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Elisabetta Brizio: Il ritorno di un viandante dello spirito. Ferretti Lindo Giovanni | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 11 a 13 | 28-04-2009 | Confezionato con acuta intelligenza la "ferrettiana", che voleva convincermi sull'evoluzione positiva in Giovanni Lindo Ferretti mi concede la contorsione! instilla da domanda, sarà il cantante senza più invenzione rock a sorreggere lo scrittore "Reduce" o lo scrittore che approdato al "tradizionalismo" rilancia la sua musica tradizionale? Sagra della primavera segue Respighi con i pini romani; dopo il rock italiano emulo dei Clash le preghiere nell'eremo. C'è qualcosa, mi si perdoni la battuta, di stonato. Non nelle vicende personali, la solita polemica sul pentitismo, bensì sul piano delle sette note, della musica. Non è più rock, non è classica, posso sapere cosa mi canta Ferretti? La sua conversione? Se sì, mi si consenta di preferirgli Orff o Arvo Part. Come scrittore scelgo Huysmans che va a Lourdes. Amodio Matteo | 28-04-2009 | Elisabetta Brizio aggiunge al ricco insieme di voci in questo portale (Lieto sia una donna) che ho scoperto da pochi giorni (Cercando GLF) due vicende lontane tra loro che però mi interessano tantissimo: la solitaria vita poetica e breve di Corazzini e quella adesso anch'essa solitaria e appartata di Giovanni Lindo Ferretti; esperienze alle quali bisogna guardare per due motivi 1) La poesia religiosa è vitalissima. Perché l'unica possibile da recitare in luoghi. Chiesa, Oratori, riunioni; 2) Il Sacro sopravanza ogni altra reale tragedia umana: Terremoto, fascismo-antifascismo, povertà, per darci speranza e sbocchi. A questo proposito, non ne conoscevo l'esistenza, sembra ci sia un Tellusfolio Cattolicesimo. Dove posso acquistarlo. Grazie per l'ospitalità.... Giovanna Procopio | 27-04-2009 | Non ho letto di Ferretti ma acquisterò sicuramente i suoi scritti e le sue canzoni.
Amo profondamente e rispetto chi sa mettersi in gioco, rilanciare, ridefinirsi e leggersi nel tempo. Mi viene in mente un saggio bellissimo di Hillman "la forza del carattere" che ho letto e riletto sull'argomento del nostro trascorrere nella vita.Il tempo non è concesso per invecchiare ma per diventare "antico" ed acquistare valore; proprio nella sua donazione di mortalità, va speso condensando noi stessi in gesti, spazi e riflessioni che ne aumentino la forza man mano che scorre. La vecchiaia non è altro che " un nome a caso" dato dagli attraversamenti della vita per diventare più complici di noi stessi e delle nostre prese di coscienza,
Miller scrisse " quando hai smesso di meravigliarti, è finita". Spesso, mantenere sempre la stessa dimensione senza correzioni è un modo per ibernare un'identità cristallizzata per paura che si affacci una possibile alterità al nostro vissuto. Le critiche che si incontrano derivano spesso dall'invidia che è consapevolezza senza energia, di essere incollati ad un'inidentità. In questo caso tutto ( Hillman parla anche di oggetti) sarà presto vecchio e mai antico.
Il giudizio, il verdetto di revisionismo e di abbandono di ideologie passate scaturiscono naturali per molti e, spesso,
senza appello.
Molta gente non sa fare altro. fFerretti, così come mi sembra di leggere, ha compreso una cosa importante e la offre con le sue parole: la solitudine è lo spazio più luminoso anche quando il silenzio si fa assordante.
Grazie dello scritto.
I libri di Ferretti occuperanno presto il mio spazio "antico"
patrizia garofalo
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