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Valter Vecellio. Vaticano-Ratzinger: cresce l’imbarazzo e l’irritazione per l’arroganza vaticanesca
La “fantasia” di uno scisma che forse non è più “solo” una fantasia
 
Commenti presenti : 4 In questa pagina : da 1 a 4
   07-02-2009
Ad un tratto, improvvisamente, senza preavviso, il Vaticano di Ratzinger alza il tiro contro gli ebrei; assolve e libera dalla scomunica i lebfevriani, i quali, come primo gesto “di pentimento” negano l’olocausto degli ebrei, quasi a voler proporre una rivalutazione storica del “calunniato” Adolf Hitler. Condividendo, poi, il metodo ampiamente collaudato dal cavaliere presidente del consiglio, il Vaticano afferma e il pontefice fa affermare di non essere a conoscenza delle tesi negazioniste dei lebfevriani, di non saperne nulla, e magari che è stato frainteso, che non lo abbiamo capito, che si tratta di uno spiacevole equivoco, etc.etc.
Ma dall’America che vuole rinascere, emerge una voce nuova e diversa, è l’America di Obama che vuole cambiare rotta.
Ma non sarà questa inversione di rotta l’arcano dentro il quale si crogiola Benedetto XVI, secondo proprio la logica di un mutamento di rotta ?
Con Obama il potere cieco ed assoluto dei sionisti rischia di perdere incisività a favore di un possibile dialogo con i palestinesi, che non potrebbe coinvolgere che gli ebrei semiti, quegli ebrei vittime del nazismo e, oggi, vittime del sionismo tanto quanto i palestinesi.
Negare o rinnegare l’olocausto potrebbe tornare utile per ridimensionare la struttura stessa dei diritti degli ebrei semiti, inconciliabili con gli interessi, filo-americani dell’America di Bush, dei sionisti.
Il negazionismo dei lebfevriani, che arriva dopo l’abbraccio di perdono da parte del pontefice, non gode di chiarezza cristallina, specie conoscendo la tortuosità mentale di Benedetto XVI e lo sbandamento provocato dalla deriva verso l’opulenza occidentale che rischia di auto soffocarsi.


Rosario Amico Roxas   
 
   06-02-2009
Se questo sucedera, A Dio grazie!! Tutto sucede per un motivo. Le cose sono state fin troppo ferme fino adesso. LasciateLo soffiare
Ragu   
 
   06-02-2009
Visto che esiste uno spazio per i commenti, significa che avendo letto il testo di Vecellio, lo posso o devo commentare? E sia!
Mutuando il linguaggio adoperato da un ministro in carica, ma in direzione inversa, dico che le cose lette nel testo sono non già semplicemnte delle “cazzate”, ma delle autentiche "bestialità”: non intendo offendere in nessun modo la persona che ha scritto il testo che leggo e che soltanto è oggetto del mio giudizio, se mai posso fustigare il linguaggio del ministro coperto da una immunità che non è invece concessa ai comuni cittadini.

Ma veniamo al merito.
Non sembra che qui ci troviamo ad un nuovo processo di Galilei? Se Valter Vecellio appartiene all’area radicale, cosa ci facevano i radicali intorno alla statua di Giordano Bruno in piazza Campo dei Fiori? Sempre mi trovano solidale tutti quelli che si riuniscono intorno a quella statua in difesa del principio della libertà di pensiero?

Che senso manifestare dopo 400 anni in favore di Giordano Bruno e poi dare addosso al vescovo Williamson? Colpevole di che?
Curiosamente Valter scrive: «Che Williamson sia o no ammesso alle funzioni episcopali, è cosa che evidentemente ci importa poco o nulla…». Appunto, ma è l’unica cosa che possa aver rilevanza. Di come Vater stessa recepisca le “libere” opinioni in ambito storico espresso da un vescovo di nome Williamson, è cosa che a noi personalmente importa poco o nulla. Ci chiediamo però di come questi campioni della libertà che pretendono di essere nostri maestri, intendano la libertà degli altri. Le opinioni del vescovo Williamson, condivisibili o meno, sono PURA manifestazione di una libertà di pensiero che sulla base della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dovrebbe essere riconosciuta ad ogni essere umano. Altrove, ho espresso le mie riserve critiche sul paravento ipocrita delle declamazioni sulle carte dei diritti: tanto più forte sono gridate quanto più vengono disattese ed eluse. Ne abbiamo qui una prova con timbro radicale.

