutabile "passa sopra" alla montagna infinita, alla valanga di versi, rime, giochi linguistici messi in atto da Panella.

Insomma, un Battisti che, di primo acchito, non deve o non dovrebbe (ma attenzione…non che non vuole!) più trasmettere alcuna emozione ed "Emozioni"… un Battisti che sembra diventare quasi un asettico (complice anche l'essenzialità bianca delle copertine dei cd) "prodotto di mercato discografico", lontano paradossalmente però dai riflettori, dal circo mediatico, dalle canzoni orecchiabili, cantabili, strappalacrime e che scalano tutto ciò che si può scalare.

Oppure un Lucio Battisti che forse utilizza il mezzo canzone come provocazione, per "denunciare" il rovinoso e franoso stato della discografia che i "sismografi" cominciavano a registrare già all'epoca. Dunque perché arrabattarsi tanto nel cercare di veicolare sentimenti, pathos, immagini poetiche attraverso le canzoni; il tempo di "Pensieri e parole" de "I giardini di Marzo" sono caduti, scaduti, forse meglio sono i versi come: "Cosa succederà alla ragazza/ vede i pori con le corna come i tori/ le corna curve sono due ferventi trafficanti a bassa voce…"

Pasquale Panella è però un poeta e forse l'ipotesi, che fosse necessario ritornare ad una certa essenzialità della parola, dei costrutti e dei giochi linguistici è aperta.

Il cofanetto contiene anche un libretto dove non sono pubblicati i testi delle canzoni, bensì ad ogni titolo del testo sono aggiunti, spesso in rima, dei commenti (presumibilmente scritti da questo "sinistro" sig. Panella, che di certo non aiutano molto a comprendere un po' di più le già intricate trame delle canzoni…ma tant'è!).

Lodati o stroncati dalla stampa questi lavori, rappresentano un Battisti essenziale da una parte eppur invaso di tanta letterarietà e letteratura e di riferimenti colti, come forse non lo era mai stato.



Daniel   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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