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Paolo Farinella. Senza la profezia, rimane la complicità
Lettera di un prete a un cardinale sul berlusconismo
 
Commenti presenti : 13 In questa pagina : da 11 a 13
   10-06-2009
Sono ormai 2000 anni che la fede del popolo "salva" la Chiesa permettendo la realizzazione dell'antica promessa "Non praevalebunt".
Quando le alte gerarchie vaticane si ritrovavano impegnate nella lotta per le investiture, nell'amministrazione dello Stato Pontificio (Ma il mio regno non è di questo mondo... che fine ha fatto ?), nelle crociate, nell'Inquisizione, fu "L'imitazione di Cristo" che segnò l'itinerario della Fede; fu il monachesimo che nutrì la fede dei popoli.
Quella Fede che dilagò nel mondo quando la testimonianza esigeva sacrificio, anche finendo il pasto ai leoni.
Oggi la connivenza adulterina tra vertici del Vaticano e politica del mercato ha capovolto le condizioni, presentando un cattolicesimo aggressivo, elitario, selettivo, dispensatore di "radici" di un albero che produce frutti velenosi. Un cattolicesimo che della Fede si serve, anche per raccattare consensi e diventare parlamentare europeo come l'apostata Magdi Allam. Un cattolicesimo da mercato che vuole divorare anche i leoni.
Ma è la fede stessa che torna nella sua sede naturale, tra la gente semplice, per trarre conforto da quel Cristo che indica nei più bisognosi i suoi figli prediletti.
Abbiamo anche sentito il cavaliere chiedere di poter "fare la comunione", per poter esaltare l'apparenza di un gesto, che rimane vuoto di significato senza la testimonianza del "Credo"; quel voler "fare la comunione" esalta solo l'ignoranza peccaminosa, perchè ignora che la Comunione non si "fa" senza "essere" in comunione con Cristo nell'umiltà dell'Amore verso il prossimo.

Grazie don Paolo.

Rosario Amico Roxas

Rosario Amico Roxas   
 
   10-06-2009
Grande Paolo Farinella con la sua analisi chiara lucida e inneccepibile. Grazie di cuore anche a nome di coloro che non si rassegnano a questo degrado.
Finchè nella chiesa ci sono sacerdoti come lui non tutto è perduto.
Vanna Mottarelli

Vanna Mottarelli   
 
   09-06-2009
Sono profondamente grata a Paolo Farinella per aver espresso, con la forza della cultura e della ragionevolezza, i sentimenti e il disorientamento di chi, come me credente e cattolico, si vede non rappresentato da chi dovrebbe offrire un riferimento morale non ambiguo.
Forse ho attraversato le fasi del disorientamento e della rassegnazione, ma lo spirito critico che mi impone il mio lavoro nel campo della ricerca scientifica mi obbliga a cambiare prospettiva. Sono arrabbiata, molto arrabbiata, perché il sistema corrotto imbarbarisce e contamina anche il mio amico, il mio vicino di casa, e la persona che fa la fila in posta davanti a me.
Una signora sconsolata, seduta accanto a me in stazione, ha aspettato molte ore perché nessuno l'ha fatta passare avanti a fare il biglietto e lei ha perso il treno: era in ritardo, no?, un'altra volta si muove prima!
La scala di valori è oggi invertita, e la selezione sta operando su parametri finora insensati per la nostra specie: stiamo cercando di diventare individui - centrati sul nostro interesse individuale - e abbiamo superato il nostro bisogno della società? Se smetteremo di essere organismi sociali non servirà più neanche la religione.

All'indomani delle elezioni, 'l'aria che tira in Europa' non mi fa sentire sicura: come credente non posso sentirmi tranquilla nella crescita di spiriti nazionalisti e xenofobi. Con questo ho pensato che la 'morale' si sta sgretolando, e in questo la nostra Italia è un traino potente. Da un lato i corruttori ci distolgono dai loro interessi privati additando improbabili capri espiatori dei mali del mondo, dall'altro la gente è ormai convinta che per 'difenderci' dagli invasori stranieri la soluzione sia nel mandare all'aria le nostre tradizioni di società ricca di biodiversità, le nostre radici cristiane di accoglienza e solidarietà. Ecco che mentre ci imbozzoliamo nel nostro egoismo, ci destiniamo a metamorfosare in insetti nuovi, specie alla quale ancora non apparteniamo ma che sicuramente avranno perso gran parte della loro identità cristiana.

Anna Maria Mercuri   
 
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