È ridicola tutta la parte iniziale dell’articolo: il papa non sapeva... etc. Ma questo testimonia soltanto la formidabile pressione che la lobby ebraica ha esercitato sulla massima autorità religiosa del cattolicesimo. Vi è di che restare sbigottiti e di che temere. Se queste è il potere di cui costoro dispongono, non possiamo più essere tranquilli neppure nelle nostre case. Altro che regimi comunisti! Basta che un qualsiasi delatore riferisca a chi conta una nostra privata opinione ed abbiamo cessato di esistere! Evviva i radicali! Evviva i Santi Digiuni di Marco Pannella!

Se restiamo dentro l’ambito religioso - del quale a Vecellio nulla importa –, un prete può essere chiamato a rispondere per questioni attinenti la fede cattolica: la verginità di Maria, le persone della Santa Trinità, e simili. Ma una questione profana, puramente storica, non può essere censurata all’interno dell’istituzione ecclesiastica se non dando vita ad un nuovo processo Galilei. Ma lo sapete che il vescovo Williamson si è espresso in un DVD con opinioni e valutazioni sulla terza sinfonia di Beethoveen? Deve essere chiamato a rispondere anche delle sue opinioni sulla musica di Beethoveen o di Wagner? Fantastico!

Vecellio usa parole grosse: arroganza, prepotenza, paura e cattiveria. Convengo sulla "paura" del Vaticano, ma le altre parole competono meglio a quanti si sono scagliati addosso al Vaticano. Guarda caso: sono gli stessi che hanno dato copertura al genocidio dei palestinesi di gaza, che a mio avviso – datemi pure addosso – superano tutti gli orrori di Auschwitz. Ormai, i mezzi di comunicazione di massa a livello planetario-occidentale ubbidiscono alla voce di un solo Padrone. Sappiamo chi è e se ne ve era bisogno ne abbiamo avuto una conferma proprio in questi giorni.

Mentre commento, non ho ancora finito di leggere l’articolo di Valter Vecellio. Le mie riflessioni a commento sono del tutto estemporanee. Ed è così che nel bel mezzo dell’articolo che mi sforzo di leggere fino alla fine sorge in me la seguente domanda: ma che vuole questo Vecellio? Leggo ancora più avanti per vedere se lo si può capire.

Intanto una piccola chiosa sulla parola “ritrattazione” che è stata usata in varie sedi. La parola “ritrattazione” si distingue dal significato della parola “sconfessione”. Questa seconda può significare che i superiori di Williamson non si riconoscono nelle sue "opinioni” in materia storica o musicale. Ma una simile “sconfessione” è cosa altamente "ridicola”. Chi esprime una propria valutazione sa di impegnare se stesso, non altri. Nessuna persona equilibrata attribuisce ad altri le proprie opinioni. Ed ognuno di noi dovrebbe "sconfessare” miliardi di persone ogni volta che non condivide le opinioni di singoli individui. Diventa ancora più "ridicola” una simile sconfessione se attinente a materia "profana”, del tutto estranea al complesso ed articolato ambito della dottrina cattolica, formatasi in millenni.

Altra cosa è la parola “ritrattazione”. Significa che si pretende da una persona che affermi il contrario di ciò che ha appena affermato in un momento di libertà spirituale. In altri tempi la "ritrattazione” la si pretendeva ed imponeva anche con la tortura fisica oltre che con minacce delle più disparate ritorsioni. Nel caso di Williamson non si ha notizia di "torture fisiche”, ma sono già chiare le minacce: se vuoi la tal carica, devi “ritrattare”. Ma ritrattare che? Dichiarazioni dottrinali sulla fede cattolica oppure dichiarazioni sulla terza sinfonia di Bethoveen? Ed anche ammesso che fino a pochi giorni fa il nostro povero vescovo, non pedofilo, avesse fondate convinzioni in fatto di revisionismo storico perché mai dovrebbe ritrattarle sulla base di una "minaccia”? Se questa non è barbarie, superiore a quella nazista, cosa altro è? Si può dichiarare "erronee” ad esempio tutte le affermazioni di Valter Vecellio contenute nel sue articolo, ma che senso ha pretendere che lui le debba "ritrattare"? A furia di inseguire le barbarie altrui non si vedono più le proprie, spesso superiori a quelle contestate: la parabola evangelica della pagliuzza e della trave.

