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Piero Cappelli: “L’Altro è il nostro Natale”. Parola e Pane (1)
 
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   06-12-2007
Ciao Pier,

il giorno, i giorni si caricano incessantemente di impegni, programmati e non, che chiedono di essere assunti nella dimensione dell'ordinarietà e della straordinarietà, della fatica e della freschezza del procedere...

Ma ora mi fermo un po', per versare dentro a questo spazio mediatico, comunque bello, di dialogo con te, il mio semplice sentire sull'offerta di Parola e Pane.

Bellezza e Forza ha già in sè

questo aprire il Libro e far risuonare la Parola, il soffio della Vita che risveglia...

Matteo 24, 37-44

Avevo colto alcuni aspetti durante la "Lectio Divina" guidata giovedì scorso da padre Francesco, approdato da poco al convento dei cappuccini di Lovere.

La tua riflessione, che leggo oggi, ne mette in luce altri, già a partire dal titolo "l'Altro è il nostro Natale" e mi fa ritornare sul testo della Prima d'Avvento.

Grazie per questo!

" Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno... il Figlio dell'uomo verrà "

La tua riflessione mi fa ritornare a questi passaggi del testo... così incisivi, così perentori nell'indirizzare all'essenziale, come sempre la Parola fa.

Vegliate: vi leggo un invito a stare svegli, ad aprire gli occhi, ad allenare lo sguardo...

Il Figlio dell'uomo verrà: percepisco, nell'incertezza del come e del quando, una certezza, l'unica, il Figlio dell'uomo Viene... Già, perchè se in Lui riconosco

Gesù, il Risorto, il Vivente non ha bisogno di attendere un tempo prossimo, futuro, per venire...Egli viene tutte le volte che apro gli occhi e il cuore alla sua venuta...ogni momento è buono per la sua venuta... viene all'interno dell'ordinarietà dei giorni, oggi come allora, mentre "mangiavano e bevevano..."

Nella tua riflessione poni l'interrogativo: " Sappiamo svegliarci dal sonno per dedicarci all'Altro ovunque ci viene dato di incontrarlo?"

Non c'è dubbio: si tratta di una "questione" esistenziale...è il miracolo della relazione, che si realizza, quando lo sguardo si fa ricerca...lo sguardo "sveglio", che ne incrocia un altro e che si lascia da esso guardare... é lo sguardo di Zaccheo, che nel cercare di vedere Gesù, si lascia dal Suo Sguardo avvolgere e, accogliendolo, si nutre di così tanto Amore energizzante, che si trova ad iniziare una nuova entusiasmante vita.

Quante volte ci consentiamo di apprendere uno sguardo nuovo in noi e negli altri, uno sguardo di "cura", di interessamento, che non agisce l'impulso a "scappare", per la paura del coinvolgimento? Quante volte lasciamo prevalere l'oscurità, riparando lo sguardo dietro le lenti scure dell'indifferenza, della rinuncia ad incontrare e a lasciarsi incontrare...

Pensiamo al potere rivitalizzante, che scuote, dello sguardo che cura, che si fa vicinanza, parola, gesto, promessa di "accompagnamento", di "non sei solo" espressa a chi nella sofferenza, subisce la tentazione di chiudersi al mondo, agli altri...

" Ad Ventus" come il luogo e il tempo dell'attesa che si fa esperienza di vita, nel saper vedere davanti a me un altro che mi cerca, o che mi aspetta, che mi interpella, che chiede il dono di una parola, un interessamento, un gesto, un compito... L'Avvento si realizza proprio in questo andare incontro a chi attendiamo, sapendo che ognuno, specie se "più piccolo e più povero", come tu annoti, può diventare l'atteso..., sperimentando, poi, che chi attende diventa a sua volta l'atteso, perchè l'esposizione allo sguardo altrui richiede il reciproco fidarsi e affidarsi...
Avvento come la fatica di imparare uno sguardo nuovo, più profondo, per riconoscere quel Gesù, che anche a noi oggi è dato di incontrare, laddove so vedere, riconoscere una persona, una creatura di Dio...
... una creatura di Dio è certamente "altra" da quello che può apparire a prima vista...sicché il mio vederla implica un lavoro "accurato", delicato, progressivo,
per levare tutte le ombre, scoprendo lentamente le luci, le belle qualità, le insospettabili capacità, gli impensabili pregi, i segreti depositati in profondità...
e, racchiusa in questo "mio vederla", sta l'opportunità di vivere un'avventura sorprendente...
Che sia per questo che il Creatore ci ha donato due occhi? ...per vedere?!
Allora in questa prima di Avvento il "Grazie" è per il grande dono della Vista, la vista degli occhi e del cuore, la finestra e la porta che ci aprono alla realtà, a tutto ciò che ci circonda, di visibile e di invisibile.

marialuisa

"Non capisco come si possa passare dinanzi a un albero, e non essere felice di vederlo;
parlare con un uomo, e non essere felice di amarlo.
E quante belle cose vi sono a ogni passo: guardate il bimbo, guardate l'aurora di Dio,
guardate gli occhi che vi guardano e vi amano" F: Dostoevskij




Marialuisa Guzzetti   
 
   04-12-2007

grazie Piero per le tue parole semplici ma profonde,che riconducono ognuno di noi ad essere vigili, attenti ad accogliere chiunque ci avvicini, a farci prossimo, a cogliere nello sguardo dell'altro lo sguardo di Dio.
E' un bel Natale in questa ottica, perchè lo possiamo vivere ogni giorno, e ogni giorno incontrare Gesù nei nostri fratelli.
vanda gibellini   
 
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