Andiamo avanti nella lettura del divino testo di Valter Vecellio. Leggo: “di che risma fosse Williamson...". E meno male che non è stato presentato come un "pedofilo”. Se lo fosse stato, avrebbe ottenuto molto maggior rispetto e gli sarebbe stata risparmiata la gogna mediatica. Non so se Vecellio sia lui stesso un cosiddetto "credente”. Ne dubito, ma la questione poco mi interessa. Piuttosto mi ricordo io stesso – trovo insulsa l’espressione “credente” – di essere stato battezzato e di aver pure fatto convintamente in età intellettualmente matura addirittura il sacramento della “cresima”, che mi dà titolo giuridico ad intervenire in questione di fede e dottrina. E quindi io qui potrei intervenire con diritto nella faccenda, a prescindere che io mi professi insulsamente “credente” o meno. Certamente, non sono un “ateo devoto” alla Ferrara o un neoconvertito alla Magdi Allam, che pretendono di entrare a gamba tesa nell’edificio cattolico. Se apre bocca un "ateo devoto”, dovrei io poter dire la mia anche soltanto percependo nel cattolicesimo un Katechon di fronte all’evidente aggressione ebraico-sionista.

I "credenti" stanno nelle loro case e non ricevono telefonati dai giornalisti di regime per essere interrogati sulle proprie opinioni. I “credenti” sono considerati dal potere meri cervelli da lobotomizzare ogni sera attraverso televisioni e altri mezzi di comunicazione di massa. Anche l’articolo di Valter Vecellio appartiene al sistema sanitario della lobotomizzazione di massa. Per fortuna, non tutti sono iscritti alla mutua. Un ministro della stessa congrega ci ha già fatto sapere che “siamo tutti ebrei” e quindi ci dobbiamo preparare ad una legge che impogna ad ognuno la circoncisione allo stesso modo in cui le leggi tedesche metteranno in gattabuia il vescovo Williamson, appena dovesse mettere piede in Germania o in Austria. Forse lo manderanno nella stessa cella di David Irving: lo storico e il vescovo!

Quanto ai rinnovamenti di Kung basterebbe che pensasse ai suoi, a meno che non intenda lui stesso competere al soglio pontificio. Ma fino a quando ciò non avverrà, l’opinione del “credente” (?) Kung non vale più di quella di un qualsiasi altro “credente”. Se poi lui risponda con la sua dottrina più agli interessi di Tel Aviv che non a quelli del Vaticano, è cosa che si potrebbe indagare. La prima impressione è che si tratti di un rabbino piuttosto che di un teologo cattolico. Lo stesso si puà dire di tanti altri credenti: sembrano più ebrei e rabbini che non cattolici e sacerdoti. Ma la tecnica dell’infiltrazione e del lobbismo è già nota per altri numerosi ambito. Evidentemente, è penetrata anche nel millenario edificio del cattolicesimo.

Conveviamo sugli “orrori” di cui parla Vecellio, salvo che per noi gli “orrori” sono altrove. Lo stesso articolo di Vecellio è uno di questi “orrori”. «Una politica conservatrice», dice il teologo rabbinico Kung. Ma l’ambito a cui si riferisce una simile “politica conservatrice” non è la riforma agraria, o gli orari di chiusura degli esercizi commerciali, e simili. È l’ambito della “fede cattolica”, che per duemila anni ha vincolati i "fedeli” o “credenti” cristiani. Se da questa “fede” si toglie la morte in Croce di Cristo, nel modo che sappiamo e per mano di chi sappiamo, diventeremo tutti “atei devoti” alla Ferrara o alla Kung. Il vescovo Williamson, che quasi settantenne sembra abbia di che mangiare e dove dormire, ha semplicemente detto e fatto sapere insieme ad altri di non voler uscire dai sentieri di quella fede che con continuità per quasi 2000 anni ha ispirato i "credenti”. È un suo diritto? La nostra costituzione gli offre sufficiente copertura? O deve essere “riconvertito” per forza in non si sa bene quale nuova religione? O meglio nella nuova religione che chiaramente è stata costruita intorno alla Shoah, sulla quale incredibilmente è stata costruita una nuova religione di Stato?

Benedetto XVI e Barack Obama: sono queste le nuove categorie concettuali del teologo Kung! E con lui a fare da gran cassa il radicale Vecellio che ci presenta un signor Nessuno come fosse il paradigma sul quale ogni “credente” (su nominali un miliardo e passa) dovrebbe riconoscersi, più che nel papa stesso o nello stesso Williamson. In tempi di civiltà mediatica vale il principio: «ciò che appare in televisione esiste. Il resto non esiste o non conta. Tanto non parla…». Apprendiamo che Kung ha avuto la proibizione di insegnare teologia proprio da Ratzinger. Vuole sostituire la sua infallibilità di giudizio teologico a quella del papa stesso sancita nel Concilio Vaticano I. Ma Vecellio esordisce dando tutto lo spazio alla sua fonte Kung. Vuole detronizzare la chiesa cattolica con tutti i suoi fedeli, magari sostituendoli con i vari Pannella, Bernardini, Vecellio e così via. Saranno loro a dichiarare quali sono i fondamenti della fede cattolica e ciò a cui i “credenti” possono o non possono attenersi. Appaiono quanto mai ipocrite ed insinsere le attenzioni di Vecellio per le “preoccupazioni degli stessi credenti”. Come egli conosca queste preoccupazioni e come egli sappia chi sono e dove sono è “credenti” è chiaramente un miracolo dello Spirito Santo. Valter Vecellio è divinamente ispirato più del papa stesso e del vescovo Williamson.

Si noti il compiacimento che traspare dalle righe di Vecellio per il teologo "ribelle” Hans Kung. Poco sopra dice che poco gli importa delle faccende interne del cattolicesimo, ma qui a mala pena riesce a nascondere il suo compiacimento per una “ribellione” demolitrice del cattolicesimo in quanto istituzione. Non conosco minimamente la biografia di Valter Vecellio, che resta per me solo un nome già sentito qualche volta su radio radicale. Ma mi immagino un suo percorso intellettuale e morale che mi riservo di verificare. Può darsi che ci indovini. Non adesso. Ho già dedicato buona parte della mia mattinata al suo testo che fra poco spedirò al moderatoe di tellusfolio.it Per non perderne la proprietà intellettuale ne farò pubblicazione anche al sul mio blog, dove correggerò i refusi ed apporterò tutti i miglioramenti che riterrò opportuni.

Il testo si chiude con una menzione dei “fratelli e delle sorelle ebree” espresso da monsignor Gebhard Fuerst. Se vi era bisogno di un’attestazione di come l’ebraismo si sia infiltrato nel cattolicesimo per condizionarlo dall’interno, questo monsignore ne offre una prova evidente. Nelle ultime righe Vecellio parla di “fantasia di un anticlericale frustrato”. Non è chiaro se si riferisce a se stesso, ma pare lecito pensarlo. Ciò che si capisce dal suo articolo è il suo desiderio di distruggere e di attaccare qualcosa che “odia”, agendo per conto di terzi. Non è difficile immaginare per conto di chi.
Antonio Caracciolo   
 
   06-02-2009
Ratzinger nel 1979 era arcivescovo di Monaco e non può essere stato lui a sospendere Kung dall'insegnamento della teologia. All'epoca era un altro il prefetto della congregazione per la dottrina della fede, e un altro era il pontefice. Chi vuol giocare al "dagli a Ratzinger" controlli almeno le date.
cappuccetto rosso   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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